La storia del ginecologo morto nello stesso posto in cui scomparve Sara Pedri
Il 31 gennaio aveva seguìto il parto di una bambina, che poi è morta all'ospedale di Brescia: pochi giorni dopo è stato trovato in Trentino

Il 31 gennaio all’ospedale Civile di Brescia è morta una neonata che era nata poche ore prima all’ospedale di Desenzano del Garda. Non si sa ancora esattamente perché: sembrano esserci state delle complicanze durante il parto. Il 3 febbraio in Val di Non, in Trentino, è stato trovato il corpo di uno dei ginecologi che l’aveva fatta nascere, nello stesso posto dove scomparve la ginecologa Sara Pedri il 4 marzo del 2021. Su questi due avvenimenti, quelli che riguardano la neonata e il medico, indagano le procure di Brescia e Trento: oltre a ricostruire perché sia morta la bambina, apparentemente sana fino alla nascita, chi indaga dovrà anche provare a capire se c’è un nesso tra le due morti (al momento non è accertato e bisogna quindi prendere con cautela qualsiasi ipotesi).
Il 31 gennaio la coppia di genitori era all’ospedale di Desenzano per il parto della loro primogenita. Secondo quanto hanno ricostruito le indagini fin qui, la gravidanza si è svolta senza particolari problemi. Ci sarebbe stato un lieve ritardo rispetto al termine, e sembra anche che la neonata si fosse girata prima di nascere, ma sono entrambe informazioni che la procura di Brescia deve ancora confermare.
Si sa comunque che qualcosa durante il parto non ha funzionato, anche se non è ancora chiaro cosa. Secondo la stampa locale, i medici hanno dovuto estrarre la neonata con la ventosa ostetrica, uno strumento usato nella cosiddetta fase espulsiva, quella successiva al travaglio, quando per qualche ragione il feto non riesce a uscire dalla vagina. È una sorta di coppetta in gomma che viene posizionata sulla testa del feto: la ventosa serve a tirare fuori delicatamente la testa del bambino. Il Giornale di Brescia, che ha parlato con chi indaga, scrive che al momento della nascita la bambina presentava sintomi di ipossia, cioè di carenza d’ossigeno. Per questa ragione era stata portata d’urgenza all’ospedale Civile di Brescia, dove era stata ricoverata in rianimazione pediatrica. È morta poco dopo.
I genitori della bambina hanno poi fatto denuncia, ipotizzando che sia stato commesso un errore durante il parto. Nel verbale, citato dal Corriere della Sera, si fa riferimento all’eventuale uso improprio della ventosa pediatrica e viene contestato il mancato ricorso al parto cesareo. Intanto la procura di Brescia ha sequestrato la cartella clinica della neonata e ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo: le persone indagate sono dieci tra medici e ostetriche che erano presenti al momento del parto.
Tra loro c’era anche il ginecologo che è stato trovato morto il 3 febbraio a Cles, in Trentino, dopo che la moglie ne aveva denunciato la scomparsa il giorno stesso. Dalle informazioni disponibili fin qui sembra che il medico non abbia lasciato messaggi di alcun tipo. Il suo corpo è stato trovato ai piedi del ponte di Castellaz, tra le pietre emerse dal lago di Santa Giustina per la secca in quel punto. È lo stesso lago dove quattro anni fa era stata trovata l’auto di Sara Pedri. Quando scomparve, Pedri aveva 31 anni. Da quella storia nacque una lunga vicenda giudiziaria che si è chiusa dieci giorni fa, il 31 gennaio, lo stesso giorno in cui è nata e poi morta la neonata.
Secondo le indagini, il ginecologo aveva fatto ricerche su Pedri proprio il 31 gennaio, leggendo alcuni articoli sull’esito del processo e altri sulla sua scomparsa. Il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, ha però escluso collegamenti tra il ginecologo e Pedri. Secondo il Corriere della Sera il medico non si sarebbe limitato a leggere le notizie sul processo di Trento, ma avrebbe anche cercato la zona in cui Pedri era scomparsa. Le loro auto però sono state trovate in due posti diversi, distanti circa cinque chilometri, fa notare sempre il Corriere.
Pedri lavorava all’ospedale Santa Chiara di Trento. Diede le dimissioni il giorno prima di sparire. Nei mesi precedenti aveva raccontato più volte alla sua famiglia di avere subito mobbing e frequenti umiliazioni sul luogo di lavoro. La sua storia spinse l’azienda ospedaliera ad aprire un’indagine interna, e in seguito ce ne fu anche una giudiziaria che portò a un processo per presunti maltrattamenti, in cui erano imputati l’allora primario del reparto di Ginecologia e Ostetricia e la sua vice. Entrambi sono stati assolti con formula piena lo scorso 31 gennaio. Secondo la famiglia di Pedri, e secondo l’accusa al processo, Pedri si suicidò nell’area del lago di Santa Giustina.
Lunedì è stata effettuata l’autopsia sul corpo della bambina. Nel frattempo la procura di Trento ha aperto un fascicolo sulla morte del medico a Cles: non è un’inchiesta ma un “modello 45”, cioè un registro usato per atti che non costituiscono notizie di reato. Servirà a capire cosa sia successo di preciso nei giorni che hanno preceduto la morte del medico.
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Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.
Puoi anche chiamare l’associazione Samaritans al numero 06 77208977, tutti i giorni dalle 13 alle 22.