Dal primo incontro tra Zelensky e Vance non è emerso granché
Il presidente ucraino e il vice di Trump si sono incontrati venerdì in Germania, ed è sembrato tutto molto interlocutorio

Venerdì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il vicepresidente statunitense JD Vance si sono incontrati per la prima volta a Monaco di Baviera, in Germania. L’incontro tra i due era molto atteso, soprattutto per via dei possibili negoziati di pace tra Russia e Ucraina discussi in una recente telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e quello russo Vladimir Putin, ma non sembra sia emerso granché.
Vance e Zelensky si sono incontrati alla conferenza sulla Sicurezza, un evento annuale a cui partecipano anche altri leader europei e mondiali. Al termine dell’incontro Vance ha parlato dell’importanza di avviare colloqui per mettere fine alla guerra in corso, sostenendo che gli Stati Uniti vogliano «ottenere una pace durevole e duratura»: non ha però dato alcun dettaglio su come il suo paese sarebbe pronto a mediare o intervenire, dicendo di non voler compromettere le negoziazioni.
Zelensky, a sua volta, ha ringraziato gli Stati Uniti per il sostegno dato all’Ucraina, ma ha detto che il suo paese ha bisogno di «garanzie reali di sicurezza» e che «c’è ancora molto da fare per preparare il piano per fermare Putin». Zelensky ha insomma ripetuto cose in linea con quanto aveva sempre detto finora, senza specificare nulla di particolare rispetto al proprio incontro con Vance.

Volodymyr Zelensky con la delegazione ucraina sulla sinistra e sulla destra JD Vance con quella statunitense. Monaco di Baviera, Germania, 14 febbraio 2025 (AP Photo/ Matthias Schrader)
La telefonata intercorsa tra Trump e Putin è stata uno sviluppo significativo nei rapporti tra Russia e paesi occidentali, che nel corso della guerra in Ucraina, cominciata ormai quasi tre anni fa, si sono fatti via via più tesi. Trump si è limitato a dire che sia lui sia Putin sono d’accordo nel voler «fermare i milioni di morti nella guerra tra Russia e Ucraina» (anche se in realtà secondo le stime più recenti le morti sarebbero alcune centinaia di migliaia).
L’incontro tra Vance e Zelensky di venerdì insomma è sembrato collaborativo, ma soprattutto interlocutorio. Soprattutto tenendo conto che poche ore prima entrambi avevano fatto commenti più decisi nei rispettivi interventi alla conferenza.
Zelensky aveva detto che l’Ucraina non riconoscerà mai i propri territori occupati come parte integrante della Russia, aveva ribadito che il suo paese vuole entrare nella NATO e aveva sostenuto che lui sarebbe disposto a discutere di un piano di pace con Putin soltanto se questo piano verrà concordato sia con i leader europei che con il presidente statunitense Trump.
Vance invece non aveva parlato direttamente dei negoziati in corso tra Russia e Stati Uniti, ma le sue parole avevano attirato molta attenzione perché viste come un attacco ai paesi dell’Unione Europea. Aveva approfittato dell’attacco compiuto giovedì a Monaco di Baviera da un cittadino afghano per dirsi preoccupato da quella che aveva definito una «minaccia proveniente dall’interno», con una probabile allusione alle persone migranti che vivono in Europa.
Sempre a proposito dell’immigrazione, Vance aveva sostenuto che i paesi europei stessero entrando in «una crisi che si sono creati da soli» e che stessero abbandonando «valori fondamentali» come la libertà di parola, e aveva lasciato intendere il proprio sostegno ai partiti di destra ed estrema destra europei come Alternative für Deutschland (AfD).
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