Gli atti di vandalismo contro le Tesla
Da quando Elon Musk è diventato uno stretto collaboratore di Donald Trump ci sono stati diversi casi, negli Stati Uniti e in Canada

Da quando Elon Musk è diventato uno stretto collaboratore del presidente statunitense Donald Trump e uno dei promotori delle sue politiche più criticate, sono stati segnalati molti attacchi contro le auto e le concessionarie di Tesla, l’azienda di veicoli elettrici di cui è capo. Alcune auto sono state semplicemente imbrattate con vernice spray e gli sono state tagliate le gomme, ma ci sono anche stati casi di negozi e depositi di auto colpiti da spari o incendiati con bombe molotov.
Non esistono dati specifici su questi fenomeni, ed è quindi difficile quantificarli. I casi di vandalismo si sono verificati soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in altri paesi, fra cui diversi in Canada. In un concessionario Tesla di Hamilton, nella provincia canadese dell’Ontario, qualcuno ha graffiato la carrozzeria e ha forato le gomme di più di 80 auto. La città è uno dei principali centri metallurgici del paese, e sarebbe molto danneggiata dai dazi del 50 per cento voluti da Trump sull’acciaio e sull’alluminio canadesi (che per il momento non sono entrati in vigore, mentre tutte le merci canadesi sono sottoposte a dazi del 25 per cento). In precedenza il governo dell’Ontario aveva cancellato un grosso contratto con Starlink, un’azienda di servizi internet satellitari sempre di proprietà di Elon Musk.
Canada e Stati Uniti sono da tempo strettamente alleati e hanno importanti relazioni commerciali: Trump però ha fin da subito detto di voler sottoporre le merci canadesi a maggiori dazi e ha ripetutamente preso in giro il Canada minacciando di farlo diventare il 51esimo stato statunitense. Ovviamente l’opinione pubblica canadese non l’ha presa bene: prima degli eventi sportivi contro squadre statunitensi l’inno americano è stato contestato, negozi, aziende e singole persone hanno avviato boicottaggi più o meno significativi delle merci statunitensi, e qualcuno evidentemente è passato a misure più radicali.

La concessionaria Tesla vandalizzata a Montreal, il 19 marzo 2025 (Christinne Muschi/The Canadian Press via AP)
Mercoledì a Montreal il gruppo ambientalista Last Generation Canada ha dipinto di vernice rosa spray una concessionaria di Tesla: in un comunicato ha spiegato di averlo fatto perché Musk starebbe cercando di danneggiare i sistemi democratici e diffondere il negazionismo dei cambiamenti climatici. Due attivisti sono stati arrestati. A Vancouver gli organizzatori di una fiera automobilistica hanno escluso la partecipazione delle Tesla per evitare possibili atti di vandalismo.
Anche negli Stati Uniti ci sono stati diversi pesanti atti di vandalismo. Diversi di questi sono stati compiuti in zone più tipicamente progressiste, come l’Oregon e lo stato di Washington, nel nord-ovest del paese. In Oregon un uomo è stato arrestato perché avrebbe tirato otto bombe molotov contro un concessionario Tesla. Il mese scorso una donna del Colorado, un altro stato tendenzialmente progressista, è stata incriminata in quanto sospettata di aver tirato delle bombe molotov ai veicoli parcheggiati in una concessionaria Tesla, sui cui muri avrebbe poi scritto «macchine naziste».
Martedì qualcuno ha dato fuoco a cinque auto, sparato almeno tre colpi di fucile e scritto «resist» sul muro di una struttura di Tesla a Las Vegas. Molti altri casi simili, con auto incendiate, tentativi di vandalismo, o scritte contro Musk o Trump lasciate sulle stazioni di ricarica o sulle concessionarie di Tesla sono stati segnalati anche in diverse altre parti del paese.
In realtà fino a pochi anni fa Tesla era un’azienda piuttosto apprezzata proprio dalla sinistra, dato che le sue auto dimostrarono a molti che i mezzi elettrici non erano sempre brutti e poco performanti, come venivano spesso stereotipicamente presentati. In questo modo rese molto più concrete le prospettive di un eventuale passaggio dal mercato automobilistico attuale, in cui la maggioranza di veicoli funziona a diesel o benzina, a uno in cui la maggior parte dei veicoli è elettrica e quindi comporta meno emissioni di gas serra, un tema a cui tipicamente sono molto più sensibili i partiti di sinistra rispetto a quelli di destra.
Nelle elezioni presidenziali statunitensi fra il 2008 e il 2020 Musk sostenne i candidati del Partito Democratico: nel corso degli ultimi anni però le sue posizioni si sono avvicinate molto a quelle dell’estrema destra e di Donald Trump, a cui nell’ultima campagna presidenziale donò 250 milioni di dollari. Negli ultimi mesi poi si è esposto molto in favore dei candidati più di destra anche nelle elezioni tedesche e romene, oltre a manifestare sostegno per politici di destra italiani e a criticare quelli di sinistra nel Regno Unito.
Il repentino cambiamento nelle prese di posizione pubbliche del proprietario di Tesla ha causato reazioni negative anche fra alcuni proprietari delle auto dell’azienda, che in qualche caso hanno preso ad attaccare alle proprie macchine degli adesivi con messaggi come «l’ho comprata prima che Elon uscisse di testa» o in cui si scusano. La svolta politica di Musk ha causato anche notevoli danni economici all’azienda, le cui vendite sono in calo per la prima volta da anni e le cui azioni stanno andando malissimo in borsa.
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