A Omdurman, in Sudan, almeno 54 persone sono state uccise in un bombardamento su un mercato 

(AP Photo/Hussein Malla, File)
(AP Photo/Hussein Malla, File)

Sabato almeno 54 persone sono state uccise in un bombardamento compiuto su un mercato di Omdurman, in Sudan, vicino alla capitale Khartoum: l’attacco è stato attribuito alle Rapid Support Forces (RSF), il potente gruppo paramilitare che dal 2023 combatte una sanguinosa guerra civile contro l’esercito regolare del paese e che ha già compiuto vari attacchi di questo tipo. Almeno 158 persone sono state ferite. Il Sindacato dei medici del Sudan, associazione locale che in altre occasioni ha documentato le conseguenze degli attacchi compiuti in guerra, ha detto che la zona colpita dal bombardamento era molto vicina all’ospedale in cui poi sono stati portati i corpi, la maggior parte dei quali di donne e bambini.

La guerra civile in Sudan ha già causato circa 150mila morti e ha costretto circa 11 milioni di persone ad abbandonare le proprie case, provocando una crisi umanitaria gravissima. La guerra era iniziata nell’aprile del 2023, al culmine di una serie di tensioni tra il presidente Fattah al Burhan, che guida l’esercito regolare, e il vicepresidente Mohamed Hamdan Dagalo, noto anche come Hemedti, che guida le RSF. I due erano a capo una di giunta militare, il Consiglio Sovrano, l’organo a partecipazione civile e militare che aveva preso il potere nell’ottobre del 2021 con un colpo di stato e che avrebbe dovuto portare il paese a elezioni democratiche nel 2023.

Le tensioni tra al Burhan e Hemedti erano motivate da divergenze su alcune delle condizioni a cui sarebbe dovuta avvenire la transizione verso un governo democratico, e in particolare sull’ipotesi che le RSF venissero inglobate nell’esercito regolare. Il mese scorso, commentando le conseguenze della guerra iniziata tra i due, il segretario di Stato Antony Blinken ha accusato le RSF di star compiendo un genocidio in Sudan.

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