Da quando è iniziata l’avanzata dei ribelli nella Repubblica Democratica del Congo sono state uccise più di 7mila persone

Lunedì la prima ministra della Repubblica Democratica del Congo, Judith Suminwa, ha detto che da quando a gennaio è iniziata l’avanzata dei ribelli del gruppo M23 nell’est del paese sono state uccise più di 7mila persone. Suminwa ne ha parlato nel corso di un intervento al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, in Svizzera: ha detto che almeno 3mila persone sono state uccise a Goma, la città più grande e importante del Nord Kivu, regione al confine con il Ruanda che era stata conquistata dai ribelli a fine gennaio.
Da settimane nella zona di confine tra Repubblica Democratica del Congo e Ruanda ci sono intensi scontri tra l’esercito congolese e i gruppi ribelli, tra cui principalmente l’M23, che secondo le Nazioni Unite e i servizi di intelligence di vari paesi occidentali è sostenuto dal Ruanda. Gli scontri sono dovuti a radicate ragioni etniche, ma non solo: la zona di confine tra i due paesi è ricca di risorse minerarie, e il governo della Repubblica Democratica del Congo accusa il Ruanda di volerla occupare e saccheggiare. Il Ruanda ha sempre negato di sostenere il gruppo M23.
Il 16 febbraio i ribelli hanno conquistato anche Bukavu, città di 1,3 milioni di abitanti capoluogo della regione orientale di Kivu Sud, che è la seconda città più grande dell’est del paese dopo Goma.