A Genova il colore dei rimorchiatori del porto è una questione di identità
In città è nato un dibattito per preservare il tipico arancione, che sta lasciando spazio al giallo e al nero

Negli ultimi mesi il porto di Genova ha leggermente cambiato aspetto per via del nuovo colore dei rimorchiatori, le potenti barche utilizzate per accompagnare le grandi navi nei porti e aiutarle nelle manovre di attracco. Erano da almeno 40 anni di un arancione caratteristico, visibile a chilometri di distanza, ora stanno diventando man mano gialli e neri per decisione della nuova proprietà. Su questa modifica si è sviluppato un dibattito di cui ha dato conto Repubblica Genova, che ha raccolto i dubbi di alcuni esperti di paesaggio.
Il passaggio di proprietà dell’azienda Rimorchiatori Mediterranei è stato un caso abbastanza eclatante nel settore della logistica. Nel 2022 l’azienda fu acquisita dalla compagnia di navigazione Msc, che negli ultimi anni è cresciuta fino a diventare la prima al mondo per numero di navi e per container trasportati. Msc è arrivata a controllare buona parte del traffico merci mondiale grazie all’acquisizione di molte società in tutti i livelli della catena dei trasporti: porti, banchine per lo scarico delle merci, treni, poli logistici e appunto rimorchiatori. Ci è riuscita anche perché ha moltissimi soldi da investire: nell’ottobre del 2022 acquistò Rimorchiatori Mediterranei per circa un miliardo di euro.
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Dall’agosto dello scorso anno la società ha cambiato nome, ora si chiama MedTug Spa. Oltre ai rimorchiatori del porto di Genova gestisce anche quelli di Salerno, Augusta, Milazzo, Siracusa, Catania, Messina, Trieste, Ravenna, Ancona, Ortona, Vasto, Termoli, Pescara; all’estero gestisce quelli di Floro in Norvegia, Malta, Singapore e i terminal carboniferi in Colombia.
Al di là del nome, a Genova il segnale più visibile del cambio di proprietà sono stati proprio i nuovi colori dei rimorchiatori, quel giallo e nero che riprendono i colori di Msc. L’arancione era considerato ormai tipico del porto: è il colore che richiama il minio, il pigmento nella vernice a olio che viene usata per proteggere dalla ruggine ferro, acciaio e ghisa, e prodotta da oltre cento anni da molti colorifici e aziende chimiche genovesi. Già negli anni Ottanta, quando fu cambiato per la prima volta il colore – da nero, azzurro e bianco all’attuale arancione – ci fu un certo dibattito.
Secondo Stefano Fera, architetto e presidente della sezione di Genova dell’associazione Italia Nostra, togliere l’arancione ai rimorchiatori è un po’ come cambiare colore ai taxi neri di Londra, i cab: «Comprendo, insomma, la scelta di cambiare logo per definire una nuova appartenenza societaria, ma quel colore arancione appartiene al paesaggio storico del porto. La peculiarità di Genova è avere due paesaggi, quello urbano delle case sulla Ripa, delle colline, dei palazzi di Strada Nuova e, poi, come contraltare, il paesaggio portuale, altrettanto caratterizzato, ad esempio dall’inconfondibile arancione dei rimorchiatori: ed è il rapporto forte tra i due paesaggi, il loro dialogo, a rendere Genova così particolare». Fera ha spiegato a Repubblica che l’arancione è un colore strategico perché è complementare all’azzurro del mare e per questo rende i mezzi molto più visibili e riconoscibili anche a distanza.
L’artista e fotografo Eugenio Costa ha detto che non è una questione di nostalgia o di ostinazione a mantenere tutto com’è. Questo dibattito riguarda piuttosto la conservazione di un carattere evidente del porto e la testimonianza del lavoro dei portuali.
È lo stesso principio che muove le amministrazioni comunali ad approvare regolamenti molto restrittivi per i colori delle facciate dei palazzi, come accade in moltissime città italiane. Ma a differenza dell’architettura, nel caso del porto non sembrano esserci i presupposti per impedire il cambio di colore. Lo ha chiarito Guido Rosato, ex responsabile dell’ufficio tutela patrimonio tecnologico, marittimo, archeologico industriale della Soprintendenza ligure, ed esperto di archeologia industriale portuale. «Non ci sono i presupposti normativi, per quanto mi risulta, per mettere un vincolo sui rimorchiatori: certo quell’arancione è il colore del porto di Genova e li contraddistingueva, così come il nero è specifico per quelli di Livorno», ha detto.