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  • Martedì 18 marzo 2025

Cosa c’è nel libro che Meta non vuole sia letto

"Careless People" è stato scritto da un'ex dipendente molto critica su Mark Zuckerberg e la società, a cui è stato vietato di promuoverlo

Il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, durante la presentazione di un modello di occhiali per la realtà aumentata a settembre del 2024 (AP Photo/Godofredo A. Vásquez)
Il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, durante la presentazione di un modello di occhiali per la realtà aumentata a settembre del 2024 (AP Photo/Godofredo A. Vásquez)
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Meta, la società che controlla Facebook e Instagram, sta facendo di tutto per evitare che Careless People, un libro molto critico nei suoi confronti, continui a essere venduto e diffuso. La scorsa settimana ha ottenuto in tribunale che l’autrice Sarah Wynn-Williams, una ex dipendente di Facebook, sospenda la promozione del libro in attesa di una decisione sull’eventuale violazione del contratto che aveva firmato con Meta. Nonostante la decisione, il libro continua a essere venduto e la casa editrice Macmillan ha detto di non avere intenzione di ritirarlo.

Careless People era stato messo in vendita lo scorso 11 marzo negli Stati Uniti, senza che ci fossero state particolari anticipazioni nei giorni precedenti e cogliendo di sorpresa diverse persone. Nel libro sono segnalati presunti casi di molestie da parte di alcuni dirigenti di Facebook nei confronti di Wynn-Williams, ma anche i cambiamenti di approccio da parte del CEO Mark Zuckerberg su molte questioni, dai rapporti con la Cina a quelli politici negli Stati Uniti. Meta sostiene che il libro contenga numerose falsità e che sia denigratorio, e ha ricordato di avere licenziato Wynn-Williams per la sua «scarsa resa».

Wynn-Williams è neozelandese e mentre lavorava all’ambasciata della Nuova Zelanda a Washington, negli Stati Uniti, si era candidata per lavorare a Facebook dove era stata assunta nel 2011. Nei sette anni successivi aveva ricoperto il ruolo di “Director of Public Policy”, con il compito di influenzare le politiche di governi, enti regolatori e altre istituzioni in modo favorevole agli interessi dell’azienda. Nel 2017 aveva lasciato Facebook e, mentre iniziava una carriera legata al settore dell’intelligenza artificiale, aveva iniziato a pensare a un libro in cui raccogliere le proprie memorie sugli anni trascorsi nell’azienda.

Nel libro, Wynn-Williams dice di avere lavorato in varie occasioni a stretto contatto sia con Zuckerberg sia con Sheryl Sandberg, direttrice operativa di Facebook fino al 2022 e tra le persone più influenti nel settore tecnologico degli Stati Uniti. Il titolo stesso del libro, Careless People, fa riferimento a una frase del romanzo Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, in cui due personaggi sono definiti  “gente incurante”: «Sfracellavano cose e persone e poi si ritiravano nel loro denaro o nella loro ampia noncuranza o in ciò che comunque li teneva uniti, e lasciavano che altri mettessero a posto il pasticcio che avevano fatto».

Wynn-Williams racconta che nei suoi anni a Facebook ebbe modo di vedere Zuckerberg cambiare, diventando via via più interessato ad avere visibilità, essere apprezzato e adulato. Cita un episodio dove le era stato chiesto di radunare un’enorme folla per accogliere Zuckerberg durante un suo tour in Asia per promuovere l’azienda, ma anche il tentativo di avvicinarsi al presidente cinese Xi Jinping per provare a persuaderlo a sbloccare Facebook in Cina, superando i sistemi di censura che lo rendono inaccessibile nel paese. L’apertura avrebbe permesso a Facebook di aggiungere centinaia di milioni di nuovi utenti, ma Xi non mostrò particolare interesse anche se – secondo Wynn-Williams – Zuckerberg si era offerto di fare diverse concessioni sul controllo dei contenuti in modo da non violare la censura del governo cinese.

Il libro cita anche il periodo intorno al 2016, quando Facebook decise di fornire assistenza con il proprio personale alla campagna elettorale per Donald Trump, che vinse poi le elezioni contro Hillary Clinton. Wynn-Williams aggiunge che – in seguito al successo di Trump – Zuckerberg valutò seriamente di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti, tenendo alcuni discorsi negli stati in bilico in cui suonava «come un bambino che pensa che un presidente parli in quel modo».

Secondo Wynn-Williams intorno a Zuckerberg si era creata una tale condiscendenza da fargli sovrastimare ampiamente le sue effettive capacità. I suoi collaboratori lo lasciavano vincere ai giochi da tavolo, se dimenticava qualcosa come il passaporto per un viaggio non era colpa sua, ma dei suoi assistenti, e si riferiva ai politici dubbiosi delle politiche adottate dal suo social network come «avversari» da «tirare dalla nostra parte».

Viene anche citata la questione del Myanmar, quando una campagna massiccia di disinformazione condotta tramite le piattaforme di Meta fu tra le cause di migliaia di uccisioni e violenze razziste soprattutto nei confronti della minoranza dei Rohingya. Facebook nel 2018 ammise di avere avuto un ruolo nelle campagne d’odio, ma rifiutò di assumersi tutte le responsabilità.

Altre parti del libro si concentrano su Sandberg, che nel 2013 aveva pubblicato Lean in, un saggio sul ruolo delle donne nelle aziende e sulle loro opportunità di carriera, che aveva avuto un grande successo, anche se i più critici avevano segnalato come le esperienze raccontate derivassero da un’autrice con non pochi privilegi. Wynn-Williams scrive che lavorandoci insieme cambiò la propria opinione su Sandberg, arrivando alla conclusione che il suo attivismo fosse solo di facciata e che fosse invece molto attenta alle dimostrazioni di «obbedienza e vicinanza» da parte dei suoi collaboratori.

Gli episodi su Sandberg sono vari e spesso legati secondo l’autrice a una certa mancanza di consapevolezza dei limiti e dei confini, tra colleghi di lavoro. In un’occasione Sandberg incaricò la propria assistente Sadie di andare a fare shopping e acquistare «lingerie per entrambe senza limiti di budget e Sadie ubbidì, spendendo 10mila dollari in intimo per Sheryl e 3mila dollari per sé». Quando Sadie la ringraziò, Sandberg rispose: «Felice di trattare le tue tette come meritano». In un’altra occasione «Sheryl e Sadie fecero a turno a dormire una sul grembo dell’altra» accarezzandosi a vicenda i capelli mentre erano in un lungo viaggio in auto. Wynn-Williams racconta che in occasione di un volo di dodici ore su un jet privato Sandberg riservò per sé l’unico letto disponibile a bordo, insistendo più volte perché Wynn-Williams dormisse con lei.

Altri racconti riguardano Joel Kaplan, repubblicano e con un passato nell’amministrazione di George W. Bush, oggi presidente degli affari globali di Meta e all’epoca già vicepresidente nel medesimo ufficio. Secondo Wynn-Williams durante una festa aziendale Kaplan si strusciò contro di lei dicendole che era “sexy”. Kaplan chiese poi con insistenza a Wynn-Williams di partecipare a delle videoconferenze, anche se aveva appena avuto il suo secondo figlio e un grave problema di salute durante il parto. Lei lo fece presente all’azienda ma un’indagine interna non portò a rilevare particolari problemi, e la sua segnalazione nei confronti di Kaplan fu chiusa.

Il libro di Wynn-Williams si inserisce in un ampio filone di accuse nei confronti di Meta, sia sulla gestione del proprio personale sia delle piattaforme utilizzate ogni giorno da miliardi di persone per informarsi, comunicare e svagarsi. Molte delle accuse sono basate su rivelazioni e documenti interni della società, sull’esperienza di ex dipendenti o di persone che ancora lavorano all’interno di Meta e che hanno parlato ai giornalisti mantenendo l’anonimato. In più occasioni l’azienda ha risposto alle accuse e alle critiche, smentendo alcuni problemi o impegnandosi a risolverne altri.

Nel caso di Careless People la società ha cercato da subito di bloccare la diffusione del libro, sostenendo che Wynn-Williams avesse sottoscritto una clausola contrattuale che le avrebbe impedito di fare dichiarazioni negative nei confronti di Meta, una volta concluso il rapporto di lavoro. Clausole di questo tipo sono frequenti soprattutto nel caso di manager e dirigenti, insieme agli accordi di riservatezza per evitare che svelino informazioni interne delle aziende per cui hanno lavorato. Meta ha quindi chiesto un arbitrato di emergenza, ottenendo un ordine per Wynn-Williams di sospendere la promozione del libro in attesa di ulteriori pronunciamenti.

La decisione non sembra abbia avuto particolari conseguenze. Il libro è ancora disponibile per l’acquisto e continua a essere segnalato sul sito della casa editrice Macmillan. Le polemiche intorno alla sua pubblicazione e il tentativo di Meta di fermarne la diffusione sembra abbiano giovato al libro, che lunedì mattina appariva al quarto posto della classifica generale dei libri più venduti su Amazon negli Stati Uniti. La casa editrice ha detto di essere: «Inorridita dalle tattiche di Meta volte a mettere a tacere la propria autrice attraverso l’uso di una clausola nel contratto di risoluzione del rapporto lavorativo». Macmillan ha inoltre segnalato di avere eseguito un «approfondito lavoro di editing e verifica» del libro prima di pubblicarlo.

Meta ha descritto Careless People come un «misto di affermazioni obsolete, cose già discusse in precedenza su Meta e accuse false nei confronti dei nostri dirigenti». La società ha anche pubblicato un breve documento nel quale fornisce una versione diversa delle informazioni contenute nel libro, per esempio sull’interesse di Meta verso la Cina e le questioni legate al Myanmar.

In un’intervista data poco prima dell’arbitrato, Wynn-Williams aveva detto di essere colpita dalla scelta di Meta di accusarla di avere pubblicato un libro privo di verifica dei fatti: «Non trovate ironico che si stiano distanziando dal fact-checking eppure una delle vostre domande sia a nome di un portavoce di Meta che tira in ballo il fact-checking? È un’ipocrisia scandalosa. […] Stanno cercando di screditarmi e convincere la gente a non leggere il libro».

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