L’Ucraina sta offrendo metalli rari a Trump
Per assicurarsi il suo sostegno: il presidente americano vuole l'equivalente di 500 miliardi di dollari in minerali ucraini per continuare gli aiuti militari

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta offrendo i metalli rari dell’Ucraina al presidente americano Donald Trump per garantire la continuità della protezione e degli aiuti militari degli Stati Uniti durante la guerra di resistenza contro l’invasione russa.
Per ora non c’è un accordo definito. È piuttosto un suggerimento, presentato a Trump a settembre durante una visita di Zelensky a New York per compiacere la natura di uomo d’affari del presidente americano.
Trump è sempre stato orgoglioso della sua capacità di fare accordi commerciali vantaggiosi e senza farsi fregare, e la sua prima autobiografia, pubblicata trent’anni prima del suo ingresso in politica, aveva come titolo «L’arte di fare affari». Fin dal giorno del suo insediamento ha impostato gran parte della sua politica estera secondo una visione commerciale spregiudicata: blocco degli aiuti umanitari internazionali, dazi anche contro paesi alleati, minacce di annessione dalla Groenlandia a Panama in nome dell’interesse economico degli Stati Uniti.
La proposta di Zelensky faceva parte del cosiddetto «Piano per la vittoria» ucraino presentato anche all’amministrazione di Joe Biden. Con Trump però c’è stato un cambio chiaro di impostazione: se prima il sostegno agli ucraini contro la Russia era presentato come la cosa giusta da fare, per fermare la politica estera aggressiva di Putin e salvare l’idea stessa di Ucraina, adesso è consigliato come la cosa conveniente da fare per non lasciare alla Russia le ricchezze minerarie ucraine.
Trump è ricettivo. In un’intervista con Fox News andata in onda lunedì 10 febbraio, il presidente ha detto che gli Stati Uniti dovrebbero prendere una parte delle grandi risorse naturali dell’Ucraina come risarcimento per le centinaia di miliardi di dollari spese per aiutare Kiev a resistere all’invasione della Russia.
«Ho detto loro [agli ucraini] che voglio l’equivalente di 500 miliardi di dollari in terre rare. E hanno sostanzialmente accettato di farlo, così almeno non ci sentiamo stupidi», ha detto. «Altrimenti siamo stupidi. Ho detto loro che dobbiamo ottenere qualcosa. Non possiamo continuare a pagare questa quantità di soldi».
Trump usa il termine «terre rare», ma è probabile che sia più interessato a metalli importanti che però non fanno parte del gruppo delle terre rare, come il titanio, molto ricercato nell’ingegneria aerospaziale, e il litio, che serve a fare le batterie elettriche. Secondo le stime pubblicate dalla Kyiv School of Economics, l’Ucraina ha nel suo sottosuolo le più grandi riserve di titanio e le terze riserve di litio in Europa. Le autorità ucraine sostengono di avere almeno la metà delle cinquanta materie prime critiche che gli Stati Uniti considerano indispensabili per la propria sicurezza.
Lo sfruttamento dei giacimenti in Ucraina è molto indietro, ci sarebbe bisogno di investimenti per localizzare con più chiarezza i minerali e per estrarli ed è una cosa che non si può fare sotto la minaccia dell’avanzata delle truppe russe. Dal punto di vista dell’Ucraina, se Trump vuole i metalli rari allora deve aiutare le truppe ucraine a resistere alla Russia, altrimenti molti territori – e tutto quello che c’è nel sottosuolo – rischiano di passare sotto il controllo del presidente russo Vladimir Putin.
Questa offerta potrebbe essere l’argomento più convincente, da parte di Zelensky, per farsi valere nei negoziati sull’Ucraina tra Trump e Putin, che sono già cominciati al telefono e potrebbero proseguire presto con un incontro di persona.
Mercoledì 12 febbraio, l’amministrazione Trump ha mandato il primo rappresentante statunitense a Kiev in Ucraina: è il segretario al Tesoro Scott Bessent, che ha incontrato Zelensky per parlare dei minerali. Bessent ha presentato al presidente ucraino la bozza di un accordo di cooperazione economica e ha dichiarato che «in cambio di questo accordo, gli Stati Uniti continueranno a fornire supporto materiale all’Ucraina».