Cosa dice la perizia sul corpo di Liliana Resinovich

Esclude l'ipotesi di un suicidio e dice che la donna potrebbe essere stata uccisa il giorno stesso della scomparsa, avvenuta a Trieste nel 2021

Il momento in cui è stato trovato il corpo di Liliana Resinovich nell'area boschiva del parco dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste, 05 gennaio 2022. (ANSA/ALICE FUMIS)
Il momento in cui è stato trovato il corpo di Liliana Resinovich nell'area boschiva dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni a Trieste, 5 gennaio 2022 (ANSA/ALICE FUMIS)
0 seconds of 0 secondsVolume 90%
Press shift question mark to access a list of keyboard shortcuts
00:00
00:00
00:00
 

Secondo la perizia medico-legale Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022, sarebbe stata uccisa. Il documento di oltre 200 pagine elaborato dai consulenti della procura di Trieste, il cui contenuto era stato in parte anticipato nei giorni scorsi, esclude l’ipotesi del suicidio sostenuta all’inizio delle indagini dalla procura stessa: Resinovich sarebbe stata aggredita e soffocata probabilmente il giorno della scomparsa, dice la perizia.

L’incarico di farla era stato affidato all’anatomopatologa Cristina Cattaneo e ad altri consulenti dopo che nel giugno del 2023 il giudice per le indagini preliminari di Trieste aveva respinto la richiesta di archiviazione del caso, e disposto nuove indagini per omicidio volontario. Al momento non ci sono ancora indagati. Il primo fascicolo era stato aperto solo per sequestro di persona, perché la procura inizialmente non trovò nessun indizio che facesse pensare a un’aggressione, quindi stabilì che l’unica spiegazione plausibile fosse che Resinovich si era suicidata. Ma l’ipotesi è stata discussa e contestata fin dall’inizio, soprattutto dal fratello di Resinovich.

Tre anni fa il corpo di Resinovich venne trovato nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste: era intatto, aveva un sacco infilato dalla parte della testa e un altro dalla parte dei piedi, mentre sulla testa c’erano due sacchetti trasparenti usati per la conservazione di alimenti legati con un cordino. Il suo corpo venne riesumato a febbraio del 2024 per permettere nuove analisi.

La nuova perizia, al contrario di quanto aveva concluso la procura inizialmente, dice che «non vi sono elementi tecnico scientifici che supportino l’ipotesi del suicidio». I consulenti hanno documentato segni di ferite in diverse parti del corpo di Resinovich (alla testa, alla mano destra e probabilmente al torace), che sarebbero state inferte alla donna in prossimità del momento della sua morte. Gli elementi raccolti «convergono a delineare uno scenario in cui solo una dinamica omicidiaria» avvenuta «a mezzo di soffocazione esterna diretta trova concreta motivazione tecnica».

Le nuove analisi hanno inoltre trovato alcuni peli sugli indumenti di Resinovich e sui sacchetti che le avvolgevano la testa: i consulenti suggeriscono alla procura di fare approfondimenti genetici che potrebbero permettere di individuare il DNA di un’altra persona, e quindi di fornire nuovi indizi su chi potrebbe avere ucciso Resinovich.

Il testo della perizia, citato da diversi giornali, dice che è molto probabile che il corpo di Resinovich sia sempre rimasto nello stesso luogo in cui è stato trovato. Non ci sarebbero nemmeno gli elementi per sostenere che sia stato congelato e poi spostato, come si era ipotizzato a un certo punto.

Sergio Resinovich, il fratello di Liliana, si è detto sollevato del risultato della perizia, perché ha confermato quello che ha sempre sostenuto, cioè che sua sorella sia stata uccisa. Già lunedì il procuratore di Trieste, Federico Frezza, aveva detto che la perizia «impone una profonda rivalutazione dell’intero procedimento».