• Mercoledì 12 febbraio 2025

Zelensky ha detto di essere favorevole a uno scambio di territori con la Russia

In un'intervista al "Guardian", parlando a lungo di come potrebbe cambiare il sostegno degli Stati Uniti ora che c'è Trump

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (AP Photo/Markus Schreiber)
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (AP Photo/Markus Schreiber)
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Martedì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dato un’intervista in esclusiva al Guardian in cui tra le molte cose ha detto di essere favorevole a uno scambio di territori con la Russia per negoziare la fine dell’invasione russa e della guerra.

Nell’intervista a Shaun Walker, Zelensky ha parlato a lungo di come con il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump per l’Ucraina possano cambiare le cose nei rapporti con la Russia. Finora infatti l’ex presidente Joe Biden aveva dato un sostegno incondizionato all’Ucraina, anche con ingenti finanziamenti militari, mentre Trump si è mostrato da subito più ambiguo.

Zelensky ha detto che, se Trump riuscisse ad avviare un negoziato di pace con la Russia, sarebbe disponibile a trattare uno scambio di territori. Ha fatto capire che una possibilità sarebbe cedere alla Russia la parte della regione russa di Kursk che dallo scorso agosto è controllata dall’esercito ucraino: «Scambieremo un territorio con un altro», ma ha aggiunto di non sapere quale territorio occupato dalla Russia chiederebbe in cambio. «Non lo so, vedremo. Tutti i nostri territori sono importanti, non c’è una priorità».

Mercoledì il portavoce del governo russo, Dmitri Peskov, ha escluso questa possibilità, definendola «impossibile»: «La Russia non ha mai discusso e non discuterà mai di uno scambio relativo al suo territorio», ha detto.

– Leggi anche: La campagna ucraina per distruggere le raffinerie russe sta funzionando?

Fin dalla campagna elettorale, e poi dopo la vittoria alle elezioni presidenziali statunitensi, Trump ha più volte detto di non voler continuare la politica di aiuti militari incondizionati all’Ucraina. Ha poi nominato come inviato per la guerra tra Russia e Ucraina il generale in pensione Keith Kellogg, che lo scorso anno aveva cofirmato un articolo in cui si sosteneva che per mettere fine alla guerra fosse necessario rimandare temporaneamente l’adesione dell’Ucraina alla Nato, ma anche continuare a fornire aiuti militari all’Ucraina purché questa accetti di prendere parte a negoziati di pace con la Russia. La prima visita di Kellogg in Ucraina è prevista per il 20 febbraio, dopo la Conferenza sulla sicurezza che si terrà a Monaco di Baviera (in Germania) dal 14 al 16 febbraio, quando l’inviato speciale degli Stati Uniti potrebbe presentare un piano di pace dell’amministrazione Trump.

Trump ha ribadito la sua ambiguità nel sostegno all’Ucraina anche negli ultimi giorni, dicendo che in cambio degli aiuti gli Stati Uniti dovrebbero avere qualcosa. Ha proposto che l’Ucraina dia agli Stati Uniti l’equivalente di 500 miliardi di dollari in metalli rari (particolarmente necessari per il settore tecnologico).

Al Guardian Zelensky ha detto di aver dato lui questa idea a Trump a settembre, quando si erano incontrati a New York, e che per il futuro vuole offrire agli Stati Uniti un piano più dettagliato sulle opportunità economiche per le aziende statunitensi che vogliano investire in Ucraina, sia nella ricostruzione del paese che nell’estrazione delle risorse naturali.