Ubisoft ha bisogno che il nuovo “Assassin’s Creed” sia un successo
Per uscire dalla crisi in cui è finito, l'editore di videogiochi francese punta tutto sulla sua serie più venduta

Assassin’s Creed Shadows è il nuovo capitolo di una delle saghe di videogiochi più vendute e riconoscibili degli ultimi anni: lo sviluppa Ubisoft e sin dal suo primo capitolo su PlayStation 3 e Xbox 360 giocarci è stata un’abitudine annuale per milioni di persone. Questo nuovo capitolo però è diverso dagli altri, soprattutto a causa della complicata situazione della multinazionale francese Ubisoft, che è da qualche anno nel mezzo di una crisi creativa e industriale. Alcuni dei giochi su cui aveva molto puntato, come Star Wars Outlaws o Avatar: Frontiers of Pandora, sono andati peggio del previsto, e se non sarà un successo nemmeno Assassin’s Creed Shadows si prevede che la dirigenza dell’azienda valuterà la cessione di alcune proprietà intellettuali o addirittura di farsi acquisire da un altro gruppo.
Assassin’s Creed è una serie di giochi di avventura in terza persona nella quale si impersonano alcuni appartenenti a una setta (quella degli Assassini, che si contrappone nella mitologia del gioco a quella dei Templari) nel corso di diversi momenti storici significativi per il genere umano. Il primo capitolo è ambientato per esempio durante la terza crociata (1189-1192), mentre altri lo sono stati per esempio durante il periodo rinascimentale italiano (Assassin’s Creed II), la rivoluzione francese (Assassin’s Creed: Unity), la guerra di indipendenza americana (Assassin’s Creed III) o, come nel caso di questo ultimo capitolo, le ultime fasi del periodo Sengoku in Giappone, alla fine del Cinquecento.
L’idea alla base della serie è che si possano rivivere i ricordi dei propri antenati attraverso uno speciale macchinario che permette così al giocatore di viaggiare nelle diverse epoche storiche, espediente che consente agli sviluppatori di avere una nuova ambientazione per ogni capitolo.
È proprio la qualità della ricostruzione storica, unita a un gameplay accomodante (la serie è sempre stata considerata molto facile da giocare) e alla possibilità di muoversi in epoche e luoghi così riconoscibili, che ha reso la serie estremamente famosa e venduta: dal 2007, l’anno in cui uscì il primo capitolo, ne sono state vendute oltre 200 milioni di copie, che l’hanno resa una delle saghe di maggior successo di sempre. Solo pochissime altre, tra cui FIFA, Mario, Tetris o Grand Theft Auto hanno venduto di più.
Che la situazione fosse delicata e le aspettative su questa nuova uscita fossero più alte del solito lo si era capito lo scorso ottobre, quando per la prima volta il gioco aveva saltato l’uscita autunnale per essere posticipato due volte, prima a fine febbraio e poi al 20 marzo. Rinunciare a pubblicare il proprio gioco tra ottobre e novembre, periodo che storicamente garantisce i maggiori volumi di vendite per via del Natale e dell’inverno, è stata una mossa azzardata da parte di Ubisoft, ma necessaria per rivedere la strategia di lancio del gioco e dare agli sviluppatori più tempo per lavorarci, così da poter offrire ai giocatori un prodotto migliore. Per cercare poi di coinvolgere il più ampio pubblico possibile, il gioco verrà per la prima volta pubblicato su Steam (il più grande negozio online su PC) anziché sul negozio di Ubisoft, in contemporanea con il lancio su console.
Il rinvio è stata una diretta conseguenza dei risultati al di sotto delle aspettative di Star Wars Outlaws, un gioco molto criticato per alcuni problemi al lancio come la mancanza di bilanciamento di alcune sezioni giudicate troppo difficili e in generale la presenza di inciampi tecnici che, seppur comuni nei giochi a mondo aperto, sono stati molto evidenziati dal pubblico. Nel corso degli anni Ubisoft si è specializzata nello sviluppo di avventure che durano decine di ore e vengono aggiornate con contenuti extra dopo il lancio (detti a sviluppo continuo). Nel corso degli anni però le frequenti uscite di giochi tutto sommato simili tra di loro e la grande concorrenza dei giochi a sviluppo continuo hanno ridotto l’interesse per le serie di Ubisoft, e conseguentemente le vendite.
Uno dei problemi più grandi che ha dovuto affrontare l’azienda è infatti una percezione spesso negativa dei suoi titoli, che anche quando hanno provato a fare cose diverse sono stati visti come qualcosa di poco innovativo. A questo si aggiunge anche la ormai costante campagna negativa portata avanti da una parte della community dei videogiocatori che accusa l’azienda di portare avanti supposte “politiche woke” o che la critica per avere programmi di inclusione delle minoranze all’interno dei propri studi. Elon Musk per esempio lo scorso maggio twittò «DEI kills art» riferendosi al fatto che i protagonisti di Assassin’s Creed Shadows sono Yasuke, un samurai nero con qualche fondamento storico, e Naoe, una donna ninja. “D.E.I.” è una sigla che sta per Diversity, Equity and Inclusion e si riferisce ai programmi governativi e aziendali che favoriscono diversità, uguaglianza e inclusione.
Ubisoft è uno degli editori più grandi e longevi dell’industria di videogiochi: fu fondata nel 1986 in Francia ad opera dei fratelli Guillemot e da allora è sempre cresciuta, arrivando ad avere più di 21 mila dipendenti e quasi 50 studi di sviluppo in tutto il mondo. Oltre ad Assassin’s Creed nel suo catalogo ci sono giochi di enorme successo come Tom Clancy’s Rainbow Six, Far Cry, Just Dance e Rayman. Nel 2018 le sue azioni raggiunsero il massimo storico superando gli oltre 100 dollari l’una (ora valgono poco più di 13), ma da allora l’azienda ha iniziato a perdere valore, e questo nonostante lo scorso anno abbia registrato il suo record di vendite. Secondo diversi analisti la perdita di valore è dovuta principalmente a due fattori: l’aumento dei suoi dipendenti (quasi 8 mila in più tra il 2017 e il 2022), i cui costi non sono però stati coperti da un’altrettanto robusta crescita delle entrate, e un modello industriale datato, che non tiene conto di un mercato attuale in grande evoluzione e che obbliga l’azienda a un volume di vendite altissimo per sostenere i suoi enormi costi.
Il mancato successo di diverse produzioni estremamente costose come Skull and Bones (in sviluppo per oltre 10 anni e pubblicato quando ormai il mercato aveva iniziato a rigettare i giochi online a sviluppo continuo), Avatar: Frontiers of Pandora e Star Wars Outlaws ha evidenziato tutte le difficoltà di Ubisoft, al punto che da diverso tempo si parla di una possibile cessione all’editore cinese Tencent (che è già azionista di minoranza), o alla vendita di alcune delle sue proprietà intellettuali più importanti ad altri editori.
In tutto questo, Assassin’s Creed Shadows è uscito oggi su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S, e se ne sta parlando in maniera molto positiva. Anche se le modifiche al gameplay sono minime (si accede a una nuova area, la si esplora, si uccidono i nemici che si devono uccidere e si passa a quella successiva), la possibilità di usare due personaggi con caratteristiche diverse e la grande cura con cui è stato ricostruito il Giappone feudale rendono questo capitolo meritevole di essere giocato, soprattutto per i fan.
«Nonostante mi sia infastidita nel fare avanti e indietro tra i personaggi che attivano le missioni», scrive Daniella Lucas sul Guardian, «non riesco a smettere di pensare al gioco. La resa magistrale dei momenti emotivamente più intensi del gioco, come la dolorosa ripresa di Naoe dopo aver perso tutto quello che le era caro, ti permettono di sentire tutta la rabbia e il dolore che provano i due protagonisti del gioco». «La bellezza di questi momenti», conclude Lucas riferendosi anche alla bellezza dei luoghi che si visitano giocando, «compensa alla grande i punti deboli del gioco».