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  • Domenica 9 marzo 2025

Piccoli boicottaggi e ritorsioni del Canada contro gli Stati Uniti di Trump

Rivenditori di alcolici senza più prodotti statunitensi e il caffè americano che in diversi bar è diventato «canadiano», tra le altre cose

Gli scaffali di vino statunitense vuoti nell'enoteca Bishop's Cellar ad Halifax, in Nuova Scozia (Darren Calabrese /The Canadian Press via AP)
Gli scaffali di vino statunitense vuoti nell'enoteca Bishop's Cellar ad Halifax, in Nuova Scozia (Darren Calabrese /The Canadian Press via AP)

In Canada stanno aumentando piccoli atti di boicottaggio contro le politiche e le minacce rivolte al paese dal presidente statunitense Donald Trump. Trump non solo ha sostenuto di voler annettere il Canada (una proposta assurda e irrealizzabile), ma ha anche usato toni denigratori verso Justin Trudeau, chiamandolo «governatore» invece che primo ministro. Ha inoltre approvato dazi del 25 per cento sulle merci importate dal Canada.

In risposta, molti canadesi hanno iniziato un boicottaggio verso i prodotti di provenienza statunitense, anche aiutati dai negozi che hanno iniziato a indicare molto chiaramente le alternative canadesi a prodotti statunitensi. Secondo il Guardian, che ha raccolto centinaia di messaggi inviati da persone che vivono in Canada, molti canadesi avrebbero anche disdetto le loro vacanze già programmate negli Stati Uniti e avrebbero cancellato i loro abbonamenti a servizi statunitensi come Amazon.

Una bandiera all’ingresso di una casa a Winnipeg, nella provincia di Manitoba, il 5 marzo 2025 (REUTERS/Ed White)

Dopo l’applicazione di dazi al 25 per cento, il governo canadese ha deciso di fare altrettanto con prodotti statunitensi. Inoltre alcuni politici locali hanno approvato misure aggiuntive valide solo per le loro province: il premier dell’Ontario, Doug Ford, ha per esempio ordinato ai rivenditori di alcolici della provincia gestiti dal governo di rimuovere tutti i prodotti statunitensi dagli scaffali.

Giovedì Ford ha detto inoltre a CNN che la prossima settimana l’Ontario avrebbe aumentato del 25 per cento le tariffe delle esportazioni di elettricità verso 1,5 milioni di case statunitensi in Minnesota, in Michigan e nello stato di New York.

Un negozio del Liquor Control Board of Ontario a Toronto, in Ontario, il 4 marzo 2025 (REUTERS/Arlyn McAdorey)

In altre parti del Canada alcuni commercianti di alcolici hanno deciso di farlo autonomamente, posizionando sugli scaffali dei cartelli con scritto «comprate canadese invece».

Oltre alle azioni di boicottaggio è diventato comune un generale atteggiamento di scherno e rivalsa nei confronti degli Stati Uniti: alcuni bar hanno per esempio tolto dai loro menu la parola “americano” (che viene usata così, in italiano, per descrivere il caffè allungato con l’acqua calda) e l’hanno sostituita con la parola “canadiano” (con la “o” finale, in assonanza con il nome originale).

Sui social sono state anche molto condivise foto di uno scontro fra un’oca canadese e un’aquila di mare testabianca, il simbolo ufficiale degli Stati Uniti. La sequenza è stata scattata la settimana scorsa dal fotografo canadese Mervyn Sequeira in Ontario: Sequeira ha raccontato come l’oca, l’animale più debole, si fosse difesa dall’attacco dell’aquila per venti minuti fino a riuscire a scacciarla. La scena è stata facilmente accostata alla situazione attuale fra Canada e Stati Uniti.

I dazi statunitensi sono entrati in vigore martedì dopo che la loro introduzione, prevista per l’inizio di febbraio, era stata rimandata di un mese. In questi tre giorni l’amministrazione statunitense ha già fatto alcuni passi indietro, rimuovendo i dazi su alcune categorie di prodotti e ai produttori di automobili.

In Canada l’ostilità verso il nuovo governo statunitense non si è però ridimensionata ed è stata incoraggiata anche dal primo ministro canadese Justin Trudeau, che nelle ultime settimane è stato molto critico verso Trump; tra le altre cose ha parlato di «guerra commerciale» e di «tradimento».