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  • Mercoledì 26 febbraio 2025

In Romania il politico filorusso e populista Călin Georgescu è stato fermato dalla polizia

È stato interrogato per un'indagine sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali di novembre: lui aveva vinto il primo turno, ma poi sono state annullate

Călin Georgescu e sua moglie dopo l'interrogatorio nell'ufficio del procuratore di Bucarest, in Romania (AP Photo/Vadim Ghirda)
Călin Georgescu e sua moglie dopo l'interrogatorio nell'ufficio del procuratore di Bucarest, in Romania (AP Photo/Vadim Ghirda)

Mercoledì la polizia romena ha fermato e interrogato per cinque ore Călin Georgescu, il candidato populista e filorusso che a novembre aveva vinto a sorpresa il primo turno delle elezioni presidenziali. I risultati del voto però erano stati annullati a causa di presunte interferenze russe, e la Corte costituzionale aveva ordinato di rifare da capo le elezioni. Si terranno a maggio.

Georgescu è coinvolto in un’indagine sulle presunte interferenze russe. La procura ha fatto sapere che è indagato di incitamento al rovesciamento dell’ordine costituzionale, diffusione di informazioni false e promozione del culto di personalità accusate di genocidio. È stato posto sotto controllo giudiziario per 60 giorni, durante i quali non potrà lasciare il paese e non potrà comunicare con le altre persone coinvolte nel caso.

È stato fermato mentre era bloccato nel traffico a Bucarest, la capitale del paese, poi è stato interrogato in procura e infine rilasciato. I giornali locali scrivono che Georgescu stava per presentare formalmente la propria candidatura alle nuove elezioni presidenziali. Al suo rilascio è stato accolto da una grande folla di manifestanti e sostenitori.

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Dopo il fermo di Georgescu, la polizia ha pubblicato due note in cui ha comunicato le accuse contro di lui e la perquisizione di 27 persone accusate fra le altre cose di aver cospirato per creare un’organizzazione «di natura fascista, razzista o xenofoba». Nelle note i sospettati non sono identificati, ma secondo i media locali si tratterebbe di sostenitori di Georgescu, tra cui Horațiu Potra, che lavora nel suo staff di sicurezza.

Al primo turno delle presidenziali di novembre Georgescu aveva ottenuto il 22,3 per cento dei voti, mentre il leader del partito di estrema destra Alleanza per l’unità dei romeni George Simion, dato per favorito da tutti i sondaggi, aveva ottenuto un risultato molto più modesto. L’8 dicembre Georgescu sarebbe dovuto andare al ballottaggio contro Elena Lasconi, leader del partito liberale di centrodestra Unione Salva Romania (USR). Nel frattempo però l’intelligence romena aveva diffuso alcuni documenti secondo cui la campagna elettorale era stata oggetto di «azioni russe ibride e aggressive», e la Corte costituzionale aveva annullato le elezioni.

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Secondo la Corte, i documenti dell’intelligence mostravano il coinvolgimento della Russia in una campagna di propaganda online anti-occidentale a sostegno di Georgescu. La piattaforma più utilizzata per questi scopi sarebbe stata TikTok: per questo motivo, a dicembre la Commissione Europea aveva ordinato alla piattaforma di conservare tutti i dati sul funzionamento dei propri sistemi di raccomandazione di contenuti sulle elezioni presidenziali romene. I documenti descrivevano anche diverse irregolarità nel finanziamento della campagna elettorale di Georgescu.

Il primo turno delle nuove presidenziali sarà il 4 maggio, con un ballottaggio il 18 maggio se nessun candidato supererà al primo giro il 50 per cento dei voti.