Come funziona il San Marino Song Contest
Artisti da tutto il mondo partecipano sperando di andare all'Eurovision: quest'anno sta ricevendo grande attenzione per Gabry Ponte e la sigla di Sanremo

Quest’anno la partecipazione di San Marino all’Eurovision Song Contest è diventata una notizia. Sabato sera si è saputo infatti che a rappresentare la piccola repubblica al confine tra Emilia-Romagna e Marche nella principale competizione musicale europea sarà “Tutta l’Italia”, la canzone di Gabry Ponte usata come sigla del festival di Sanremo. Un incrocio piuttosto strano, dal momento che il Festival di Sanremo è dove si decide il rappresentante dell’Italia all’Eurovision (che quest’anno sarà il secondo classificato Lucio Corsi, dopo che il primo, Olly, aveva rinunciato), e che San Marino è sì in Italia, ma non è «tutta l’Italia» e infatti ha un suo concorrente a parte.
L’evento con cui si sceglie la canzone che rappresenta San Marino all’Eurovision è il San Marino Song Contest, che viene organizzato dalla Segreteria di Stato per il turismo della Repubblica con la televisione nazionale San Marino RTV e la società Media Evolution. Avendo una popolazione di meno di 40mila abitanti, alla competizione possono partecipare artisti da tutto il mondo. Gabry Ponte, che è nato a Torino e non ha mai vissuto a San Marino, sarà il concorrente più famoso di sempre per San Marino all’Eurovision. Diventato noto alla fine degli anni Novanta con gli Eiffel 65 per Blue (Da Ba Dee), è un dj e produttore conosciutissimo in tutta Europa grazie a canzoni come Thunder e We Could Be Together, fatte con LUM!X e Daddy DJ.
Diversamente da quanto succede a Sanremo a votare per il vincitore del San Marino Song Contest è solo una giuria composta da esperti di musica e da Roberto Sergio, direttore generale della San Marino RTV e direttore generale corporate della Rai. Il voto del pubblico a San Marino peraltro non è previsto nemmeno all’Eurovision: in parte perché i sammarinesi usano la rete telefonica italiana, cosa che renderebbe molto complicato distinguere i votanti nei due paesi, e in parte perché probabilmente il numero dei voti non supererebbe le soglie minime fissate dall’Unione europea di radiodiffusione (EBU), l’organizzazione internazionale che organizza l’Eurovision.
Il prossimo Eurovision, che si terrà dal 13 al 17 maggio a Basilea, in Svizzera, sarà il quindicesimo per San Marino. Anche se la tv di San Marino fa parte dell’EBU dal 1995, infatti, la prima partecipazione del paese all’Eurovision risale al 2008, con la band italo-sammarinese Miodio. San Marino ha poi saltato due anni ed è diventato una presenza fissa dal 2011. All’inizio la canzone da mandare all’Eurovision veniva decisa con una selezione interna, ma dal 2018 è stato introdotto un concorso, che tra il 2022 e il 2024 si chiamava Una voce per San Marino e per quest’ultima edizione ha cambiato nome in San Marino Song Contest, appunto.
L’artista sammarinese Valentina Monetta è quella che ha partecipato più spesso all’Eurovision per San Marino, quattro volte, però adesso il concorso è aperto a cittadini di «ogni nazionalità e ogni lingua». Tra i venti finalisti di questa edizione c’erano per esempio Marco Carta, Silvia Salemi e Davide “Boosta” Dileo dei Subsonica, tutti italiani; al secondo posto si è classificata la band trentina dei Rumpled, mentre al terzo è arrivato il cantante ucraino Teslenko. L’edizione del 2024 invece era stata vinta dalla band spagnola dei Megara e quella di due anni prima dal cantante romano Achille Lauro, sicuramente il più celebre vincitore prima di Gabry Ponte.
Per gli artisti può essere una scorciatoia per arrivare all’Eurovision, che garantisce grande visibilità internazionale e che negli ultimi anni ha cominciato ad attirare più pubblico anche in Italia.
Anche al San Marino Song Contest le canzoni devono essere inedite, ma quella di Gabry Ponte era stata diffusa il 31 gennaio e quindi prima dell’inizio del festival di Sanremo e delle semifinali del concorso di San Marino. Alla finale tuttavia l’organizzazione si riserva di includere «concorrenti per progetti di particolare rilevanza ed interesse artistico musicale […] senza necessità di partecipare alle fasi precedenti del festival», dice il regolamento.
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Quest’anno «avevamo già vinto prima di decretare il vincitore», ha detto il segretario al Turismo Federico Pedini Amati a proposito del San Marino Song Contest, riferendosi ai cantanti famosi in gara. «Noi speriamo di farlo crescere ulteriormente e di farlo diventare un grande festival internazionale», ha commentato a sua volta Sergio, secondo cui quello di Gabry Ponte è «un pezzo che spacca, che avrà il voto anche degli italiani».
Anche se con Gabry Ponte le previsioni sono decisamente buone, in questi anni all’Eurovision San Marino non è mai andato troppo bene. Su quindici partecipazioni la sua canzone ha superato la prima selezione solo tre volte, piazzandosi sempre agli ultimi posti. Il miglior risultato di sempre è stato quello del cantante turco Serhat, che nel 2019 era arrivato 19esimo su 26 con “Say Na Na Na”, e nel 2023 la stessa “Stripper” di Achille Lauro non era nemmeno passata alla seconda fase. San Marino aveva ottenuto per la prima volta il punteggio massimo da parte di una giuria nazionale (quella polacca) nel 2021, quando la cantante italiana Senhit si era esibita assieme al rapper statunitense Flo Rida e il concorso era stato vinto dai Måneskin: era comunque arrivato 22esimo su 26 paesi.
L’Eurovision è un evento estremamente importante in termini di visibilità per le band e i cantanti che ci si esibiscono, e di conseguenza anche per i paesi che rappresentano. Ma è anche un evento molto costoso a cui partecipare, se si pensa agli spostamenti e all’alloggio di tutti i cantanti e del loro staff, oltre ai costi per le coreografie, per la sicurezza, per la comunicazione e via dicendo. Si finanzia grazie ai contributi della città ospitante e dell’ente televisivo di quel paese, così come attraverso i ricavi pubblicitari, i biglietti d’ingresso e la vendita di merchandising, ma soprattutto grazie alla tassa di iscrizione pagata dai paesi partecipanti.
Per gli enti radiotelevisivi dei cinque paesi fondatori (Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Spagna) questa quota di partecipazione è più alta e garantisce l’accesso diretto alla finale. Per gli altri invece varia in base a fattori come la popolazione, il PIL e una stima del pubblico che lo guarderà: secondo le riviste specializzate si aggira comunque attorno a qualche centinaio di migliaia di euro.
Per uno stato piccolo come San Marino sostenere da solo una spesa simile è complicato, e in effetti nel 2009 e nel 2010 il paese non aveva partecipato all’Eurovision per le difficoltà nel finanziarlo, aveva detto San Marino RTV. Sempre in base al regolamento, i concorrenti del San Marino Song Contest devono «dimostrare di avere le capacità finanziarie occorrenti» per partecipare all’Eurovision Song Contest, in caso di vittoria.
Lo ha raccontato lo stesso Achille Lauro in una recente puntata del podcast Pezzi: dentro la musica dei giornalisti Luca Dondoni, Andrea Laffranchi e Paolo Giordano. «La Rai e i paesi fondatori pagano tutto per gli artisti, ma gli artisti degli altri stati si pagano tutto da soli», ha spiegato il cantante: in questo modo «mi sono bruciato un appartamento» da circa 400mila euro in pochi minuti, ha detto.
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