«Ridateci la Statua della Libertà»
Lo ha chiesto un politico francese criticando le politiche di Donald Trump contro la ricerca scientifica

Domenica Raphaël Glucksmann, segretario del partito di centrosinistra francese Place publique, ha chiesto provocatoriamente agli Stati Uniti di restituire la Statua della Libertà alla Francia, che la donò agli Stati Uniti nel 1885. Glucksmann ha motivato la sua richiesta sostenendo che le politiche del presidente Donald Trump vadano contro agli ideali di libertà rappresentati dal monumento.
La Statua della Libertà fu disegnata dallo scultore francese Auguste Bartholdi, e alla sua realizzazione partecipò anche il celebre ingegnere Gustave Eiffel (quello della Torre). Fu donata dalla Francia agli Stati Uniti in segno di amicizia per il centenario della dichiarazione di indipendenza statunitense dal Regno Unito. Da allora si trova su un’isola di fronte a New York, Liberty Island. In realtà ci sono già diverse Statue della Libertà in Francia: solo a Parigi ce ne sono cinque riproduzioni, fra cui una alta 11,6 metri vicino al ponte di Grenelle.
Parlando al congresso del suo partito, Glucksmann ha detto:
Diremo agli americani che hanno scelto di passare dalla parte dei tiranni, agli americani che licenziano i ricercatori per aver dato prova di libertà scientifica, «ridateci la Statua della Libertà. Ve l’abbiamo regalata, ma apparentemente la disprezzate. Quindi starà meglio da noi».
Nel suo discorso Glucksmann si riferiva in particolare al licenziamento di molti ricercatori da parte dell’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump e all’interruzione dei finanziamenti a progetti di ricerca che percepisce come contrari al suo progetto politico. Migliaia di licenziamenti sono stati decisi per motivi legati alla presunta scarsa produttività degli scienziati, e fra le altre cose molti programmi che contenevano parole come “diversità”, “equità” e “inclusione” (parte di un acronimo che indica le iniziative volte a favorire gruppi discriminati) hanno perso i finanziamenti governativi, anche quando le ricerche non avevano nulla a che fare con le iniziative per l’inclusione.
Le parole di Glucksmann sono state accolte con entusiasmo dal pubblico. Il segretario ha poi aggiunto che se gli Stati Uniti licenzieranno i propri migliori ricercatori per motivi politici e slegati dalla loro attività scientifica, la Francia dovrebbe accoglierli e dargli lavoro. Ha inoltre invitato i membri del partito a contrastare i sostenitori in Francia di Donald Trump e di Elon Musk, il miliardario che dirige l’agenzia informale del governo statunitense che sta gestendo i licenziamenti e l’interruzione dei fondi nel governo federale statunitense. Glucksmann è anche un grande sostenitore degli aiuti militari all’Ucraina, e aveva già molto criticato Donald Trump per la sua vicinanza al presidente russo Vladimir Putin.
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