Il gruppo paramilitare RSF e altre milizie sudanesi hanno firmato un accordo per formare un governo parallelo nel paese

Il vice comandante delle Rapid Support Forces (RSF) Abdul Rahim Dagalo, al centro, durante un incontro con gli alleati delle RSF a Nairobi, 18 febbraio 2025 (AP Photo/ Andrew Kasuku)
Il vice comandante delle Rapid Support Forces (RSF) Abdul Rahim Dagalo, al centro, durante un incontro con gli alleati delle RSF a Nairobi, 18 febbraio 2025 (AP Photo/ Andrew Kasuku)

Il gruppo paramilitare sudanese delle Rapid Support Forces (RSF) ha firmato un accordo con altre milizie ribelli e partiti politici alleati per formare un governo parallelo nelle aree del paese che controlla. Da quasi due anni le RSF combattono contro l’esercito regolare del Sudan in una violenta guerra civile che ha ucciso decine di migliaia di persone e provocato oltre 12 milioni di sfollati: se l’accordo dovesse concretizzarsi, il Sudan verrebbe diviso in due parti, una governata da Abdel Fattah al Burhan, il presidente di fatto del paese, alla guida dell’esercito regolare, e l’altra governata dalle RSF con l’appoggio delle milizie alleate.

L’accordo è stato firmato domenica a Nairobi, in Kenya – dove i leader dei gruppi in questione si erano già incontrati la settimana scorsa – in seguito a una serie di importanti vittorie militari dell’esercito regolare del Sudan. Le RSF e i suoi alleati hanno promesso di formare un governo improntato alla «pace e all’unità»: sia durante la guerra che in passato tuttavia sono state accusate di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

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