Il caso dei referti medici mai consegnati a Trapani si allarga

Secondo l'ispezione ordinata dalla Regione avrebbe portato a oltre cento diagnosi tardive di tumori

(ANSA/ANGELO CARCONI)
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Il ministero della Salute ha disposto un’ispezione sul caso degli oltre 3mila referti medici che a Trapani, in Sicilia, non sono mai stati consegnati ai pazienti. Sono soprattutto esami istologici, utilizzati per verificare l’eventuale presenza di tumori: la Regione aveva già disposto una sua ispezione da cui risulterebbe una diagnosi tardiva su oltre 100 tumori, secondo l’edizione palermitana di Repubblica che ha visto in anticipo i documenti con i risultati, ancora non diffusi dalla Regione.

Il numero preciso dei referti ancora mai consegnati, 3.313, era stato comunicato dalla stessa Azienda sanitaria provinciale (ASP) di Trapani: sono stati 1.405 per esami svolti nel 2024 e sono già 1.908 per esami svolti nel 2025. Secondo l’ASP i ritardi sarebbero dovuti a una carenza di medici specialisti in anatomia patologica. I dati aggiornati a dicembre del 2024 dicono che nell’ASP di Trapani sono attivi tre dirigenti medici su nove previsti, e gli ultimi tre bandi pubblicati per l’assunzione di quattro nuovi dirigenti si sono conclusi senza candidature.

Il caso di Trapani era partito proprio dalla denuncia di una donna che aveva scoperto un tumore in stadio avanzato con mesi di ritardo perché non le erano stati consegnati i risultati degli esami. Già da qualche tempo ha assunto una rilevanza nazionale: oltre alla Regione Sicilia, che aveva ordinato l’ispezione e annunciato un piano di smaltimento degli arretrati, il ministero della Salute era intervenuto con una nota in cui aveva sollecitato l’ASP a verificare il numero esatto dei referti arretrati.

Alla Camera dei deputati erano state inoltre presentate due interrogazioni parlamentari per chiedere conto dei ritardi, in una delle quali, lo scorso gennaio, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, di Forza Italia, aveva già chiesto al ministero di far partire un’ispezione.

Giovedì il ministro della Salute Orazio Schillaci ha infine annunciato l’invio di una delegazione di ispettori all’ASP di Trapani per verificare le ragioni dei ritardi nella consegna dei referti e le conseguenze sulla salute dei e delle pazienti. Ci sono pochi dettagli su come funzionerà l’ispezione, che non è ancora iniziata: si sa che partirà dall’ospedale di Castelvetrano.

L’ispezione del ministero della Salute dovrà chiarire anche le eventuali responsabilità della regione Sicilia.

Inizialmente sembrava che il direttore generale dell’ASP di Trapani, Ferdinando Croce, non avesse mai informato la Regione delle difficoltà dell’azienda in modo da cercare una soluzione. Per questo si era parlato anche di sue possibili dimissioni. Nel frattempo però gli approfondimenti sul caso hanno portato a conclusioni diverse: l’edizione palermitana di Repubblica dice che lo scorso 18 luglio lo stesso Croce avrebbe inviato all’assessorato regionale alla Salute e al dipartimento per la Pianificazione strategica una PEC in cui parlava delle difficoltà della sua ASP nello smaltimento degli arretrati. Nell’email Croce avrebbe anche chiesto l’autorizzazione necessaria a poter sforare il tetto di spesa previsto e a esternalizzare l’analisi dei referti.

Ci sono ancora diversi aspetti non chiari nella gestione del problema, sia da parte della Regione che della stessa ASP: non è chiaro se la Regione abbia risposto alla PEC inviata da Croce. Nel frattempo, sempre secondo l’edizione locale di Repubblica, si è saputo anche che nei giorni in cui l’ASP non riusciva a smaltire gli arretrati degli esami istologici, Croce avrebbe stipulato una convenzione con le aziende provinciali di Caltanissetta e Agrigento per farsi spedire ed esaminare referti relativi a Pap test e all’HPV (il papilloma virus), affaticando quindi la stessa ASP di Trapani con esami provenienti da altre aziende.

– Leggi anche: A Trapani migliaia di persone aspettano da mesi i referti medici

La storia da cui è partito il caso dei referti di Trapani riguarda una donna di Mazara del Vallo di 56 anni che si era sottoposta a un intervento chirurgico per un fibroma all’utero a dicembre del 2023, nel reparto di ginecologia dell’ospedale della città. Le era stato prelevato un campione di tessuto per analizzarlo, che era arrivato in laboratorio il 15 dicembre del 2023, ma la donna non aveva saputo nulla sui risultati fino al 10 agosto del 2024, otto mesi dopo.

Nel frattempo, proprio ad agosto, aveva fatto alcuni accertamenti scoprendo di avere ormai varie metastasi e un tumore già al quarto stadio: è l’ultima fase di un tumore, quella in cui le cellule tumorali sono ormai diffuse in parti dell’organismo anche lontane dal luogo originale. In quegli otto mesi la donna aveva ripetutamente chiamato l’ospedale per avere notizie sul risultato dell’esame istologico ed eventualmente iniziare delle terapie, senza ricevere risposta.

La donna aveva denunciato l’ospedale di Mazara del Vallo per il ritardo nella consegna dei risultati. La procura di Marsala ha avviato l’indagine per capire se esista un nesso causale tra il ritardo della consegna e lo sviluppo della metastasi, e nel frattempo la donna si sta curando a Milano, all’Istituto nazionale dei tumori.

A inizio marzo l’assessora regionale alla Salute, Daniela Faraoni, aveva annunciato un piano per smaltire gli arretrati: l’ASP di Trapani sarebbe stata affiancata da altre strutture sanitarie di altre città (Palermo, Catania e Caltanissetta) per completare l’analisi dei campioni. Giovedì Faraoni ha fatto sapere che lo smaltimento degli arretrati si è concluso, e ha consigliato al direttore sanitario dell’ASP di Trapani di istituire un gruppo di lavoro apposito per comunicare i risultati a tutti i pazienti in attesa.