Le promozioni dei funzionari di polizia coinvolti nel caso di Almasri
Stanno alimentando dei sospetti, essendo state approvate pochi giorni dopo il rilascio del generale libico
di Valerio Valentini

Lo scorso 24 gennaio la Polizia di Stato ha deciso una serie di avanzamenti di carriera per decine di suoi funzionari. Tra le promozioni a dirigente superiore, quelle più rilevanti, ce ne sono state alcune che hanno suscitato sospetti e malumori tra i sindacati del settore: il motivo è che riguardano persone che sono state più o meno direttamente coinvolte nella gestione del caso di Nejeem Osama Almasri, il militare libico che comanda il carcere di Mitiga, a Tripoli. Almasri era stato arrestato il 19 gennaio e due giorni dopo rilasciato e rimpatriato con volo di Stato dalle istituzioni italiane, in aperto conflitto con la Corte penale internazionale che ne aveva richiesto la cattura con l’accusa di crimini di guerra e contro l’umanità.
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Tra i promossi c’è Carlo Ambra, l’ex capo della DIGOS di Torino, cioè la divisione investigativa speciale della Polizia che aveva arrestato Almasri. Ad arrestarlo, in particolare, sono stati sette tra agenti e ufficiali: Almasri era stato dapprima fermato per un rapido controllo d’ordinanza mentre era in macchina nel centro di Torino insieme ad altri tre amici (due libici e uno statunitense), la mattina del 18 gennaio; poi, dopo ulteriori accertamenti, era stato raggiunto nell’hotel dove alloggiava, in Piazza Massaua, alle 3 e mezza del mattino seguente, e da lì portato negli uffici della DIGOS della Questura di Torino.
Dopo le procedure burocratiche di rito, era stato trasferito nel carcere Lorusso e Cutugno, dove era rimasto fino al pomeriggio del 21 gennaio, quando era stato rimpatriato insieme agli altri suoi amici, con un aereo in dotazione ai servizi segreti italiani con un volo da Torino a Tripoli. Tre giorni dopo, Ambra è stato promosso all’Ufficio centrale ispettivo a Roma, un importante organo di controllo e coordinamento delle indagini a livello nazionale incardinato nel dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno. La sua nuova qualifica è consigliere ministeriale aggiunto, che nella gerarchia della Polizia è un grado più giù di questore, e dunque piuttosto in alto. Ambra è un funzionario esperto, che aveva guidato per sette anni la DIGOS di Torino, nella cui questura aveva iniziato a lavorare nel 1994.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al Viminale, per la consegna di una Lamborghini Urus alla Polizia di Stato, il 12 dicembre 2023 (Cecilia Fabiano/LaPresse)
Tra gli avanzamenti di carriera approvati il 24 gennaio c’è anche quello di Stefano Carvelli, un dirigente della Polizia di Stato che lavora allo SCIP (Servizio per la cooperazione internazionale della Polizia), ovvero nella struttura che ha curato la gestione delle comunicazioni tra la Corte penale internazionale, la questura e la DIGOS di Torino. Era stato proprio lo SCIP, il 19 gennaio, a segnalare alla DIGOS che, in seguito a «intese telefoniche» con la Corte, «la persona in oggetto [cioè Almasri, ndr] risulta ricercata in campo internazionale». E per questo lo SCIP sollecitava formalmente la questura a «valutare la sussistenza delle condizioni e l’opportunità di procedere» all’arresto immediato Almasri. Dopo questa comunicazione la DIGOS aveva deciso di andare all’hotel di Almasri e arrestarlo.
Carvelli nello SCIP ricopre un ruolo importante: è l’ufficiale di collegamento con il ministero degli Esteri. Fonti del ministero stesso confermano che Carvelli è a capo di una struttura molto importante, che gestisce le comunicazioni e la condivisione di informazioni per casi come quello di Almasri che riguardano la Corte penale internazionale. La Corte, che ha sede nei Paesi Bassi, comunica in via preliminare con il governo italiano attraverso l’ambasciata italiana all’Aja, che fa capo appunto al ministro degli Esteri, ed è da lì che poi le richieste vengono inoltrate a Roma. L’ufficio di collegamento dello SCIP al ministero degli Esteri è una delle strutture che si sono attivate in quei giorni.
E anche per Carvelli, il 24 gennaio è stata decisa la promozione: andrà a lavorare alla Direzione centrale della Polizia criminale, uno degli organismi più prestigiosi e delicati nelle attività di indagine e di prevenzione della criminalità, oltre che nella cooperazione con le polizie internazionali.
Il governo non ha mai fornito una ricostruzione esaustiva e pienamente credibile della vicenda di Almasri, e ha anzi dato spiegazioni piuttosto contraddittorie sulle ragioni che hanno indotto i ministri della Giustizia e dell’Interno, e in definitiva la presidenza del Consiglio, a opporsi alla richiesta di arresto della Corte Penale Internazionale e a rilasciare in fretta Almasri.
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La Polizia criminale – spesso chiamata Criminalpol – è un organismo assai importante del dipartimento della Pubblica sicurezza e in generale degli apparati delle forze dell’ordine, e infatti è guidata da un prefetto che è di fatto il vicecapo della Polizia di Stato. L’ex direttore della Polizia criminale è Vittorio Rizzi, che ha svolto quell’incarico dal luglio del 2023 fino al settembre del 2024, quando è stato sostituito da Carmine Belfiore: attualmente Rizzi è il direttore generale del DIS, cioè il coordinatore dei servizi segreti italiani.
Fonti del ministero dell’Interno confermano le promozioni di Ambra e Carvelli. Spiegano però che gli avanzamenti di carriera, in questo come in altri casi, avvengono sulla base di criteri di merito e di anzianità, e prescindono da singoli episodi di grande clamore mediatico. Le promozioni vengono disposte dal Consiglio di amministrazione della Polizia: un organo collegiale che sovrintende tra l’altro alla gestione del personale, e che si riunisce ciclicamente per definire le graduatorie sulla base delle quali vengono approvate le promozioni. I dirigenti della polizia e del ministero dell’Interno mantengono comunque una certa discrezionalità.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano alla Camera dei deputati durante il question time, il 12 febbraio 2025 (Roberto Monaldo/LaPresse)
Non è la prima volta che alcuni avanzamenti o cambiamenti improvvisi di carriera nei servizi di polizia e di intelligence alimentano sospetti e dietrologie più o meno fondate. Uno di questi casi, quello del sospetto tentativo di scassinamento dell’auto dell’ex compagno di Giorgia Meloni, Andrea Giambruno, ha avuto uno sviluppo proprio di recente.
Nella notte tra il 30 novembre e il primo dicembre 2023 una poliziotta che piantonava l’ingresso della casa romana di Meloni notò due uomini che stavano armeggiando intorno all’auto di Giambruno, un mese dopo che lei aveva annunciato la fine della loro relazione. I due uomini si identificarono come «colleghi» e si allontanarono. Pochi giorni dopo, Meloni decise di cambiare la sua scorta, e i due uomini che ne facevano parte, come di prassi agenti dell’AISI (cioè il servizio segreto interno) vennero insolitamente trasferiti all’AISE (il servizio segreto esterno) e inviati in missioni all’estero ben retribuite. Questo, almeno, è quanto è emerso nel corso di dibattiti parlamentari e ricostruzioni giornalistiche della vicenda.
Il governo non ha però mai chiarito del tutto i fatti. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, responsabile dei servizi segreti, ha negato che i due uomini che si erano avvicinati all’auto di Giambruno fossero in servizio all’AISI. Nel giugno scorso, in una strana intervista al Fatto Quotidiano, una persona, rimasta anonima, si qualificò come uno dei responsabili di quell’azione, dicendo però che l’altro uomo che stava con lui quella sera sotto casa di Meloni lo aveva appena incontrato e non sapeva chi fosse. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nel gennaio scorso, ha confermato che la procura di Roma sta ancora indagando su quella vicenda.
Alla DIGOS, che aveva inizialmente svolto le indagini, è subentrata poi la Squadra Mobile di Roma, guidata allora da Stefano Signoretti, che ne era diventato il capo nell’aprile del 2023. Il 24 gennaio, Signoretti è stato promosso all’Ufficio ispettivo centrale con la qualifica di consigliere ministeriale aggiunto, come Ambra.
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