A Trapani migliaia di persone aspettano da mesi i referti medici
Si è scoperto dopo il caso di una paziente che ha aspettato otto mesi per l'esito di un esame, con un tumore che nel frattempo aveva sviluppato metastasi

A Trapani, in Sicilia, migliaia di persone attendono da mesi i risultati di oltre 3mila esami medici, ancora mai arrivati. La prima a denunciare il ritardo è stata una paziente oncologica di Mazara del Vallo che ha ricevuto i risultati di un esame urgente dopo oltre otto mesi, sviluppando nel frattempo metastasi: negli ultimi giorni sono intervenuti sia il ministero della Salute che la Regione Siciliana, con un piano per smaltire gli arretrati nel giro di poche settimane. La paziente in questione nel frattempo ha denunciato l’ospedale, e la procura locale ha avviato un’indagine per stabilire se esista un nesso causale tra il ritardo nelle cure dovuto alla mancata consegna dei referti e l’aggravamento del tumore.
Il numero preciso dei referti ancora mai consegnati (3.313) è stato comunicato ieri da Danilo Greco, direttore sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale (ASP) di Trapani, che come altre aziende sanitarie italiane ha da tempo una grave carenza di personale: 1.405 sono per esami svolti nel 2024 e già 1.908 per esami svolti nel 2025.
I ritardi riguardano gli esami istologici, cioè quelli in cui si fa un’analisi microscopica di campioni di tessuto, in particolare delle cellule che lo compongono: sono esami importanti soprattutto (ma non solo) per la prevenzione di tumori, perché permettono di individuare la presenza di eventuali cellule tumorali nei tessuti e di determinare se un tumore è benigno o maligno.
Secondo l’ASP di Trapani il problema riguarderebbe soprattutto l’esame delle biopsie al midollo osseo, e alla base del problema ci sarebbe quella che l’azienda ha definito una «grave carenza» di medici specialisti in anatomia patologica: secondo dati aggiornati a dicembre del 2024 nell’ASP sono attivi tre dirigenti medici su nove previsti, e gli ultimi tre bandi pubblicati per l’assunzione di 4 nuovi dirigenti si sono conclusi senza candidature.
La donna di Mazara del Vallo che ha denunciato, di 56 anni, si era sottoposta a un intervento chirurgico per un fibroma all’utero a dicembre del 2023, nel reparto di ginecologia dell’ospedale della città. Dopo l’intervento era stato prelevato un campione di tessuto dal suo utero per analizzarlo: il referto istologico era arrivato in laboratorio il 15 dicembre del 2023, ma la donna non aveva saputo nulla sui risultati fino al 10 agosto del 2024, otto mesi dopo.
Nel frattempo, proprio ad agosto, aveva fatto alcuni accertamenti per via di alcuni dolori, scoprendo di avere ormai varie metastasi e un tumore già al quarto stadio: è l’ultima fase di avanzamento di un tumore, in cui le cellule tumorali sono ormai diffuse in parti dell’organismo anche lontane dal luogo originale. In quegli otto mesi la donna aveva ripetutamente chiamato l’ospedale per avere notizie sul risultato dell’esame istologico ed eventualmente iniziare delle terapie, senza ricevere risposta.
La donna ha denunciato l’ospedale di Mazara del Vallo per il ritardo nella consegna dei risultati. Nei giorni scorsi la procura che ha avviato l’indagine ha sequestrato le cartelle cliniche. Nel frattempo la donna si sta curando a Milano, all’Istituto nazionale dei tumori.
Il suo caso ha ricevuto molta attenzione e ha portato le autorità regionali e nazionali a chiedere chiarimenti, e quindi a scoprire altri casi simili. Pochi giorni fa è stato raccontato, tra gli altri, anche quello di un uomo di 74 anni che sempre all’ASP di Trapani si era sottoposto a un esame istologico di un tumore per cui era stato operato: il referto è stato consegnato oltre quattro mesi dopo. L’uomo, nel frattempo, era morto per via di un infarto.
A febbraio il direttore generale per la programmazione del ministero della Salute, Americo Cicchetti, aveva scritto una nota alla Regione Siciliana in cui aveva chiesto conto di questi ritardi e invitato le autorità locali a verificare la quantità di arretrati per poter pianificare un loro smaltimento.
Negli ultimi giorni sta circolando anche l’ipotesi che il direttore generale dell’ASP di Trapani Ferdinando Croce si dimetta, anche perché nel corso delle riunioni con le autorità regionali è emerso che in questi mesi l’ASP di Trapani non aveva mai informato la Regione delle proprie difficoltà, in modo da trovare qualche soluzione. Si è però anche discusso del fatto che la carenza di personale dell’ASP di Trapani e le sue inadempienze sono note da tempo e non dipendono solo da Croce, che ricopre il ruolo di direttore generale da giugno del 2024, quando il caso della paziente oncologica e in generale dei ritardi nella consegna dei referti erano già in corso da mesi.
Negli ultimi due giorni i dirigenti dell’ASP locali, Greco e Croce, hanno incontrato sia Renato Schifani, presidente della regione, che l’assessora regionale alla Salute Daniela Faraoni per discutere di possibili soluzioni. Ieri, mercoledì 5 marzo, proprio Faraoni ha annunciato un piano per smaltire gli arretrati: che prevede di affiancare all’ASP di Trapani una serie di altre strutture sanitarie di altre città siciliane (Palermo, Catania e Caltanissetta) per l’analisi dei campioni arretrati, con l’obiettivo di smaltirle entro il prossimo 14 marzo.