In Toscana gli allagamenti hanno fatto grossi danni

Il presidente della regione Eugenio Giani ha parlato di più di 100 milioni di euro, per la metà nell'area metropolitana di Firenze

Una strada di Sesto Fiorentino in cui si vede una catasta di oggetti danneggiati dal fango
Una strada di Sesto Fiorentino dopo l'esondazione del Rimaggio, 16 marzo 2025 (ANSA NPK)
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Domenica le condizioni meteorologiche sulla Toscana e sull’Emilia-Romagna sono migliorate e sono iniziati i lavori per ripulire le strade riempite di fango e quantificare i danni causati da esondazioni e allagamenti a strade, case e attività economiche. Secondo una stima preliminare diffusa dal presidente della regione Eugenio Giani in Toscana i danni sono per una cifra superiore ai 100 milioni di euro, di cui la metà nell’area metropolitana di Firenze. In alcune località delle province di Livorno, Pisa e Firenze la quantità di pioggia ha raggiunto livelli paragonabili a quelli della grande alluvione del 1966.

Una delle città che ha avuto più danni è Sesto Fiorentino, in provincia di Firenze, dove venerdì era esondato il torrente Rimaggio e parte del centro si era allagata. Venti persone hanno dovuto passare la notte in albergo per via dei danni alle proprie abitazioni. Il sindaco Lorenzo Falchi ha detto che non è ancora stata fatta una stima dei danni, ma che le attività economiche interessate sono «tra le 30 e le 40».

Tra i locali che sono stati allagati a Sesto c’è anche lo storico studio di registrazione Parsifal, dove sono stati prodotti i dischi di molti cantanti e gruppi italiani, tra cui Anna Oxa, Raf, Max Gazzè, i Negrita, i Litfiba, Irene Grandi. Secondo una prima stima ci sono danni per migliaia di euro perché sono stati danneggiati gli impianti audio, i pavimenti insonorizzati e molti strumenti, compresi quelli del gruppo folk fiorentino Bandabardò. La situazione dello studio è stata segnalata da Piero Pelù, che si è unito alle persone impegnate nella pulizia dal fango, tra cui musicisti e allievi della scuola di musica associata allo studio.

Sempre in provincia di Firenze ci sono stati danni a Calenzano, dove si sono allagate la biblioteca civica e due palestre scolastiche, e molte strade sono state interrotte. Ci sono strade ancora allagate e attività commerciali danneggiate anche a Campi Bisenzio, già interessata dall’alluvione del novembre 2023, e a Pelago e Pontassieve, dove è esondata la Sieve e circa 50 persone hanno dovuto dormire fuori casa. A Vicchio si è allagata l’area industriale e negli stabilimenti di aziende e artigiani è stato misurato più di un metro e mezzo d’acqua; nel territorio dello stesso comune ci sono state anche 23 frane. A Palazzuolo sul Senio, a causa di una frana, è riemersa una vecchia discarica. Nel comune di Lastra a Signa i circa 500 abitanti di una frazione che erano rimasti isolati da giovedì per frane e alberi caduti sono stati “liberati”.

Un tratto della “Fi-Pi-Li”, la strada regionale che collega Firenze, Pisa e Livorno, è tuttora chiuso vicino allo svincolo di Vicarello, perché allagato: la città metropolitana di Firenze ha fatto sapere che due pompe idrovore stanno prelevando l’acqua per farla confluire nello scolmatore dell’Arno, un canale vicino alla strada, e che in serata la strada dovrebbe tornare percorribile nella sua interezza.

Altri danni infine ci sono stati in alcuni paesi dell’Appennino: a Marradi, sul Lamone, 120 persone sono rimaste isolate e 29 sono state evacuate.

In Romagna, regione già interessata da tre alluvioni negli ultimi due anni, i danni sono stati più limitati. I problemi maggiori sono stati a Brisighella, un comune delle colline della provincia di Ravenna, dove la piena del fiume Lamone ha superato gli argini e invaso alcuni campi: le frane nella zona hanno messo fuori uso un potabilizzatore dell’acqua corrente.