La fusione tra Honda, Nissan e Mitsubishi non si farà, alla fine

Il grande progetto annunciato a dicembre è stato annullato, a causa delle divergenze tra le aziende sulla struttura del nuovo gruppo

L’amministratore delegato di Nissan, Makoto Uchida, quello di Honda, Toshihiro Mibe, e quello di Mitsubishi, Takao Kato, alla conferenza in cui avevano annunciato l’avvio del processo di fusione delle tre aziende, il 23 dicembre (Tomohiro Ohsumi/Getty Images)
L’amministratore delegato di Nissan, Makoto Uchida, quello di Honda, Toshihiro Mibe, e quello di Mitsubishi, Takao Kato, alla conferenza in cui avevano annunciato l’avvio del processo di fusione delle tre aziende, il 23 dicembre (Tomohiro Ohsumi/Getty Images)
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Le aziende automobilistiche giapponesi Honda, Nissan e Mitsubishi hanno detto di aver annullato il grande progetto di fusione che avevano annunciato a fine dicembre. Sono le principali aziende automobilistiche del Giappone, dopo Toyota, e una loro fusione avrebbe creato il terzo gruppo più grande al mondo nella produzione di auto, dopo Toyota e la tedesca Volkswagen; e sarebbe stato più grande di Hyundai (sudcoreana) e di Stellantis (che possiede anche Fiat).

Nelle intenzioni delle tre aziende, una fusione avrebbe permesso loro di resistere meglio alla concorrenza globale, e in particolare di contrastare le aziende cinesi nel mercato delle auto elettriche.

Nei giorni seguenti all’annuncio del progetto, però, le trattative non sono andate come previsto: Honda aveva fatto pressioni su Nissan per fare grossi tagli alla sua forza lavoro, e chiesto che alla fine della fusione Nissan diventasse interamente una sua azienda sussidiaria, al contrario di quanto inizialmente concordato. È stata questa proposta di accordo, come confermato da Nissan giovedì, a causare la fine delle trattative.

La fusione sarebbe stata importante soprattutto per Nissan, che tra le tre è l’azienda con i problemi economici maggiori, legati soprattutto a uno scandalo finanziario che portò all’arresto nel 2018 del suo ex amministratore delegato Carlos Ghosn, poi fuggito in Libano in maniera molto rocambolesca. Honda era considerata l’unica azienda, oltre a Toyota, che avrebbe potuto risollevare Nissan dalla crisi. Mitsubishi sarebbe stata inclusa nella fusione in quanto Nissan è la sua principale azionista, con il 24 per cento delle quote.