Il presidente dell’area serba della Bosnia Erzegovina, Milorad Dodik, è stato condannato per “ribellione” all’Alto Rappresentante dell’ONU

Mercoledì un tribunale bosniaco ha condannato in primo grado a un anno di carcere Milorad Dodik, il presidente della Republika Srpska, l’area a maggioranza serba della Bosnia Erzegovina. A Dodik è stato anche vietato di ricoprire la carica di presidente per i prossimi sei anni. Il processo riguardava il mancato rispetto da parte di Dodik delle decisioni dell’Alto Rappresentante delle Nazioni Unite, Christian Schmidt, il funzionario internazionale che sovrintende l’accordo di pace che ha posto fine al conflitto etnico degli anni Novanta in Bosnia Erzegovina.
Insieme a Dodik era imputato anche il direttore della Gazzetta Ufficiale della Republika Srpska, Milos Lukic, che è stato assolto. Dodik può fare appello alla sentenza, ma in ogni caso potrebbe evitare il carcere pagando una multa pari a circa 19mila euro, dato che la legge bosniaca permette di non andare in prigione per condanne non superiori a un anno pagando una multa di 52 euro per ogni giorno di detenzione.
Alla fine della guerra, nel 1995, gli accordi di pace di Dayton stabilirono la divisione del paese in due regioni semiautonome, la Republika Srpska e la Federazione di Bosnia Erzegovina. All’Alto Rappresentante fu affidato il compito di garantire la pace, anche con il potere di cancellare leggi e rimuovere funzionari considerati di ostacolo al mantenimento della stessa. Dodik però non ha mai riconosciuto la figura dell’Alto Rappresentante, ha più volte minacciato la secessione dell’area serba, e aveva introdotto una serie di leggi che limitavano i poteri dell’autorità nazionale, poi bloccate da Schmidt. È considerato un alleato della Russia, e i suoi progetti secessionisti non hanno l’appoggio della vicina Serbia.