Il parlamento è riuscito a eleggere i giudici mancanti della Corte costituzionale

Dopo uno stallo durato più di un anno e tredici votazioni andate a vuoto

L'aula della Camera, Roma, 10 Aprile 2024 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
L'aula della Camera, Roma, 10 Aprile 2024 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
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Giovedì, dopo più di un anno di stallo, il parlamento è riuscito a eleggere i quattro giudici mancanti della Corte costituzionale che era di sua competenza indicare. Per eleggerli è necessaria la maggioranza dei tre quinti dell’assemblea, pari a 363 voti (su 605 parlamentari: 400 deputati, 200 senatori e 5 senatori a vita). Il parlamento li ha eletti in seduta comune, cioè con votazioni a cui hanno partecipato contemporaneamente deputati e senatori.

I giudici eletti sono Francesco Saverio Marini, attuale consigliere giuridico della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e professore di Diritto pubblico all’Università di Roma Tor Vergata; Massimo Luciani, giurista e professore emerito di Diritto pubblico dell’Università La Sapienza di Roma, sostenuto dalle opposizioni e in particolare dal Partito Democratico; Maria Alessandra Sandulli, giurista e docente ordinaria a Roma Tre, gradita sia al centrodestra che al centrosinistra; e Roberto Cassinelli, avvocato civilista ed ex parlamentare di Forza Italia.

Era dal novembre del 2023 che il parlamento doveva eleggere i giudici della Corte costituzionale per sostituire quelli il cui mandato era terminato. Allora era scaduto il mandato di Silvana Sciarra, e per oltre un anno i partiti non erano riusciti a trovare un accordo per indicare un sostituto.

A dicembre, poi, erano decaduti anche Augusto Barbera, Giulio Prosperetti e Franco Modugno: il fatto che a quel punto i giudici da indicare fossero quattro sembrava dovesse rendere più facili le trattative, visto che i partiti potevano definire un accordo che andasse bene sia per la maggioranza sia per l’opposizione (accordo necessario proprio perché per l’elezione serve una maggioranza ampia). Finora non era stato così: negli ultimi mesi soprattutto a causa delle incertezze di Antonio Tajani sul nome da proporre in rappresentanza del suo partito, Forza Italia; nelle ultime settimane anche a causa dell’interruzione dei lavori parlamentari per le polemiche legate al caso della scarcerazione di Njeem Osama Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica. Nel complesso in oltre un anno sono state tredici le votazioni risultate nulle.

È dunque dal novembre del 2023 che la Corte costituzionale esercitava senza il numero completo dei suoi componenti, che in situazioni ordinarie sono quindici. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella era più volte intervenuto sulla questione ribadendo, spesso con toni piuttosto assertivi, l’urgenza di eleggere i giudici mancanti e di consentire alla Corte di svolgere in maniera ordinata il suo delicato ruolo.

Nell’ultimo periodo la Corte ha lavorato con 11 giudici, cioè il numero minimo consentito per legge perché possa deliberare: era una condizione molto delicata, perché una sola defezione per qualsiasi ragione (per esempio di salute) avrebbe impedito il regolare lavoro della Corte costituzionale.

– Leggi anche: La cronica lentezza del parlamento nell’eleggere i giudici costituzionali