Andrea Delmastro è stato condannato per rivelazione di segreto d’ufficio

A otto mesi di carcere in primo grado: il sottosegretario alla Giustizia aveva divulgato delle intercettazioni di Alfredo Cospito in carcere

Andrea Delmastro in aula il 20 febbraio 2025 (Cecilia Fabiano/LaPresse)
Andrea Delmastro in aula il 20 febbraio 2025 (Cecilia Fabiano/LaPresse)

Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia e deputato di Fratelli d’Italia, è stato condannato a otto mesi di carcere, con pena sospesa, nel processo di primo grado in cui era imputato con l’accusa di aver divulgato delle intercettazioni di Alfredo Cospito in carcere. Inoltre il tribunale di Roma ha ordinato l’interdizione di un anno dai pubblici uffici (cioè il divieto di ricoprire incarichi pubblici), anche questa sospesa.

L’accusa aveva invece chiesto l’assoluzione: secondo i pubblici ministeri Paolo Ielo e Rosalia Affinito non c’era il dolo, cioè Delmastro non avrebbe saputo che le conversazioni erano segrete, quando le ha rivelate. Dopo la sentenza Delmastro ha detto che non si dimetterà, come ha poi ribadito in un post sui social in cui ha sostenuto che sia stata «una sentenza politica».

Delmastro era stato rinviato a giudizio a novembre del 2023: era indagato da febbraio dello stesso anno dopo che un altro deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, aveva riferito in un discorso alla Camera alcune conversazioni avvenute in carcere tra il militante anarchico Alfredo Cospito e due detenuti membri della criminalità organizzata.

Era stato chiaro da subito che Donzelli, per il ruolo che ha, non potesse sapere il contenuto di conversazioni tra carcerati sottoposti al 41-bis (il cosiddetto carcere duro) che sono sottoposti a rigidi protocolli di segretezza. Lo stesso Donzelli aveva poi spiegato che a riferirgliele era stato Delmastro, che invece poteva accedere a quelle informazioni in quanto sottosegretario alla Giustizia con delega al DAP, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

La procura di Roma aveva chiesto l’archiviazione per Delmastro, sostenendo che non ci fossero prove oggettive che dimostrassero che il sottosegretario fosse a conoscenza della segretezza di quelle conversazioni. Ma a luglio del 2023 la giudice per le indagini preliminari (gip) di Roma Emanuela Attura non aveva accolto la richiesta e aveva deciso di ordinare l’imputazione coatta per Delmastro. L’imputazione coatta è un provvedimento con cui alla procura viene imposto (da cui l’aggettivo “coatta”) di esercitare l’azione penale, ovvero di chiedere il rinvio a giudizio dell’indagato. A quel punto era stato nominato un giudice per l’udienza preliminare (gup), che poteva decidere se mandare a processo Delmastro, come poi era successo, o emettere una sentenza di non luogo a procedere.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato la notizia della condanna dicendosi «sconcertata» e aggiungendo che «il sottosegretario Delmastro rimane al suo posto». Anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha detto che rinnova «la più totale e incondizionata fiducia» al sottosegretario. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, invece ha chiesto a Meloni di far dimettere Delmastro «condannato per aver usato segreti di Stato contro le opposizioni, dimostra quanto questa classe dirigente sia inadeguata».