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  • Mercoledì 19 febbraio 2025

Le cose false dette da Trump sulla guerra in Ucraina

Ha fatto intendere che siano stati gli ucraini a iniziarla e ha definito Zelensky un «dittatore senza elezioni», aderendo alla propaganda del regime russo

Donald Trump durante la conferenza stampa a Mar-a-Lago, Palm Beach, 18 febbraio 2025 (REUTERS/ Kevin Lamarque)
Donald Trump durante la conferenza stampa a Mar-a-Lago, Palm Beach, 18 febbraio 2025 (REUTERS/ Kevin Lamarque)

Mercoledì Donald Trump ha definito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky «un dittatore senza elezioni», dopo che il giorno precedente aveva tenuto una conferenza stampa a Mar-a-Lago, la sua residenza a Palm Beach in Florida, durante la quale tra le altre cose aveva fatto diverse dichiarazioni false e piuttosto dure nei confronti dell’Ucraina, arrivando a implicare che sia stata lei a iniziare la guerra con la Russia.

Nella giornata di martedì le delegazioni di Russia e Stati Uniti si erano incontrate a Riad, in Arabia Saudita, per discutere della fine della guerra in Ucraina, senza però invitare alcun rappresentante ucraino. Questa scelta era stata fortemente criticata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che aveva detto che «l’Ucraina non accetterà alcun accordo» stipulato senza il coinvolgimento del paese stesso.

Durante la conferenza stampa di martedì Trump ha sostenuto che Zelensky abbia un tasso di popolarità al 4 per cento e che il presidente russo Vladimir Putin non sarebbe mai entrato in guerra con l’Ucraina se ci fosse stato lui come presidente nel 2022. Ha poi sostenuto che sia stata l’Ucraina a iniziare la guerra. Sono affermazioni palesemente false, promosse soprattutto dalla propaganda del regime russo. Trump ha detto:

Ho sentito che [gli ucraini] sono arrabbiati perché non hanno avuto un posto [al tavolo dei colloqui], beh, ne hanno avuto uno per tre anni e anche molto prima. La questione avrebbe potuto essere risolta molto facilmente.

Ha poi proseguito, dicendo agli ucraini che:

Non avreste mai dovuto iniziarla. Avreste potuto fare un accordo. (You should have never started it. You could have made a deal, in inglese).

L’Ucraina è stata invasa dalla Russia a febbraio del 2022, dopo che la Russia pochi anni prima, nel 2014, aveva già invaso e annesso illegalmente una delle sue regioni, la Crimea. Mercoledì Zelensky ha commentato le dichiarazioni di Trump dicendo che, «con tutto il rispetto», «vive in questo ambiente di disinformazione», riferendosi a quello delle notizie false fatte circolare dalla Russia.

Trump ha anche sostenuto – come più volte aveva fatto durante la sua campagna elettorale e nel suo primo mese da presidente – che lui è l’unica persona in grado di portare la pace in Ucraina. Ha detto che già in passato sarebbe stato in grado di fare un accordo in cui gli ucraini «avrebbero avuto quasi tutto il territorio, tutto, quasi tutto il territorio, e nessuno avrebbe ucciso e nessuna città sarebbe stata demolita, […], ma loro hanno deciso di non fare così». Non ha spiegato cosa intendesse quando ha detto che avrebbe garantito all’Ucraina «quasi tutto il territorio».

Mercoledì Trump ha di nuovo criticato Zelensky per non aver organizzato elezioni negli ultimi anni, con un riferimento implicito alla sua presunta impopolarità fra la popolazione o a ipotetiche tendenze autoritarie. Il mandato di Zelensky in effetti avrebbe dovuto finire a maggio del 2024, ma la legge ucraina impedisce di indire elezioni presidenziali quando vige la legge marziale: è sempre rimasta in vigore dall’inizio dell’invasione russa del 2022. La stessa critica non è stata rivolta al presidente russo Vladimir Putin, al potere da oltre vent’anni, che organizza periodicamente elezioni che nessun osservatore internazionale considera realmente democratiche, e che reprime violentemente da anni il dissenso interno.

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