È iniziato il processo all’ex presidente della Corea del Sud
Yoon Suk-yeol è accusato di insurrezione per aver dichiarato la legge marziale: rischia l'ergastolo o la pena di morte

Giovedì è iniziato a Seul il processo per insurrezione all’ex presidente della Corea del Sud Yoon Suk-yeol, al centro di un’indagine penale avviata dal ministero della Giustizia per aver imposto la legge marziale nel paese per poche ore lo scorso 3 dicembre. È il primo presidente a essere processato con queste accuse: se dovesse essere condannato rischia l’ergastolo o la pena di morte.
Yoon si trovava in carcere: era stato arrestato lo scorso 15 gennaio con l’accusa di aver condotto l’insurrezione contro le istituzioni democratiche. Da lì è stato scortato da un corteo di auto ministeriali in tribunale, dove è stato accolto da più di 3mila agenti di polizia e alcuni manifestanti.
Al momento Yoon è sospeso dall’incarico di presidente perché lo scorso 14 dicembre il parlamento aveva approvato l’impeachment nei suoi confronti. Parallelamente al processo penale per insurrezione, si sta svolgendo il procedimento presso la Corte costituzionale, che dovrà valutare se respingere o confermare l’impeachment, rimuovendolo definitivamente dall’incarico. Dovrà cioè stabilire se istituendo la legge marziale Yoon abbia o no violato la costituzione del paese.
La prima udienza per il processo penale è durata soltanto 13 minuti, durante i quali hanno parlato i legali di Yoon. Hanno sostenuto che quanto fatto rientrasse pienamente nei poteri del presidente, e che quindi il caso non dovrebbe essere oggetto di indagini della magistratura. Hanno anche detto che Yoon ha preso quella decisione per superare quella che hanno definito una «dittatura legislativa». Il riferimento è al fatto che, in seguito alle ultime elezioni, il parlamento controllato dall’opposizione aveva reso difficile l’approvazione di alcune leggi volute dal governo. Era solo la prima udienza di una serie: la prossima è prevista per il 24 marzo.

I giudici della Corte costituzionale, 20 febbraio 2025 (Song Kyung-seok/Pool Photo via AP)
Poche ore dopo, nel pomeriggio di giovedì, la Corte costituzionale si è riunita per la decima udienza sul caso, durante la quale sono stati ascoltati alcuni testimoni. Tra questi anche l’ex presidente Han Duck-soo, che era succeduto a Yoon ma era stato a sua volta sospeso con procedura di impeachment dal parlamento per averlo sostenuto. Anche per Han è in corso lo stesso procedimento. La prossima udienza della Corte sul caso di Yoon si terrà il 25 febbraio, quando sono previste le arringhe finali: se dovesse essere rimosso definitivamente dall’incarico, si dovranno tenere le elezioni per un nuovo presidente entro 60 giorni.
Yoon ha 64 anni, è un esponente del Partito del Potere Popolare, di orientamento conservatore, ed era in carica dal 2022. Il 3 dicembre aveva annunciato in modo inaspettato l’imposizione della legge marziale, una misura che assegna poteri straordinari all’esercito, proibisce qualsiasi attività politica, compresa quella del parlamento, permette al governo di prendere il controllo della stampa e vieta qualsiasi forma di sciopero.
Yoon aveva motivato la decisione dicendo di voler fermare alcune operazioni ostili della Corea del Nord, ma è subito stato chiaro che fosse in realtà un tentativo di reprimere le opposizioni interne. Quella sera stessa tutte le forze politiche del parlamento avevano votato per annullare la misura e Yoon aveva revocato la legge marziale, che quindi era rimasta in vigore per meno di sei ore.
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