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  • Domenica 16 marzo 2025

Nel Kursk i soldati ucraini sono sempre più in difficoltà

Si stanno ritirando velocemente dal territorio che avevano occupato ad agosto, mentre l'esercito russo continua ad avanzare

(Iryna Rybakova/Ukraine's 93rd Mechanized Brigade via AP)
(Iryna Rybakova/Ukraine's 93rd Mechanized Brigade via AP)
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Negli ultimi giorni la rapida offensiva della Russia nel Kursk, che l’Ucraina occupa parzialmente dalla scorsa estate, sta costringendo l’esercito ucraino a ritirarsi progressivamente, abbandonando una regione considerata cruciale nei negoziati in corso su un possibile cessate il fuoco. Giovedì la Russia aveva detto di aver conquistato Sudzha, la città principale tra quelle occupate dall’Ucraina: lo stato maggiore ucraino non aveva commentato pubblicamente la notizia, ma sabato ha pubblicato una mappa che mostra effettivamente la città fuori dall’area rimasta sotto il suo controllo.

In azzurro è segnato il territorio ucraino occupato nella regione russa del Kursk, le frecce rosse corrispondono all’avanzata dell’esercito russo, “Суджа” è “Sudzha” (Stato maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina / Facebook)

L’Ucraina aveva occupato una grossa parte del Kursk lo scorso agosto, con una inaspettata e sorprendente incursione militare in territorio russo. In sette mesi però ha perso il controllo di circa due terzi della zona conquistata inizialmente. La controffensiva russa, a cui stanno partecipando anche soldati della Corea del Nord, è diventata più intensa da quando gli Stati Uniti hanno interrotto il sostegno militare all’Ucraina e la condivisione delle informazioni d’intelligence.

Dalla mappa si nota che a sud di Sudzha l’esercito russo è riuscito ad avanzare molto all’interno del territorio controllato dall’Ucraina, arrivando quasi a tagliarlo in due. Questa situazione era stata notata a partire dal 10 marzo e negli scorsi giorni il presidente russo Vladimir Putin aveva detto più volte che il suo esercito era vicino ad accerchiare le truppe ucraine. Mercoledì Putin era anche andato nel Kursk e aveva visitato i territori riconquistati. Le sue dichiarazioni erano state riprese anche dal presidente statunitense Donald Trump, che aveva detto che migliaia di truppe ucraine erano «completamente circondate» dai soldati russi.

Fra venerdì e sabato l’Ucraina ha smentito che le sue truppe siano accerchiate dai russi e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato Putin di averlo sostenuto solo per fare pressione nei colloqui sul cessate il fuoco. Anche il rispettato think tank statunitense Institute for the Study of War ha detto di non avere prove che l’esercito russo abbia «accerchiato un numero significativo di forze ucraine» nell’area. Ha sostenuto invece che quella che l’esercito ucraino sta compiendo in questi giorni sarebbe più che altro una grande ritirata obbligata dal rapido avanzamento dei russi.

Non è quindi chiaro quale sia l’effettiva situazione sul campo, ma è certo che le truppe ucraine siano in difficoltà. Parlando con il New York Times, il comandante di un’unità ucraina attiva nel Kursk aveva confermato questa situazione già la settimana scorsa: «È vero, non possiamo fermarli. Ci spazzano via, avanzando in gruppi di 50 nordcoreani mentre noi abbiamo solo sei uomini in posizione».

Negli scorsi giorni dei blogger militari russi (anche noti come “milblogger”) avevano pubblicato dei video che sembravano mostrare alcune truppe ucraine ritirarsi velocemente in strette colonne. Questi video non sono stati confermati in modo indipendente, ma i milblogger sono esperti e analisti militari nazionalisti che commentano e descrivono in modo costante le operazioni di guerra.

È uno sviluppo molto negativo per Zelensky, che negli ultimi mesi aveva presentato i territori occupati del Kursk come un possibile elemento di scambio per ottenere maggiori concessioni dalla Russia nel corso di futuri negoziati per la fine della guerra. Perdere del tutto il controllo della regione a questo punto indebolirebbe ulteriormente la posizione del suo governo nei negoziati.

In questi giorni Zelensky ha accusato Putin di dare risposte vaghe alla proposta di un cessate il fuoco di 30 giorni concordata dall’Ucraina con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di bloccare l’avanzamento della diplomazia e guadagnare tempo in un momento in cui le operazioni militari russe, specialmente nel Kursk, stanno avendo successo.

– Leggi anche: A che punto sono i colloqui per il cessate il fuoco in Ucraina