• Moda
  • Venerdì 14 marzo 2025

Lo zaino Borealis di North Face è ovunque

Se il nome non vi dice niente guardatevi intorno e capirete subito qual è

Tre zaini modello Borealis in stazione Cadorna a Milano
(Il Post)
Tre zaini modello Borealis in stazione Cadorna a Milano (Il Post)
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Se iniziate a farci caso mentre andate in giro, vi scoprirete circondati da zaini Borealis Classic, il modello più famoso dell’azienda di abbigliamento americana North Face, soprattutto se vivete in una città universitaria. In dieci minuti alla stazione Cadorna di Milano una redattrice ne ha contati 23, portati in spalla soprattutto da ventenni, sia maschi sia femmine, ma anche da 40enni chiaramente diretti in ufficio.

Nelle scuole superiori la concentrazione di zaini Borealis aumenta: è ancora il modello che hanno quasi tutti a Milano, Genova, Bologna, Napoli, Torino, almeno secondo una ricerca empirica fatta dal Post, che probabilmente potete confermare scendendo in strada in una città media o grande e mettendovi a contare tutti quelli che incontrate.

Il Borealis fu inventato nel 1992 ma ha avuto un grande successo soprattutto negli ultimi dieci anni. Darren Shooter, direttore del design di North Face per l’Europa, spiega che era nato per contenere tutto il «necessario per un’intera giornata di escursioni», come la maggior parte degli indumenti e degli accessori dell’azienda, che si rivolgeva agli alpinisti e agli escursionisti. Dagli anni Novanta North Face ha cercato di allargare la sua clientela e nel giro di dieci anni è diventato uno dei marchi di streetwear più importanti al mondo: oggi i suoi berretti, borsoni, giacche, zaini e magliette si vedono continuamente nelle metro e negli aeroporti, e non solo nei boschi.

La foto di due zaini Borealis a Milano

Due zaini Borealis in stazione Cadorna a Milano (Il Post)

Ha aiutato anche il cosiddetto gorpcore, la moda di indossare abbigliamento tecnico in città, che si è diffusa soprattutto dopo la pandemia. Il termine fu inventato nel 2017 dal giornalista Jason Chen sul sito The Cut ed era l’acronimo di good ol’ raisins and peanuts (la buona vecchia uvetta con noccioline), cioè il classico snack che ci si portava dietro per le scalate e le escursioni all’aria aperta. Spesso chi si veste gorpcore non va veramente nei boschi e in montagna: è più un modo per immaginarsi in quel mondo e, a volte, di esprimere posizioni ambientaliste.

Lo zaino Borealis rientra a pieno in questo stile perché «è stato uno dei primi a unire tecnologie outdoor con un design urbano», spiegano da Cisalfa, una società di articoli per lo sport e il tempo libero con 160 negozi in Italia, e che vende il modello da dieci anni.

Infatti il Borealis ha tutti i vantaggi di uno zaino tecnico: è leggero e spazioso (ha una capienza di 29 litri), ha un pannello posteriore imbottito e gli spallacci in schiuma per essere più comodo da indossare, ha una cintura sui fianchi e una cinghia da chiudere al petto per affaticare meno la schiena ma rimovibili se non servono, un portaoggetti frontale e due tasche laterali dove infilare le borracce o le cose da tenere a portata di mano e anche una tasca per il computer portatile. In più è resistente e, dice Shooter, lo si può «lanciare in giro senza preoccuparsi che si danneggi».

La foto di uno zaino Borealis in metro a Milano

Uno zaino Borealis in metro a Milano (Il Post)

L’aspetto un po’ tecnico ma pulito ha favorito il successo anche tra gli adulti che volevano uno zaino dall’estetica non troppo infantile o appariscente, o comunque diversa da quella degli zaini Eastpak (onnipresenti prima dei Borealis) e dei Fjällräven, gli zainetti svedesi con il logo della volpe. Infatti, conferma Shooter, il design «è stato a malapena modificato dalla sua creazione».

Il successo trasversale del Borealis, insomma, sta nella sua versatilità, come confermano vari rivenditori sentiti dal Post. Cisalfa lo vende soprattutto a chi ha tra i 14 e i 40 anni per andare a scuola, in viaggio, negli spostamenti da pendolari e per fare sport, in particolare nelle grandi città come Milano, Roma e Torino, e poi nei centri universitari più piccoli. DF Sport Specialist, che ha 14 punti vendita di abbigliamento sportivo, conferma che è comprato dai ragazzini e dai quarantenni, soprattutto dall’estate all’inizio della scuola, mentre da Sportler, che ha 26 negozi di articoli per la montagna, lo comprano per la scuola e per le escursioni, uomini e donne, soprattutto in nero, il colore più diffuso.

Il Borealis non va di moda solo in Italia. Shooter dice che si vede «nelle scuole e nei campus universitari di tutto il mondo», e lo confermano anche molte discussioni su Reddit e video su TikTok: molti ne parlano con entusiasmo trovandolo bello e comodo, altri mostrano tutte le cose che riescono a portarci dentro, altri ancora consigliano come utilizzarlo nel modo più efficiente per un’escursione o un weekend fuori casa.

North Face fu fondata a San Francisco nel 1964 dallo scalatore Douglas Tompkins e da Kenneth Klopp e inizialmente vendeva per corrispondenza equipaggiamento per gli sport di montagna. Nel primo catalogo Tompkins pubblicò una lettera ai potenziali clienti in cui diceva di voler offrire l’equipaggiamento più pratico possibile e di ridurre gli «arnesi e aggeggi» superflui per quello sport, «sacro a chi lo sceglie per allontanarsi dalle città affollate, per provare a se stesso di saper affrontare una scalata impegnativa o a chi vuole sentire la gioia di camminare portando in spalla tutto quel che gli serve».

Nel 1966 North Face aprì il suo primo negozio, sempre a San Francisco, poi nel 1968 Tompkins vendette la sua quota dell’azienda a Klopp, andò a scalare montagne in Cile per sei mesi e quando tornò continuò a impegnarsi nella tutela dell’ambiente. Nello stesso anno vennero prodotti i primi zaini, negli anni Settanta venne messo a punto il primo abbigliamento tecnico in Gore-Tex interamente impermeabile per affrontare qualsiasi condizione atmosferica. North Face diventò sempre più famosa in tutto il mondo anche sponsorizzando atleti di montagna come sciatori e sciatrici, arrampicatori e arrampicatrici e snowboarder, fornendo l’attrezzatura per le loro competizioni e imprese.

Nel 2000 North Face fu comprata per 25,4 milioni di dollari da VF Corporation, una multinazionale americana che possiede anche Vans, Dickies JanSport, Eastpak, Timberland, e che controlla il 55 per cento del mercato degli zaini negli Stati Uniti. A gennaio VF Corporation ha presentato i risultati fiscali dell’ultimo trimestre del 2024: ha avuto ricavi pari a 2,8 miliardi di dollari, il 2 per cento in più rispetto all’anno precedente, mentre le vendite di North Face sono cresciute del 5 per cento.