Il cacao continua a costare moltissimo
Negli ultimi due anni ha raggiunto prezzi mai visti prima, anche a causa di una minore produzione e di una domanda sempre in crescita

Negli ultimi due anni i prezzi del cacao sono aumentati moltissimo, per una serie di ragioni che hanno a che fare con le anomalie climatiche e con alcuni problemi tipici di questo settore, storicamente caratterizzato da alti livelli di sfruttamento e scarsi investimenti. Se nell’estate del 2022, prima dell’attuale crisi, il prezzo di una tonnellata di cacao si aggirava attorno ai 2mila dollari, oggi supera i 10mila, una cifra non troppo lontana dal picco più alto di sempre: 12mila dollari a tonnellata, raggiunto nella primavera del 2024.
La prima ragione per spiegare l’aumento del prezzo del cacao è la scarsa produzione degli ultimi anni, a fronte di una domanda che invece continua ad aumentare. La principale causa della riduzione nella produzione sono le anomalie climatiche che si sono verificate negli ultimi anni nei principali paesi produttori, quelli da cui arriva il 75 per cento del cacao che consumiamo nel mondo: Costa d’Avorio, Ghana, Camerun e Nigeria (il resto arriva principalmente dal Sudamerica e in una piccola percentuale da Indonesia e Papua Nuova Guinea).
Recentemente il gruppo di ricerca statunitense Climate Central ha analizzato l’andamento delle temperature nelle principali aree di produzione di questi paesi. Ha rilevato che il riscaldamento globale negli ultimi dieci anni ha causato in queste zone un incremento rilevante del numero di giorni all’anno in cui le temperature eccedono i 32 °C, ben al di sopra dell’intervallo considerato ideale per la crescita del cacao (tra i 20 e i 30 °C). Soltanto nel 2024 in buona parte di questi quattro paesi ci sono state almeno 6 settimane in più all’anno con temperature superiori ai 32 °C, e questo ha avuto un impatto negativo sulla produzione.

Una cabossa, il frutto del cacao, con all’interno le fave da cui si fa il cioccolato (AP Photo/Sunday Alamba)
Oltre all’aumento delle temperature, ci sono state variazioni anomale nelle precipitazioni. Le scorte di cacao sono iniziate a diminuire nel 2023, dopo una stagione di piogge intense e inaspettate che ha colpito l’Africa occidentale e in particolare il Ghana. L’aumento improvviso delle precipitazioni ha causato tra le altre cose la diffusione di funghi come il Phytophthora, che provoca una malattia che fa marcire le fave del cacao. A una stagione di piogge anomale è poi seguita una lunga stagione di siccità nel 2024, che ha causato ulteriori perdite nel raccolto.
Il settore del cacao è sempre stato uno dei meno equi e sostenibili al mondo. Gli agricoltori sono sfruttati sia dai governi locali, che detengono di fatto il controllo dei raccolti, sia dalle grandi multinazionali produttrici di cacao, che per decenni hanno preteso e ottenuto di pagare pochissimo questa materia prima. Mentre il prezzo del cioccolato sui mercati internazionali aumentava vertiginosamente, secondo un’analisi pubblicata da Oxfam nel 2023 il reddito medio dei coltivatori dell’Africa occidentale si era ridotto del 16 per cento dal 2020 (del 22 per cento per le coltivatrici donne). Secondo la stessa analisi, il 90 per cento dei coltivatori in Ghana, per esempio, non guadagna abbastanza per rispondere ai propri bisogni primari, e lo stesso avviene negli altri paesi.

Cioccolatini di lusso in una pasticceria di Londra (AP Photo/Kirsty Wigglesworth)
Il risultato di questo sfruttamento, soprattutto ora che il raccolto è diventato incerto, è che molti contadini non riescono più a guadagnarsi da vivere con questa produzione, e quindi abbandonano le coltivazioni per cercare un lavoro più stabile e redditizio in città.
Al contrario, negli ultimi decenni in altre zone del mondo il benessere è aumentato moltissimo. L’esempio più lampante è la Cina, dove l’espansione della classe media, oltre a una maggiore apertura verso merci che non fanno parte della sua tradizione, ha fatto aumentare la domanda di prodotti di lusso, tra cui anche il cioccolato. Dopo un calo dovuto alle restrizioni della pandemia, il mercato cinese del cioccolato è ricominciato a crescere, e si prevede che aumenterà del 4,5 per cento all’anno fino al 2030. In generale la domanda di cioccolato a livello globale non ha mai smesso di aumentare ed è previsto che continuerà a crescere.
A questi problemi si aggiunge il fatto che la produzione del cacao non è mai stata industrializzata, sempre a causa del prezzo bassissimo a cui le aziende occidentali hanno acquistato la materia prima per decenni, ma anche a causa della natura molto delicata di questo raccolto. La raccolta dei frutti degli alberi del cacao, dentro cui crescono le fave di cacao, avviene ancora a mano. I contadini hanno inoltre pochi mezzi per mantenere o aumentare la produttività e nella maggior parte dei casi gli alberi delle piantagioni sono vecchi e hanno superato di gran lunga il loro periodo più produttivo.
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