L’omicidio di Ermanno Lavorini, cosa accadde e come fu raccontato

Inquirenti e giornali accusarono persone omosessuali, ma la storia era molto diversa da come venne presentata

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Il 31 gennaio 1969 a Viareggio scomparve un bambino di 12 anni, Ermanno Lavorini. Il suo corpo venne ritrovato il 9 marzo 1969 sepolto sotto 40 centimetri di sabbia sulla spiaggia di Marina di Vecchiano, in provincia di Pisa.

Lo stesso giorno della scomparsa, con una telefonata, venne chiesto alla famiglia un riscatto di 15 milioni di lire, ma le indagini da parte dei carabinieri si indirizzarono subito verso presunti frequentatori omosessuali della pineta di ponente a Viareggio. Secondo chi conduceva le indagini, Ermanno Lavorini era stato ucciso nel corso di un “festino tra omosessuali”. Tre ragazzi interrogati fecero il nome di una serie di persone, cambiando continuamente versione. Quelle persone vennero fermate, in alcuni casi arrestate, i loro nomi comparvero sui giornali. Sulla stampa erano chiamati anormali, capovolti, mostri. Ci furono tentativi di linciaggio. Una di quelle persone, Adolfo Meciani, completamente estraneo alla vicenda, si uccise in carcere. Si scoprì solo mesi più tardi che la storia era molto diversa da come era stata ipotizzata dagli inquirenti e raccontata dai giornali e che le persone che erano state coinvolte non c’entravano assolutamente nulla.

Le due puntate di Indagini raccontano di cosa accadde in quei mesi e di come quella vicenda, che suscitò forte emozione in tutta Italia, venne presentata e raccontata: in quella storia Ermanno Lavorini non fu la sola vittima. Le puntate raccontano di come anche chi conduceva le indagini si adattò all’ipotesi giornalistica e alla cosiddetta vox populi.

Le due puntate di Indagini sul sequestro e omicidio di Ermanno Lavorini sono disponibili da oggi sull’app del Post (scaricala qui), ma anche sulle principali piattaforme di podcast, come Spotify, Apple Podcasts, Amazon Music e YouTube Music.