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  • Mercoledì 19 marzo 2025

Israele ha cominciato una nuova operazione di terra nella Striscia di Gaza

Confermando di fatto la fine del cessate il fuoco con Hamas, dopo gli intensi bombardamenti degli ultimi giorni

Carri armati israeliani vicini al confine con la Striscia di Gaza (AP Photo/Ariel Schalit)
Carri armati israeliani vicini al confine con la Striscia di Gaza (AP Photo/Ariel Schalit)
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Mercoledì l’esercito israeliano ha iniziato una nuova operazione di terra nella Striscia di Gaza: in un comunicato diffuso nel pomeriggio, l’esercito ha detto che le sue truppe si stanno muovendo verso le parti centrali e meridionali della Striscia, con l’obiettivo di «creare una parziale zona cuscinetto» tra il nord e il sud. Per farlo le truppe stanno riprendendo il controllo del corridoio Netzarim, che divide il nord della Striscia di Gaza dal resto del territorio. L’esercito israeliano aveva già occupato il corridoio per mesi, ma si era poi ritirato lo scorso 9 febbraio, come previsto dall’accordo per il cessate il fuoco.

Questo conferma di fatto la fine del cessate il fuoco con Hamas, che era iniziato lo scorso 19 gennaio e che Israele aveva violato martedì, bombardando intensamente varie zone della Striscia e uccidendo centinaia di persone palestinesi.

Proprio il ritiro di Israele dal corridoio di Netzarim aveva permesso a centinaia di migliaia di palestinesi di tornare nel nord della Striscia, da dove se n’erano dovuti andare durante i primi mesi di guerra a causa dei continui attacchi e bombardamenti israeliani e degli ordini di evacuazione imposti dall’esercito. Israele considera il corridoio essenziale per controllare territorialmente la Striscia, e impedire i movimenti tra nord e sud tanto della popolazione quanto dei miliziani di Hamas.

Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas ha retto per circa due mesi, seppure con scontri sporadici e varie incomprensioni: in quel periodo i combattimenti si sono sostanzialmente interrotti; Hamas ha rilasciato 25 ostaggi e i corpi di altri otto morti durante la prigionia; e Israele ha liberato circa 2mila prigionieri palestinesi. Il 2 marzo era però scaduta la “prima fase” dell’accordo, e Israele finora si è rifiutato di procedere con i colloqui per accordarsi sulla seconda, in cui dovrebbero essere negoziati il ritiro completo delle truppe israeliane da Gaza e la fine dei combattimenti.

Dopo settimane di stallo, martedì l’esercito israeliano aveva bombardato varie città della Striscia tra cui Gaza, Rafah e Khan Yunis: secondo il ministero della Salute della Striscia gli attacchi hanno ucciso almeno 400 persone, uno dei numeri più alti in un solo giorno dall’inizio della guerra, il 7 ottobre del 2023. Quei bombardamenti avevano di fatto messo fine al cessate il fuoco.

– Leggi anche: I devastanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza

Sempre martedì Israele aveva ordinato alla popolazione palestinese di andarsene da varie zone della Striscia, in vista di un aumento delle operazioni militari. I bombardamenti sono proseguiti anche mercoledì.