Bruce Willis è diverso dagli altri duri di Hollywood
È ricordato come un poliziotto dal grilletto facile, ma fu grande anche in altri ruoli: oggi che è 70enne non può più recitare

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In un lungo articolo pubblicato tre anni fa, il critico cinematografico Matt Goldberg scrisse che la carriera di Bruce Willis è stata diversa da quella di altri duri di Hollywood, come Sylvester Stallone o Arnold Schwarzenegger. A differenza di molti colleghi, prima di diventare una presenza ricorrente nei film d’azione Willis ottenne infatti il suo primo momento di popolarità grazie a una parte fondamentalmente comica: quella di David Addison, l’investigatore privato di Moonlighting – Agenzia Blue Moon, un’apprezzata serie tv poliziesca americana che alternava momenti divertenti e drammatici.
In quel contesto Willis dimostrò di «possedere dei tempi comici da attore esperto» e, come ha scritto Goldberg, una versatilità che gli permetteva di risultare credibile in tutte le situazioni. La sua fisicità e il suo carisma sarebbero stati notati tre anni dopo da John McTiernan, il regista che affidò a Willis il ruolo per cui è tuttora maggiormente ricordato: quello di John McClane, l’agente sboccato, istintivo e dal grilletto facile della serie Die Hard.
Goldberg scrisse quell’articolo il 31 marzo 2022. Il giorno prima i familiari di Willis avevano annunciato il suo ritiro dalla recitazione per via dell’afasia, un disturbo del linguaggio che compromette le capacità comunicative.
L’effettiva gravità della situazione fu resa pubblica soltanto l’anno successivo, quando l’attrice Demi Moore comunicò che le condizioni di Willis erano degenerate a causa di una demenza frontotemporale, termine che indica un gruppo di disturbi cerebrali che interessano soprattutto alcune aree del cervello, con conseguenze sull’articolazione del linguaggio, sulla personalità e sul comportamento. Moore fu sposata con Willis dal 1987 al 2000, e dopo il divorzio ha sempre mantenuto con lui un ottimo rapporto. Negli ultimi tre anni si è occupata di comunicare al pubblico gli aggiornamenti sulle condizioni dell’ex marito.
In un’intervista data a Variety a febbraio, Moore ha detto che continua a visitarlo ogni settimana e ad assicurarsi che la sua attuale compagna, la modella Emma Heming, abbia tutto il supporto necessario.
Willis nacque il 19 marzo 1955 a Idar-Oberstein, in una base militare dell’allora Germania Ovest in cui suo padre prestava servizio. Si trasferì due anni dopo a Penns Grove, nello stato americano del New Jersey, e sviluppò una passione precoce per il cinema già durante le scuole superiori: scoprì infatti che stare sul palco era un ottimo rimedio per i suoi problemi di balbuzie, e si appassionò alla recitazione imitando le pose dei suoi attori preferiti, come Gary Cooper, Steve McQueen e Robert De Niro.
Dopo aver svolto molti lavori saltuari, Willis ottenne un primo, piccolo ruolo nel 1978, con una breve apparizione nel film Animal House. Quattro anni dopo recitò una parte non accreditata in Il verdetto di Sidney Lumet, in cui compariva in un’aula di tribunale insieme a Tobin Bell. Il suo voltò diventò familiare a milioni di famiglie americane soltanto nella seconda metà degli anni Ottanta, prima grazie al grande successo televisivo di Moonlighting – Agenzia Blue Moon e poi grazie al culto che si creò attorno a Die Hard – Trappola di cristallo (1988), il primo capitolo di una delle saghe d’azione più conosciute e influenti di sempre.
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I provini per il ruolo dell’agente McClane furono molto lunghi e complessi. McTiernan sondò alcuni degli attori di film di azione più famosi degli anni Ottanta, tra cui Stallone, Schwarzenegger, Harrison Ford, Mel Gibson, Richard Gere, Don Johnson e Burt Reynolds. Tutti rifiutarono, e alla fine a spuntarla fu proprio Willis, che nonostante la scarsa esperienza fu pagato 5 milioni di dollari, una cifra altissima e compatibile con i compensi degli attori più famosi di quel momento. La somma fu approvata direttamente da Rupert Murdoch, proprietario della casa cinematografica 20th Century Fox, che produsse il film.
Come ha notato Goldberg, la fama di Willis nei film d’azione ha spesso portato i critici a sottostimare le sue doti da attore drammatico. I suoi ruoli più memorabili in tal senso sono soprattutto due: quello da comprimario in Pulp Fiction di Quentin Tarantino (1994), in cui interpretava Butch Coolidge, uno sconquassato pugile prossimo al ritiro che viene corrotto da una banda criminale affinché perda il suo ultimo incontro; e quello da protagonista nel Sesto senso di M. Night Shyamalan, il quasi-horror più famoso di sempre, in cui impersonava lo psicologo infantile Malcolm Crowe.
Willis sarebbe poi diventato uno degli attori feticcio di Shyamalan, forse il regista che ha saputo enfatizzare al meglio le sue doti recitative. Negli anni successivi lo avrebbe coinvolto in diversi film ambientati in un grottesco universo supereroistico: Unbreakable – Il predestinato (2000), il più apprezzato della saga, Split (2016) e Glass (2019).
Willis è stato diretto anche da altri registi molto quotati, come Tony Scott (L’ultimo boy scout, 1991), Robert Zemeckis (La morte ti fa bella, 1992), Terry Gilliam (L’esercito delle 12 scimmie, 1995) e Luc Besson (Il quinto elemento, 1997).
Parlando del suo scarso riconoscimento come attore drammatico, Goldberg ha scritto che per il pubblico è stato «incredibilmente facile ignorare o trascurare» le interpretazioni più rilevanti di Willis, dato che in quasi tutti i casi sono state oscurate da altri aspetti. «È facile dimenticare che Bruce Willis è in Pulp Fiction quando quel film hai Samuel L. Jackson, John Travolta e Uma Thurman che fanno interpretazioni da Oscar. È facile dimenticare la sua prova in L’esercito delle 12 scimmie quando hai una messa in scena brillante come quella di Terry Gilliam e una delle migliori interpretazioni di Brad Pitt», ha scritto.
Un altro esempio citato da Goldberg è quello del Sesto senso: anche in quel caso Willis fu molto convincente, ma la sua interpretazione fu messa in ombra dal precoce talento di Haley Joel Osment, il bambino coprotagonista del film, e da uno dei colpi di scena più famosi e riusciti della storia del cinema.
Prima di ritirarsi, Willis aveva recitato soprattutto in film d’azione piuttosto dimenticabili, diventando bersaglio di bonarie prese in giro.
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