Spostare il rigassificatore da Piombino costa troppo

Lo sostiene l'autorità per l'energia, però secondo gli accordi presi dal governo due anni fa l'impianto dovrebbe essere rimosso nel 2026

rigassificatore piombino
La Italis, la nave rigassificatrice installata nel porto di Piombino, in Toscana (ANSA/PAOLO BARLETTANI)

L’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, sostiene che spostare il rigassificatore installato due anni fa nel porto di Piombino, in Toscana, sia troppo costoso e che per questo dovrebbe rimanere lì, al contrario di quanto prevedono gli accordi presi dal governo nel 2023. Lo ha scritto in una delibera relativa ai piani futuri per lo sviluppo delle reti di trasporto del gas in cui dice, in sintesi, che lo spostamento è «diseconomico» perché per adeguare la rete e fare una nuova installazione servono molti soldi e tempo.

Il parere di Arera si è inserito in un dibattito in corso da alcune settimane a Piombino, dove tra il 2022 e il 2023 associazioni, comitati e la stessa amministrazione comunale fecero di tutto per opporsi all’arrivo del rigassificatore comprato dall’Italia per diversificare le forniture di gas e dipendere meno dall’acquisto di gas dalla Russia.

Di fatto i rigassificatori permettono di acquistare gas da paesi non collegati dai gasdotti: trattano infatti gas naturale liquefatto (in sigla GNL o LNG) trasportato via nave. Una volta portato negli impianti di rigassificazione da navi metaniere, il GNL è ritrasformato in gas e successivamente immesso nei gasdotti del territorio, da cui arriva a centrali termoelettriche, aziende e case.

– Leggi anche: Cos’è un rigassificatore

In Italia ci sono quattro rigassificatori: due sono in mare, uno sulla terraferma e uno ormeggiato al porto di Piombino. Quest’ultimo è entrato in funzione nella primavera del 2023 e ha una capacità di trattamento di circa 5 miliardi di metri cubi all’anno. La nave installata a Piombino si chiama Italis LNG (dallo scorso giugno, prima si chiamava Golar Tundra). È lunga 300 metri e larga 40. È stata costruita nel 2015 come nave metaniera e acquistata da SNAM, la principale società che gestisce il trasporto del gas in Italia. Finora da Piombino sono arrivati i rifornimenti da una cinquantina di navi metaniere: in totale sono stati immessi nella rete circa 4,3 miliardi di metri cubi di gas.

L’installazione nel porto di Piombino era stata autorizzata in emergenza dal governo di Mario Draghi dopo l’invasione della Russia in Ucraina. La decisione fu poi confermata dal governo di Giorgia Meloni, con la promessa che il rigassificatore sarebbe stato spostato nel 2026 al largo della costa di Vado Ligure, un comune in provincia di Savona. Nel luglio del 2023 Stefano Venier, l’amministratore delegato di SNAM, aveva spiegato che il rigassificatore sarebbe rimasto in funzione 20 anni: i primi 3 a Piombino e dal 2026 per altri 17 anni in Liguria.

Oltre allo spostamento dopo tre anni, il governo aveva promesso anche opere compensative per decine di milioni di euro tra cui la costruzione di una nuova strada di accesso al comune e al porto, e le bonifiche delle zone industriali dismesse. Finora non è stato fatto nulla.

Il governo aveva individuato Vado Ligure come soluzione definitiva in base a una prima disponibilità manifestata dall’allora presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che poi era stato coinvolto in un’inchiesta sui finanziamenti per la campagna elettorale e si era dimesso. La posizione della Regione è cambiata dopo l’elezione di Marco Bucci: all’inizio di gennaio il consiglio regionale della Liguria ha votato all’unanimità una mozione per impegnare la giunta a bloccare il trasferimento del rigassificatore. La procedura di valutazione di impatto ambientale è comunque ancora in corso, anche se la Regione ha chiesto una lunga serie di approfondimenti per rallentarla.

In seguito al voto della Liguria si è iniziato a parlare con più insistenza della possibilità di mantenere il rigassificatore a Piombino. È un’ipotesi sostenuta anche dalla Confindustria locale, secondo cui l’economia di Piombino ha tratto vantaggi dall’installazione dell’impianto nel porto. «Lasciare la nave dov’è adesso potrebbe servire ad accelerare il rilancio industriale di Piombino», ha detto Maurizio Bigazzi, il presidente di Confindustria Toscana.

Sentito giovedì in merito alla presa di posizione di Arera, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – tra le altre cose commissario del governo per l’installazione del rigassificatore – ha detto che era stato previsto di far rimanere il rigassificatore per tre anni e che per questo l’anno prossimo se ne dovrà andare. Giani ha anche sottolineato che finora il governo ha risparmiato i soldi delle opere compensative promesse e non fatte: «Quanto risparmiato dal governo per non aver fatto queste opere venga messo per spostare il rigassificatore dopo tre anni in un’altra parte d’Italia». La decisione finale sul futuro del rigassificatore spetta al governo.