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  • Domenica 23 marzo 2025

Perché il campionato di baseball degli Stati Uniti è iniziato in Giappone

È giapponese il pubblico che sta risollevando il seguito della lega, ed è giapponese il giocatore più forte in circolazione, Shohei Ohtani

Il giocatore dei Los Angeles Dodgers Shohei Ohtani durante la partita contro i Chicago Cubs a Tokyo, 19 marzo 2025
Il giocatore dei Los Angeles Dodgers Shohei Ohtani durante la partita contro i Chicago Cubs a Tokyo, 19 marzo 2025 (Masterpress/Getty Images)

Quest’anno il campionato di baseball statunitense, la Major League, è iniziato in Giappone. Non è la prima volta (l’ultima era stata nel 2019), ma quest’anno è particolarmente significativa: negli ultimi anni l’interesse del pubblico giapponese per la lega statunitense, già molto alto, è cresciuto notevolmente. Molti giocatori giapponesi si sono spostati in Major League e tra questi il più importante è stato Shohei Ohtani, che già oggi è considerato da molti il più forte giocatore di sempre e gioca nei Los Angeles Dodgers, che hanno appena vinto il campionato e sono tra le squadre che hanno inaugurato la stagione in Giappone (si sono giocate lì due partite).

L’inaugurazione quest’anno è stata diversa anche perché la Major League ci ha evidentemente puntato molto, con campagne di marketing mirate a unire il baseball statunitense e la cultura giapponese. Tra le altre cose, durante la cerimonia di apertura della prima partita della stagione sono scese in campo con i giocatori le mascotte di Pikachu, la creatura più nota dei Pokémon e che in qualche modo è vista come un simbolo del Giappone (dove appunto sono nati i Pokémon).

È stata anche realizzata una pubblicità in collaborazione con Demon Slayer, uno dei più famosi manga e anime (così vengono chiamati i fumetti e i cartoni animati giapponesi) del mondo; sono state create una linea di abbigliamento e una di carte collezionabili, entrambe curate da Takashi Murakami, uno degli artisti giapponesi più famosi al mondo, in collaborazione con alcuni brand statunitensi. Si potrebbero fare diversi altri esempi.

Il baseball è lo sport di squadra più praticato in Giappone. Oltre al campionato nazionale, la Major League statunitense è sempre stata seguita con grande interesse e si capisce facilmente il motivo: ci giocano i migliori al mondo. Ma anche considerando questa premessa, la recente crescita delle attenzioni per la Major League in Giappone è stata notevole.

Furono gli Stati Uniti a introdurre il baseball in Giappone attorno al 1859, ma si diffuse in tutto il paese durante il periodo Meiji, quando tra il 1868 e il 1912 il Giappone intraprese un processo autonomo di modernizzazione. Poiché il baseball era visto come un simbolo degli Stati Uniti, una nazione all’avanguardia in ambito industriale, il ministero dell’Istruzione giapponese ne promosse l’insegnamento nelle scuole.

Dal 1908 poi i migliori giocatori della Major League furono invitati più volte in Giappone per sfidare le squadre locali: nel 1934 vi giunse persino Babe Ruth, uno dei giocatori di baseball più famosi e forti di sempre.

Babe Ruth durante una partita al Miji Shrine Stadium di Tokyo, 1934

Babe Ruth durante una partita allo stadio Meiji Jingu di Tokyo, 1934 (New York Times Co./Getty Images)

Il pubblico giapponese, insomma, è sempre stato una parte importante del pubblico della Major League, e lo divenne soprattutto quando dagli anni Settanta il baseball smise di essere lo sport più seguito negli Stati Uniti per la concorrenza del football e del basket, più dinamici e con meno momenti morti.

Nel 2023 le World Series, cioè le finali della Major League, sono state le meno guardate in tv della storia del baseball statunitense, con 9 milioni di spettatori negli Stati Uniti. Un anno dopo però il baseball statunitense è tornato sorprendentemente a crescere: l’affluenza media settimanale negli stadi è aumentata di circa il 13 per cento e gli ascolti televisivi sono cresciuti di circa il 42. Una parte consistente di questo nuovo pubblico viene proprio dal Giappone: rispetto al 2019 i turisti giapponesi che vanno a vedere una partita di baseball negli Stati Uniti sono quadruplicati e le World Series del 2024 sono state quelle con il maggior numero di spettatori dal Giappone, con una media di 12 milioni di persone a partita.

Negli ultimi anni molti giocatori della principale lega professionistica giapponese (la NPB) sono andati a giocare negli Stati Uniti, e molti dei loro tifosi in Giappone hanno continuato a seguirli dall’estero. Per esempio, uno dei più forti giocatori della Major League oggi è Yoshinobu Yamamoto, che gioca nei Dodgers: prima di arrivare negli Stati Uniti nel 2017, Yamamoto aveva vinto per tre volte il premio di miglior giocatore dell’anno in Giappone e si era creato un seguito fedele e numeroso, che ha continuato a seguire le sue partite anche quando si è spostato in Major League.

Ma i nuovi giocatori giapponesi della Major League non hanno avuto solo il merito di averne aumentato il pubblico in Giappone: hanno aumentato anche il livello agonistico della lega stessa e l’hanno resa più accattivante e coinvolgente. Ovviamente l’impatto maggiore lo ha avuto Shohei Ohtani, che ha 30 anni ed è arrivato in Major League nel 2018 dopo una lunga carriera in Giappone.

Ohtani è quello che nel baseball viene definito un two-way player, cioè un tipo di giocatore molto raro che non solo è capace sia di battere che di lanciare, ma che fa entrambe le cose con rendimenti altissimi, nel suo caso paragonabili soltanto a quelli di Babe Ruth. Durante le sue prime sei stagioni ha superato numerosi record, una cosa ancora più sorprendente se si tiene conto del fatto che fino al 2023 giocava nei Los Angeles Angels, squadra poco competitiva; è passato ai Dodgers nel 2024, dove ha giocato e vinto per la prima volta le World Series. Se le finali del 2024 sono state tra le più viste degli ultimi anni, è stato soprattutto merito suo.

– Leggi anche: Un nuovo record nel baseball, ovviamente di Shohei Ohtani

È certamente il giocatore che più di tutti ha avvicinato il pubblico giapponese al baseball statunitense: negli ultimi cinque anni il suo merchandise ha costituito il 57 per cento delle vendite dei prodotti della Major League in Giappone e da quando è ai Dodgers le vendite della squadra in Giappone sono aumentate di venti volte.

Data la popolarità di Ohtani e dei suoi connazionali, la Major League ha deciso di organizzare quest’anno in Giappone l’MLB World Tour, un grande evento che esiste da qualche anno con l’obiettivo di far conoscere la lega fuori dagli Stati Uniti e che ricorda proprio quei viaggi che i giocatori di baseball statunitensi facevano in Giappone all’inizio del Novecento. Durante l’MLB World Tour due squadre statunitensi giocano con le più forti del paese ospitante e vengono disputate anche le prime gare della stagione regolare.

Quest’anno la stagione regolare di MLB è iniziata a Tokyo il 18 marzo, con una partita tra i Chicago Cubs e i Los Angeles Dodgers, due squadre dove giocano molti grandi talenti giapponesi della Major League, tra i quali gli stessi Ohtani e Yamamoto. Durante la partita ha esordito Roki Sasaki, lanciatore 23enne. Sasaki è molto seguito sin da quando era al liceo (in Giappone è molto seguito anche il baseball liceale), e il suo esordio era una tra le cose più attese dell’MLB World Tour di Tokyo.

Il tour in Giappone è finito il 19 marzo con una seconda partita tra Cubs e Dodgers. Il campionato americano riprenderà negli Stati Uniti il 27 marzo e i favoriti sono ancora i Los Angeles Dodgers di Ohtani, Yamamoto e ora anche Sasaki.