Ci sarà un altro scambio tra Hamas e Israele
Dopo reciproche accuse di violazioni degli accordi saranno liberati 602 prigionieri palestinesi, mentre Hamas restituirà i corpi di quattro ostaggi israeliani uccisi

Hamas ha detto di aver raggiunto un accordo con Israele per lo scambio «simultaneo» dei corpi di quattro ostaggi israeliani uccisi con 602 prigionieri palestinesi trattenuti in Israele. L’accordo è stato confermato anche da un funzionario del governo israeliano citato dal giornale online Times of Israel.
È una notizia significativa perché lo scorso fine settimana Israele aveva sospeso la liberazione dei prigionieri palestinesi che era prevista dagli accordi per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, accusando Hamas di «ripetute violazioni» nei termini concordati.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva detto che Israele avrebbe liberato i prigionieri palestinesi solo quando i corpi degli ostaggi uccisi fossero stati consegnati da parte di Hamas, e senza macabre cerimonie sul palco, come era accaduto durante gli ultimi scambi: eventi che Hamas aveva sfruttato come strumenti di propaganda, tra le proteste israeliane. Hamas aveva a sua volta definito la sospensione della liberazione dei prigionieri palestinesi una «palese violazione» degli accordi.
Queste tensioni stavano complicando ulteriormente i già difficili negoziati per la seconda fase del cessate il fuoco.
Una persona a conoscenza dei fatti ha detto, sempre al Times of Israel, che lo scambio verrà organizzato con la collaborazione dell’Egitto. Fonti israeliane sentite da Haaretz hanno fatto sapere che probabilmente i corpi dei quattro ostaggi israeliani verranno riconsegnati mercoledì sera nella zona del varco di Kerem Shalom, vicino al confine con il sud della Striscia e l’Egitto.
Hamas trattiene ancora 24 ostaggi israeliani vivi, che dovrebbe liberare nella seconda delle tre fasi previste dal cessate il fuoco. In generale l’accordo prevede anche il ritiro totale dell’esercito israeliano dalla Striscia, oltre alla liberazione di altre centinaia di detenuti palestinesi. Ufficialmente i negoziati per definire la seconda fase sono iniziati da due settimane, ma finora senza progressi.
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