Il nuovo irraggiungibile aeroporto di Lima
Mancano l’autostrada e i collegamenti per arrivarci con i mezzi pubblici

Nell’aeroporto internazionale “Jorge Chávez” di Lima, il più grande del Perù, entrerà in funzione il 30 marzo un nuovo terminal, oltre un chilometro a ovest di quello attuale. Il terminal ha però un problema: non c’è un’autostrada che lo colleghi a Lima, la capitale del Perù, né un modo di arrivarci in metropolitana.
È un problema di cui in Perù si discute da mesi, e che secondo diversi analisti riflette le inefficienze del settore pubblico e l’instabilità politica del paese. Venerdì il ministro dei Trasporti Raúl Pérez Reyes ha detto che per cercare di risolverlo sarà costruito un collegamento con la diramazione 4 della linea 2 della metropolitana di Lima (una monorotaia sopraelevata, e non un tunnel, come ipotizzato inizialmente). Lungo la diramazione 4 della linea 2 sarà aperta una stazione “Aeroporto”, ma la conclusione dei lavori è prevista nel 2028. La stazione si troverà peraltro di fronte al vecchio terminal, che dopo il 30 marzo di quest’anno sarà progressivamente dismesso.
«Avere una fermata della metropolitana chiamata “Aeroporto” dove non ci sarà più un aeroporto è proprio l’esempio più chiaro della nostra mancanza di pianificazione come paese», ha detto a Bloomberg Carlos Gutiérrez, direttore generale dell’associazione di categoria del settore aereo in Perù.
L’aeroporto “Jorge Chávez” si trova nella città di Callao, a nord del fiume Rímac: il ponte che doveva attraversarlo per rendere l’aeroporto raggiungibile in autostrada non è ancora stato costruito. Al momento ci sono soltanto due ponti prefabbricati provvisori, aperti solo al trasporto privato, per raggiungere il nuovo terminal attraverso due strade secondarie. Ma non c’è un servizio di autobus, né spazio sufficiente per consentire l’attraversamento pedonale.

(Google Maps)
Il collegamento tramite monorotaia di cui ha parlato Reyes dovrebbe partire dalla stazione Quilca della metropolitana, cioè la prima stazione della diramazione 4 al di là del fiume Rímac. Le autorità locali e le società di trasporti internazionali coinvolte nei lavori di costruzione del terminal, tra cui la tedesca Fraport AG, si sono rimpallate nei mesi scorsi le responsabilità dei ritardi nell’avvio dei cantieri e di varie altre inefficienze. Intanto, scrive Bloomberg, il governo dà la colpa alle amministrazioni precedenti.
Alla base dei gravi errori di programmazione c’è in generale una prolungata crisi delle istituzioni politiche peruviane, aggravata nel 2022 dal tentato colpo di stato del presidente Pedro Castillo, poi rimosso. Dal 2001 si sono succeduti 24 ministri dei Trasporti. Dal 2018, quando furono ultimati i piani di costruzione del nuovo terminal, si sono succeduti sette presidenti. Nel frattempo diversi parlamentari hanno ricevuto accuse di corruzione e, più recentemente, di sfruttamento della prostituzione.

Le strutture del terminal in costruzione, il 4 aprile 2024 (Carlos Garcia Granthon/ZUMA Press Wire)
Il nuovo terminal, costato quasi due miliardi di euro, avrà una capacità di 30 milioni di passeggeri, che sarà ampliata a 40 milioni entro il 2026. Nel 2024 l’aeroporto ha trasportato attraverso il terminal attualmente in uso circa 24 milioni di passeggeri, quasi il doppio rispetto alla quantità per cui era stato pensato e costruito.
Secondo un indice dell’Associazione Latinoamericana del Trasporto Aereo (ALTA), riportato dal quotidiano El Comercio, il Perù è il terzultimo tra i 20 paesi latinoamericani in termini di qualità delle infrastrutture: un risultato determinato soprattutto dall’intenso traffico stradale e dalla scarsa disponibilità di imbarchi diretti, che non richiedano trasferimenti in autobus.
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