Cosa c’era dietro il Progetto Corona?
Il programma di trading online di Fabrizio Corona prometteva guadagni irrealistici da un sito non autorizzato, ed è scomparso appena qualcuno l'ha fatto notare
di Marta Impedovo

Tra gennaio e febbraio centinaia di migliaia di persone hanno guardato i video sul canale YouTube di Fabrizio Corona e letto la scritta con cui iniziavano: “presentato dal Progetto Corona”. Oltre che nei video, il Progetto Corona era citato anche altrove: nella descrizione del canale YouTube, che ha più di 430mila iscritti, e sul suo profilo Instagram, che ha 1,8 milioni di follower. Tutto rimandava a un canale Telegram chiamato “Fabrizio Corona Project”. Da qualche settimana tutti questi riferimenti al Progetto Corona sono scomparsi e il canale Telegram non esiste più.
Il “progetto” di Fabrizio Corona era un sistema per convincere i suoi seguaci a fare investimenti online. Il motivo per cui l’ha fatto sparire da un momento all’altro è che diversi esperti di finanza e trading avevano cominciato a far notare come fosse al limite della legalità. Su Telegram infatti Corona lo promuoveva promettendo guadagni irrealistici e invitando le persone a iscriversi a una piattaforma con sede all’estero non autorizzata in Italia, tra le altre cose.
Fabrizio Corona è diventato un personaggio molto noto in Italia per la sua attività di paparazzo nei primi anni Duemila. Poi di lui si è cominciato a parlare soprattutto per i suoi processi, alcuni legati all’uso di foto di personaggi famosi a scopo di estorsione; ma fu condannato anche per uso di banconote false, corruzione, bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale. Tra il 2013 e il 2023 è stato in carcere e agli arresti domiciliari. Da poco è tornato a comparire in pubblico e ora sembra volersi riaffermare come “re dei paparazzi”, usando soprattutto il suo canale YouTube per pubblicare inchieste scandalistiche e di gossip. Oggi sul suo nuovo canale Telegram, che si chiama “Fabrizio Corona” e ha più 180mila iscritti, pubblica aggiornamenti sulle sue inchieste di gossip e link affiliati a siti di scommesse calcistiche. Il tutto continuando a raccontarsi sui social come un uomo che si è arricchito con la furbizia, sregolato e senza scrupoli: «stampo milioni da trent’anni», dice in un video.
– Leggi anche: Com’è che Corona è diventato Corona
Il video che ha reso popolare il canale YouTube di Corona è stato quello sulla relazione segreta di Fedez con un’altra donna mentre era sposato con Chiara Ferragni, che è uscito il 27 gennaio arrivando in pochi giorni a milioni di visualizzazioni (ora ne ha 4,8). Il video iniziava con Corona che guardava in camera e spiegava che «il Progetto Corona vi permette di avere un’entrata extra garantita», rimandando al canale Telegram. Quella di «un’entrata extra garantita» è una promessa che per definizione nessun programma di investimento può fare: c’è infatti sempre il rischio di perdere i soldi. Da qualche settimana, come tutto il resto, questo messaggio è stato tolto da quel video e dagli altri in cui compariva.
Non è di per sé illegale avere un accordo di affiliazione con una piattaforma di investimenti e guadagnare soldi ogni volta che un nuovo utente ci si iscrive passando dai tuoi canali. Il sistema delle affiliazioni si usa oggi in molti settori – anche quello dei giornali – e permette appunto a un sito che offre un servizio o a un ecommerce di incentivare gli influencer a parlare di sé, ricompensandoli con una commissione ogni volta che portano un nuovo cliente. È quello che Corona sta per esempio continuando a fare su Telegram invitando i suoi follower a scommettere sulle partite di calcio attraverso i suoi link.
Il Progetto Corona però aveva alcuni elementi sospetti. Le prime segnalazioni pubbliche della possibile natura truffaldina del progetto sono arrivate da alcuni youtuber nella prima metà di febbraio, circa una settimana dopo l’uscita del video su Fedez e Ferragni che aveva portato enorme visibilità al canale YouTube. In particolare Omar Domina, uno youtuber con un buon seguito che si occupa di «crescita personale e piccoli investimenti», ha pubblicato un video in cui racconta di aver sperimentato il Progetto Corona per 7 giorni documentando tutti i passaggi. «Sono qui per fare da cavia», dice nel suo video.
Domina racconta che chi entrava nel canale Telegram del Progetto Corona, che aveva più di 30mila iscritti, poteva fare richiesta di essere accettato in un “gruppo vip” che definisce “sala segnali”. In breve, era un canale in cui Corona (e chi si occupava del progetto per lui) chiedeva agli utenti di iscriversi a un sito e pubblicava quotidianamente consigli (segnali) su opportunità di trading, cioè dritte per comprare e vendere strumenti finanziari tramite quel sito. L’esperienza raccontata da Domina da lì in poi è molto negativa: sia per la perdita rapida di diverse decine di euro, sia perché Corona mentiva in modo palese. Secondo il racconto di Domina, pubblicava screenshot come testimonianza di profitti che però non avevano niente a che fare con le operazioni che aveva consigliato di fare, che invece nel caso di Domina si sono rivelate fallimentari.
Oltre ai consigli di trading, sul canale arrivavano messaggi motivazionali del tipo: «tutti quelli che sono nel mio progetto stanno stampando denaro», «svegliatevi», «adrenalina pura», «voglio fare almeno 10k oggi e tutti coloro che sono nel mio progetto stamperanno [soldi] con me». È un linguaggio molto simile a quello usato dai cosiddetti “fuffa guru”: influencer che vantano vite di lusso e promettono soluzioni vaghe per guadagni facili. Ed è lo stesso linguaggio ingannevole che Corona usa ancora quando invita i suoi follower a fare scommesse sulle partite: «ho deciso che voglio regalarvi un’altra super profezia anche qui, chiamatemi PROFETA». Quando mandava consigli di investimenti poi spesso metteva un disclaimer per tutelarsi: «questo non è un consiglio finanziario, è la mia opinione personale, assicurati di usare una corretta gestione del rischio».
In due video usciti su YouTube tra il 10 e il 20 febbraio, il Progetto Corona è stato analizzato nel dettaglio rispettivamente da Paolo Coletti, ricercatore e divulgatore sui temi della finanza, e Mr. RIP, youtuber a sua volta considerato molto autorevole nell’ambito. Entrambi hanno fatto vedere che la piattaforma (broker) che Corona usava per far iscrivere e investire i suoi seguaci, FXCess, è di proprietà dell’azienda Notesco Int Limited, che ha sede sull’isola di Anguilla nei Caraibi, e non è abilitata in Italia per quel tipo di operazioni. Usare piattaforme non autorizzate per fare operazioni finanziarie è estremamente rischioso, perché in caso di truffe non si ha nessuna tutela da parte delle istituzioni.
Domina racconta che dopo l’iscrizione alla piattaforma FXCess gli era stato chiesto di aprire un’operazione e chiuderla subito (perdendo 80 euro in pochi minuti), e che lo stesso gli era stato chiesto nuovamente il giorno dopo (con una perdita di 30 euro). Far aprire e chiudere un’operazione, spiega Domina nel video, è il modo più semplice per fare in modo che l’affiliazione sia compiuta e far guadagnare la commissione all’intermediario, in questo caso Corona. È molto probabile che Corona non guadagnasse una percentuale solo sui nuovi clienti iscritti, ma anche sulle loro operazioni, che infatti incentivava quotidianamente con consigli di compravendita e i messaggi motivazionali.
Su Telegram Corona parlava di «leva 500», un’operazione che Coletti ha definito «talmente speculativa che non l’avevo mai sentita». Lo slogan di Corona era «metti 300 euro e io ti garantisco che diventano 4mila in un mese»: una promessa di guadagno spropositato e del tutto irragionevole in qualsiasi scenario. Domina ha raccontato di aver ricevuto mail e messaggi di «tante persone che ci sono cascate, un po’ fidandosi di Corona e un po’ aggrappandosi alla speranza di guadagnare qualcosa in più» e le cui testimonianze erano «tutte negative, disastrose».
Dopo l’uscita di questi video e probabilmente per via di alcune segnalazioni la app Telegram ha etichettato il canale del Progetto Corona come “SCAM”, truffa. Ha aggiunto anche un disclaimer: «molti utenti hanno segnalato questo account come una truffa o account finto, per favore fate attenzione, soprattutto se vi chiede denaro». Come ha ricostruito Valerio Berra su Fanpage, a quel punto Corona ha provato a spostare tutta l’attività su un altro canale Telegram, lamentandosi che «gli stupidi e gli invidiosi quando c’è gente che fa delle cose belle provano a buttarle giù e ostacolarle», e prendendosela con «gelosoni, ragazzini o finti giornalisti che dicono che indagano».
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM, meglio nota come Antitrust), che tra le altre cose si occupa di pubblicità ingannevole, ha detto al Post di non essere al corrente della vicenda. L’altro ente competente su questo tipo di operazioni è la Consob, l’autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari, che è intervenuta di recente contro Corona, ma non sul Progetto Corona. Il 4 marzo ha infatti ordinato «la cessazione immediata dell’offerta al pubblico italiano dei “memecoin $CORONA”», cioè una criptovaluta che Corona si è creato e a cui ha dato il proprio nome (come ha fatto di recente anche Donald Trump). Il meme coin era stato creato poco dopo la chiusura del Progetto Corona ma, secondo la Consob, Corona non aveva consegnato la documentazione necessaria per farlo in modo regolare.
Il Codacons, associazione per i diritti dei consumatori, aveva segnalato alla Consob entrambe le operazioni (il meme coin e il Progetto Corona), dicendo che «sembrerebbero mettere a rischio la sicurezza delle operazioni finanziarie e i diritti dei risparmiatori», e che «si potrebbero configurare come iniziative di dubbia legalità nel settore del trading online». Non è da escludere quindi che la Consob stia indagando anche sul Progetto Corona.
Alla fine di febbraio, alcuni giorni dopo aver chiuso il canale Telegram di Progetto Corona e aver tolto ogni riferimento dai suoi social, il programma tv Fuori dal coro ha parlato della questione e ha contattato Corona per chiedergliene conto. Corona si è giustificato dicendo di essere stato solo un intermediario. Nelle sue storie di Instagram in quei giorni ha detto: «Sono stato testimonial di questa iniziativa, alla cui realizzazione non ho partecipato. Alla prima lamentela e dubbio ho fatto rimborsare chi si è lamentato e ho sospeso la mia attività».