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  • Venerdì 21 marzo 2025

Una fattoria piena di resti umani e di vestiti, in Messico

È stata scoperta a Teuchitlán da familiari di persone scomparse: si pensa fosse usata dal potente cartello di Jalisco

Alcune delle scarpe trovate nella fattoria messicana (Jalisco State Attorney General's Office via AP)
Alcune delle scarpe trovate nella fattoria messicana (Jalisco State Attorney General's Office via AP)

Due settimane fa in una fattoria di Teuchitlán, un paese di contadini e allevatori ad alcuni chilometri da Guadalajara, città messicana dello stato di Jalisco, alcuni parenti di persone scomparse hanno trovato resti umani, centinaia di vestiti e scarpe e i segni di quelli che sembrano essere forni crematori. La polizia sta indagando e si ritiene che la fattoria, che si chiama Izaguirre e all’interno della quale non veniva più svolta attività agricola o di allevamento, fosse usata come centro di “addestramento” e «campo di sterminio» del cartello di Jalisco, uno dei più potenti gruppi criminali messicani. Lì potrebbero essere entrate e mai uscite decine di persone.

Il caso è diventato molto discusso in Messico, anche perché ci sono state molte polemiche sull’operato della procura e delle forze dell’ordine, che diversi mesi fa erano già entrate nella fattoria, apparentemente senza però accorgersi di quello che succedeva lì dentro.

In Messico le persone scomparse sono ufficialmente oltre 120mila: alcune lo sono da decenni, da quando erano anche militari e polizia messicani a sequestrare e uccidere gli oppositori, in quella che è conosciuta come “Guerra sporca”, iniziata negli anni Cinquanta e proseguita fino ai Novanta. Oggi le sparizioni sono legate principalmente (ma non esclusivamente) ai gruppi criminali e di narcotraffico: alcune delle persone scomparse si uniscono di propria volontà ai gruppi, altre sono sequestrate. Nello stato di Jalisco gli scomparsi sono oltre 15mila.

L’ingresso della fattoria Izaguirre a Teuchitlán (AP Photo/Alejandra Leyva)

Uno dei gruppi in cui si sono organizzati i familiari degli scomparsi si fa chiamare “Guerrieri cercatori”. Il 5 marzo alcuni di loro sono arrivati nella fattoria di Teuchitlán in seguito a una segnalazione anonima: un ragazzo che diceva di essere stato lì li avvertiva che all’interno si trovavano resti umani.

Hanno trovato una fattoria isolata, abbandonata e aperta. Sono entrati nel cortile interno grande 5.000 metri quadrati (come un piccolo campo da calcio) e hanno subito notato un’enorme quantità di vestiti, un cumulo di scarpe, alcuni resti di falò. Sollevando il terreno con strumenti di fortuna hanno iniziato a trovare moltissimi pezzi di ossa. Qualcuno ha segnalato la presenza di giocattoli, che potrebbero far pensare anche al passaggio di bambini.

Le indagini in corso (AP Photo/Alfredo Moya)

Nella fattoria sono poi stati ritrovati anche strumenti usati come pesi per la ginnastica e ostacoli da superare in un possibile percorso. Questo ha fatto pensare che la struttura potesse essere stata usata come centro di addestramento per le reclute di un gruppo criminale. Ci sono infatti racconti e testimonianze su come questi gruppi preparino le reclute a violenze e uccisioni, anche costringendole a scontrarsi fra di loro con pratiche cruente e crudeli.

Nella fattoria sono stati trovati dei quaderni in cui venivano registrati sommariamente gli ingressi di persone, con nomi di battesimo, e almeno un paio di diari di ragazzi che parrebbero dimostrare che erano rinchiusi nel luogo contro la loro volontà.

Varie ong che si occupano di criminalità nel paese hanno raccontato come i gruppi criminali siano alla costante ricerca di nuovi membri per rinforzare le loro organizzazioni o per sostituire persone uccise o arrestate: spesso reclutano forzatamente minori nelle zone che controllano, oppure attirano ragazzi con falsi annunci di lavoro online.

Nell’area vicino a Teuchitlán è stato denunciato che uomini del cartello reclutano persone in arrivo alla stazione dei bus di Tlaquepaque, alla periferia di Guadalajara. È una città che offre varie opportunità di lavoro e per questo attira una buona quota di immigrazione interna. Una volta reclutati o prelevati forzatamente, ragazzi e ragazze non hanno poi la possibilità di lasciare i centri di addestramento: sono vittime di violenze fisiche e psicologiche e addestrati all’uso delle armi.

Nello stato centroccidentale di Jalisco, dove sorge la fattoria, è nato e si è sviluppato il cartello di Jalisco, anche noto come Cártel de Jalisco Nueva Generación (CJNG). È uno dei più grandi e potenti dell’intero Messico, nato nel 2010 da un gruppo di appartenenti al Cartello del Millennio e cresciuto con un uso estremo della violenza. Lo guida Nemesio Rubén Oseguera Cervantes, conosciuto come “El Mencho”, uno dei capi criminali più ricercati al mondo: gli Stati Uniti hanno stabilito una ricompensa di 15 milioni di dollari per chi fornirà informazioni che portino al suo arresto. Il CJNG è ormai un gruppo criminale transnazionale, che opera in vari paesi dell’America Latina e esporta droga in tutti i continenti.

In passato erano già stati collegati al cartello di Jalisco ritrovamenti di campi di addestramento e di fosse comuni nello stato.

La strada che porta alla fattoria (AP Photo/Alfredo Moya)

Al momento la procura non ha commentato. Il suo operato è stato molto criticato perché si è scoperto che a settembre del 2024 le forze di sicurezza messicane erano già entrate nella fattoria: avevano arrestato dieci persone, ne avevano liberate due che erano tenute prigioniere e avevano trovato un cadavere. Evidentemente non si erano accorte di tutto il resto e anche le indagini successive erano state poco approfondite.