Chi è Friedrich Merz, il capo della CDU
Il probabile prossimo cancelliere tedesco fu ostracizzato per molti anni nel partito, per la sua rivalità con Angela Merkel: ora sembra arrivato il suo momento

Finché c’è stata Angela Merkel, e quindi molto a lungo, Friedrich Merz è stato ai margini della politica tedesca e del partito di centrodestra Unione Cristiano-Democratica (CDU). Merkel fu cancelliera dal 2005 al 2021 e presidente della CDU per diciott’anni, fino al 2018: osteggiò Merz quando erano entrambi due promettenti esponenti del partito, e ha continuato a farlo anche dopo il suo ritiro dalla politica (per due volte favorì l’elezione di candidati leader che sfidavano Merz alle primarie).
Oggi Merz è però il candidato della CDU alle elezioni del 23 febbraio: molto probabilmente sarà il prossimo cancelliere, visto il netto vantaggio del partito nei sondaggi.
Il momento di Merz ha coinciso con l’uscita di scena di Merkel, ma è dovuto anche a ragioni politiche. La CDU attuale è diversa da quella che lasciò Merkel: in breve, è un partito più di destra e meno centrista. Merz, storico esponente dell’ala conservatrice in antitesi a quella moderata di Merkel, ha accelerato questo processo ma ne è anche una conseguenza: due settimane fa il partito non si è fatto problemi a votare in parlamento insieme all’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD), anche se non ci si alleerà dopo le elezioni.
In quell’occasione Merkel ha fatto un raro intervento pubblico per criticare il comportamento di Merz, ma il partito non si è discostato dalla linea del nuovo leader, che propone misure molto restrittive sull’immigrazione. «Una parte del partito aveva sperato a lungo in una figura più conservatrice, delusa dal posizionamento liberale di Merkel. L’altra parte, rendendosi conto che ogni alternativa aveva fallito, alla fine ha ceduto», spiega Sara Sievert, giornalista politica del giornale tedesco t-online che ha recentemente scritto una biografia di Merz.
Per certi versi la campagna elettorale di Merz è stata un rinnegamento della legacy di Merkel (cioè la sua eredità politica), e in particolare delle sue politiche a favore dell’accoglienza delle persone migranti. Merz è arrivato al punto da capovolgerne la frase più iconica: dal Wir schaffen das, cioè “ce la possiamo fare”, che Merkel pronunciò nel 2015 quando decise che la Germania avrebbe accolto un milione di rifugiati siriani, a un Das werden wir nicht schaffen, “non ce la potremo fare”, riferendosi all’arrivo di altre persone migranti nel paese.

Friedrich Merz e Angela Merkel alla convention della CDU a Lipsia, nel dicembre del 2003 (Sean Gallup/Getty Images)
Ci fu una fase, piuttosto breve, in cui Merkel e Merz andarono d’accordo. Nel 2000 divennero di fatto i leader della CDU dopo le dimissioni di Wolfgang Schäuble per uno scandalo di finanziamenti irregolari: Merkel era presidente del partito, Merz del gruppo parlamentare, un incarico molto influente.
Il loro rapporto si incrinò dopo le elezioni del 2002, perse dalla CDU. Prima del voto Merkel aveva fatto un patto con Edmund Stoiber, il governatore della Baviera e leader dell’ala locale della CDU (la CSU): lui sarebbe stato il candidato cancelliere, ma in cambio lei avrebbe preso il posto di Merz come capogruppo. Le divergenze tra Merkel e Merz erano politiche prima che personali e si possono riassumere in quanto a destra dovesse andare il partito. Secondo Merz, di più.
La rottura definitiva avvenne dopo uno dei momenti di maggiore popolarità di Merz: nel 2003 presentò alla convention una riforma fiscale scritta su un sottobicchiere per la birra (Bierdeckel in tedesco). L’idea era che fosse una proposta talmente chiara da poter essere spiegata in poco spazio, e la trovata funzionò. Quel sottobicchiere è conservato in un museo a Bonn e fu un’iniziativa così famosa che è stata copiata spesso, anche dagli avversari della CDU. Di lì a poco, però, la proposta di Merz fu rigettata dalla CDU, in cui ormai Merkel era enormemente influente. Merz fu allontanato dalla dirigenza del partito e nel 2008 si dimise da deputato: sarebbe tornato in parlamento solo nel 2021.

Friedrich Merz atterra a Sylt per il matrimonio di Christian Lindner, l’8 luglio del 2022 (Axel Heimken/dpa)
Nei tredici anni in mezzo si è dedicato a fare parecchi soldi. Merz veniva già da una famiglia benestante ma è diventato milionario facendo l’avvocato d’affari. Ha collezionato una ventina di posti nei consigli d’amministrazione di grosse società, tra le quali Axa, Commerzbank e Deutsche Börse. Il ruolo più importante, e più remunerativo, è stato quello da presidente del consiglio di supervisione del ramo tedesco di BlackRock, una delle più importanti società d’investimento al mondo e forse la più potente.
I guadagni gli hanno consentito di coltivare la sua passione per il volo, una delle cose per cui è più noto. Ha preso il brevetto da pilota e ha un piccolo aereo bimotore a elica modello Diamond DA62, con cui va avanti e indietro tra Berlino e il suo collegio elettorale nel Sauerland.

Friedrich Merz scende dal palco della convention della CDU a Lipsia, il 22 novembre del 2019 (AP Photo/Jens Meyer)
Questo tratto di Merz fa così parte della sua immagine pubblica che nelle scorse settimane una rivista ha spiegato che col suo tipo di brevetto non potrebbe guidare l’aereo di stato. Ci sono state però anche controversie. Nell’estate del 2022 Merz fu molto criticato quando andò col suo aereo al matrimonio di Christian Lindner, il leader dei Liberali, a Sylt (un posto esclusivo delle Isole Frisone, nel mare del Nord). La scorsa estate è salito a bordo di un caccia dell’aeronautica tedesca per un volo di otto minuti sopra il Mar Baltico, costato 111mila euro allo stato.
Essendo un milionario che si sposta con l’aereo personale, Merz non è risultato credibile quando ha sostenuto in alcune interviste di appartenere alla fascia alta della classe media. I pochi aneddoti su di lui confermano una personalità piuttosto algida e ingessata. Nonostante tutto questo, la CDU di Merz è prima nei sondaggi da più di due anni. Tra i principali fattori ce ne sono due: uno interno alla CDU e uno esterno.

Una copia del libro di Angela Merkel sui banchi del parlamento tedesco, in una delle ultime sessioni prima delle elezioni, il 31 gennaio (Maja Hitij/Getty Images)
Quello interno è che Merz è riuscito a garantirsi l’appoggio della CSU, che negli ultimi anni non è stato scontato. La Baviera è il secondo stato più popoloso della Germania (ha 13 milioni di abitanti) e la CSU lo governa dal 1957. Il ramo bavarese è molto influente perché porta al partito nazionale più di un quinto dei voti. Nel 2021 la candidatura a cancelliere di Armin Laschet fu fallimentare anche perché contrastata da Markus Söder, il leader della CSU che ambiva a candidarsi cancelliere lui. Quando Merkel e gli ambienti ecclesiastici hanno criticato Merz per l’intesa con AfD, Söder l’ha difeso.
Il fattore esterno si chiama Olaf Scholz, il cancelliere uscente dei Socialdemocratici (SPD). Il principale avversario politico di Merz, cioè, è molto impopolare e nonostante i suoi sforzi non è riuscito a risollevare il suo partito da una profonda crisi nei consensi. «Merz non deve vincere una gara di simpatia con Günther Jauch (uno dei più popolari conduttori televisivi tedeschi, ndr) o con Harry Potter. Deve battere Scholz», ha sintetizzato la Süddeutsche Zeitung. Anche secondo Sievert la diffusa insoddisfazione dell’elettorato verso Scholz e la sua coalizione ha reso «Merz l’alternativa migliore», nonostante non abbia esperienza di governo (è stato eurodeputato e deputato, mai ministro).

Un manifesto di Merz e uno di Olaf Scholz, a Düsseldorf, l’11 febbraio (AP Photo/Martin Meissner)
Inoltre Merz ha puntato sulla sua reputazione di competenza in campo economico, una cosa che lo ha aiutato in un contesto in cui la crisi politica è innanzitutto economica, anche se la campagna elettorale si sta concentrando sempre di più sull’immigrazione. Sievert racconta che inizialmente la CDU era refrattaria a puntare su proposte più rigide sul contrasto all’immigrazione illegale, proprio per via delle vecchie politiche di Merkel, ma che dopo una serie di attacchi «Merz si è sentito in dovere di fare qualcosa: non dopo le elezioni, ma subito». Finora la CDU non ha risentito nei sondaggi dell’intesa, molto contestata, con AfD nel voto in parlamento di fine gennaio.
Pochi giorni fa Scholz e Merz hanno partecipato a un format televisivo pre-registrato in cui hanno risposto alle domande di alcuni bambini. Gli stessi bambini hanno detto a Merz che ha pochi capelli e che forse è troppo vecchio per fare il cancelliere. Lui l’ha presa tutto sommato bene. Un altro bambino lo ha pressato ricordandogli che nel 2023 aveva paragonato gli alunni figli di persone migranti a «piccoli pascià». Lo stesso anno Merz aveva parlato dell’accoglienza dei profughi ucraini in termini di «turismo sociale»: era stato il momento più difficile della sua leadership, e per quelle dichiarazioni era stato contestato all’interno della CDU.
Con ogni probabilità dopo le elezioni la CDU non avrà abbastanza seggi per esprimere il governo da sola e, a seconda dei risultati, dovrà coalizzarsi con l’SPD, i Verdi, o con entrambi.
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