In Toscana l’opposizione di destra ha fatto ricorso contro la legge per regolare il suicidio assistito, bloccandone la promulgazione

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a Firenze, a ottobre del 2024 (Paolo Lo Debole/Regione Toscana/LaPresse)
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a Firenze, a ottobre del 2024 (Paolo Lo Debole/Regione Toscana/LaPresse)

L’opposizione di destra nel Consiglio regionale della Toscana ha fatto ricorso al collegio di garanzia statutaria contro la legge per regolare il suicidio assistito, la procedura con cui a determinate condizioni ci si autosomministra un farmaco letale. La legge regionale era stata approvata martedì, e la Toscana è la prima regione italiana a essersi dotata di una legge di questo tipo.

Secondo i componenti del Consiglio regionale di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia – che nella votazione per l’approvazione della legge avevano votato contro – la regione non avrebbe le competenze per regolare una materia del genere, in mancanza di una legge nazionale: per questo hanno chiesto la verifica di conformità della legge rispetto allo statuto della regione, una verifica di cui si occupa proprio il collegio di garanzia a cui si sono rivolti. Questo dovrà decidere entro 30 giorni, periodo di tempo in cui la legge non può essere promulgata ed è di fatto sospesa.

In Italia il suicidio assistito è legale dal 2019 grazie a una sentenza della Corte costituzionale, eppure non esiste una legge nazionale che definisca come questo debba avvenire, a quali condizioni e con che tempi, nonostante la Corte stessa abbia ripetutamente invitato il parlamento a farla. Per questa ragione, ed essendo la sanità in parte una competenza regionale, negli ultimi anni la responsabilità di come regolamentare il suicidio assistito si è spostata soprattutto sulle regioni, che devono comunque gestire i casi di persone che legittimamente chiedono di avere accesso alle procedure per somministrarsi un farmaco letale.

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