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  • Sabato 15 marzo 2025

Trump e Musk contro il Sudafrica

Gli Stati Uniti hanno espulso l'ambasciatore Ebrahim Rasool, nell'ultima decisione presa per sostenere la minoranza bianca contro l'ANC di Nelson Mandela

Elon Musk e Donald Trump a marzo 2025 (Pool via AP)
Elon Musk e Donald Trump a marzo 2025 (Pool via AP)
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Gli Stati Uniti hanno espulso l’ambasciatore del Sudafrica Ebrahim Rasool, nell’ultimo sviluppo di un periodo di pessimi rapporti fra i due paesi cominciato con l’insediamento di Donald Trump come presidente lo scorso gennaio e in parte alimentato da Elon Musk, sudafricano, e dal suo controverso rapporto con il paese d’origine e la sua storia di apartheid.

La notizia dell’espulsione dell’ambasciatore è stata data nella notte fra venerdì e sabato dal segretario di Stato Marco Rubio, che con un post su X ha definito Rasool un «politico che incita all’odio razziale e che odia gli Stati Uniti» e Trump. Rubio ha detto che per questo è ora considerato persona non grata. Nonostante gli Stati Uniti abbiano in passato preso provvedimenti simili contro diplomatici di grado inferiore, è molto raro che questo avvenga con un ambasciatore.

Gli Stati Uniti non hanno specificato il motivo della decisione, ma nel suo post Rubio ha condiviso un articolo del sito di notizie di destra Breitbart News che riportava parti di un discorso fatto venerdì da Rasool. Durante una conferenza, l’ambasciatore aveva detto che Trump era a capo di un movimento suprematista e che era stato eletto da persone bianche che temono il giorno in cui diventeranno una minoranza negli Stati Uniti. Nel suo discorso Rasool aveva anche criticato la decisione di Elon Musk di avvicinarsi all’estrema destra europea.

Il deterioramento dei rapporti fra Stati Uniti e Sudafrica è in gran parte legato all’alleanza fra Trump e Musk, che è nato e cresciuto Sudafrica durante l’apartheid – il regime di violenta segregazione razziale che tra la fine della Seconda guerra mondiale e il 1991 sancì la separazione tra bianchi e neri. Musk è un sostenitore della teoria cospirazionista secondo cui il governo sudafricano, guidato dall’African National Congress (il partito che fu presieduto da Nelson Mandela), stia «spingendo apertamente per il genocidio dei bianchi in Sudafrica».

Alla base di questo rinnovato astio c’è una legge recentemente promulgata dal governo del Sudafrica, chiamata Expropriation Act, che permette allo Stato di espropriare dei terreni, in alcuni casi eccezionali anche senza dare un indennizzo ai proprietari, se sono inutilizzati o se c’è un interesse pubblico nella loro redistribuzione. La legge è stata approvata dall’ANC senza i voti della Democratic Alliance (DA), un partito di centrodestra la cui leadership è quasi esclusivamente bianca e che dall’anno scorso fa parte della coalizione di governo. Il governo sudafricano ha detto che la legge serviva a correggerne una promulgata prima della fine dell’apartheid e che non è stata ancora usata dalla sua entrata in vigore. Ha negato inoltre che sia legata a questioni etniche.

Nonostante questo è stata duramente criticata sia da una minoranza in Sudafrica che da esponenti della destra all’estero come un provvedimento che discrimina apertamente la minoranza bianca del paese: a più di trent’anni dalla fine dell’apartheid, circa il 75 per cento dei terreni privati in Sudafrica appartiene ancora alla comunità bianca, che rappresenta solo il 7 per cento della popolazione, circa 4,5 milioni di persone. Il Sudafrica rimane infatti uno dei paesi più diseguali al mondo, dove le divisioni etniche sono ancora enormemente rilevanti.

A febbraio l’amministrazione di Trump aveva eliminato i fondi che il Sudafrica riceveva dall’USAID, l’agenzia del governo federale statunitense che da decenni fornisce aiuti umanitari e assistenza per lo sviluppo in decine di paesi in tutto il mondo, e che venivano usati in larga parte per contrastare la diffusione dell’HIV/AIDS nel paese.

A inizio marzo aveva bloccato tutti i fondi destinati al Sudafrica attraverso un ordine esecutivo che citava esplicitamente come ragione la promulgazione dell’Expropriation Act, definito come una legge che «discrimina palesemente» la minoranza bianca in Sudafrica. Trump aveva anche pubblicato sulla sua piattaforma Truth Social un post in cui diceva che «qualsiasi agricoltore (con famiglia!) del Sudafrica, che cerchi di fuggire da quel paese per motivi di sicurezza, sarà invitato negli Stati Uniti d’America con un rapido percorso verso la cittadinanza», un atteggiamento opposto a quello riservato ai milioni di persone immigrate negli Stati Uniti dal Sudamerica.

Nonostante i suoi commenti sul tema siano aumentati notevolmente da quando si è avvicinato a Musk, Trump sostiene questa teoria già dal 2018: al tempo stava ricoprendo il suo primo mandato da presidente e aveva stretto rapporti con AfriForum, una lobby sudafricana di destra che rappresenta la comunità bianca e che a partire dal 2018 aveva mandato diversi suoi esponenti negli Stati Uniti per perorare la sua causa. AfriForum sostiene che in Sudafrica gli agricoltori bianchi siano obiettivo di omicidi motivati dalla loro etnia, pubblicando periodicamente dei report sulle violenze commesse nei loro confronti.

Il contenuto di questi report è però considerato da molti fazioso e l’associazione è stata accusata di non tener conto nelle sue considerazioni dell’alto tasso di omicidi del paese, sia di persone bianche che di persone nere. Secondo AfriForum per esempio nel 2023 quasi 300 fattorie gestite da persone bianche sono state attaccate in tutto il paese e 49 persone sono state uccise in quegli episodi. Secondo l’ultimo censimento pubblico, redatto nel 2017, in Sudafrica ci sono 40mila fattorie, la maggior parte delle quali gestite da persone bianche, e nel 2023 ci sono stati nel paese 75 omicidi al giorno in media.

AfriForum sostiene anche che il governo sudafricano impedisca a Elon Musk di portare Starlink, il suo servizio di telecomunicazione satellitare, in Sudafrica perché è una persona bianca. Pochi giorni fa Musk aveva ripreso questa teoria in un post su X, dicendo che Starlink non operava in Sudafrica «perché io non sono nero». Il governo aveva respinto queste accuse, dicendo che l’azienda non aveva neanche chiesto il permesso. Secondo diversi quotidiani in realtà Musk starebbe cercando di evitare di dover sottostare a una legge sudafricana che chiede alle aziende di telecomunicazione straniere che vogliono lavorare nel paese di cedere il 30 per cento del capitale della filiale in Sudafrica ad aziende di proprietà di persone nere (nonostante Musk sia cittadino sudafricano, Starlink è prodotto da SpaceX, che è un’azienda registrata negli Stati Uniti).

– Leggi anche: 30 anni dopo la fine dell’apartheid, il Sudafrica è il paese più diseguale del mondo