L’ex presidente georgiano Saakashvili è stato condannato a 4 anni e 6 mesi per aver attraversato illegalmente il confine del paese

Lunedì l’ex presidente georgiano Mikheil Saakashvili è stato condannato ad altri quattro anni e sei mesi di carcere, per aver attraversato illegalmente il confine della Georgia nel 2021: meno di una settimana fa era stato condannato a nove anni di carcere per appropriazione indebita. Nel 2021 Saakashvili era arrivato nella città portuale georgiana di Poti su una nave proveniente dall’Ucraina, in vista delle elezioni locali di di quell’anno, dopo aver annunciato il suo ritorno in Georgia in un video postato su Facebook. Le autorità georgiane lo avevano arrestato e accusato di essere entrato clandestinamente nel paese, dato che l’aveva fatto in segreto e senza possedere la cittadinanza georgiana, che gli era stata revocata nel 2014.
Nel processo sull’attraversamento illegale del confine da parte di Saakashvili erano state coinvolte altre quattro persone, arrestate con l’accusa di averlo aiutato ad attraversare il confine e di aver nascosto l’accaduto: erano state rilasciate nel gennaio del 2022 dopo aver pagato una cauzione di 5.000 lari georgiani (poco più di 1.600 euro).
Saakashvili è stato presidente della Georgia per due mandati, dal 2004 al 2007 e dal 2008 al 2013, ed è considerato ancora uno dei principali esponenti dell’opposizione al partito che governa il paese da più di dieci anni, Sogno Georgiano. Nel 2018 era già stato condannato in contumacia per abuso di potere. Da quando è stato arrestato nel 2021 le sue condizioni sono piuttosto precarie e nel 2023 disse di essere stato avvelenato in carcere.