In Belgio è stato trovato un accordo per formare un governo
Quasi otto mesi dopo le elezioni: a guidarlo sarà il nazionalista fiammingo Bart De Wever

Venerdì sera in Belgio cinque partiti hanno trovato un accordo per formare il prossimo governo, quasi otto mesi dopo le elezioni federali che si erano tenute il 9 giugno 2024. L’accordo è stato trovato a poche ore dalla scadenza prefissata dal re Philippe, che all’inizio di gennaio aveva detto che se non si fosse trovato un accordo entro la fine del mese avrebbe indetto nuove elezioni.
Secondo l’accordo, il nuovo governo sarà guidato dal nazionalista fiammingo Bart De Wever e sarà composto da una larga coalizione: oltre al partito di De Wever, Nuova Alleanza Fiamminga, di destra, sarà composta dal partito di centrodestra francofono Movimento Riformista, dal partito di centrodestra fiammingo dei Cristiano-Democratici e Fiamminghi, dal partito centrista francofono Les Engagés e dal partito delle Fiandre di centrosinistra Vooruit (Avanti),
La coalizione è chiamata “Arizona”, un riferimento ai colori della bandiera dello stato americano che sono gli stessi dei partiti coinvolti: Nuova Alleanza Fiamminga rappresenta il giallo, il Movimento Riformista il blu, i Cristiano-Democratici e Fiamminghi l’arancione e Vooruit il rosso. L’unico partito il cui simbolo non rientra in questa definizione è Les Engagés, il cui simbolo è di colore verde acqua.
Il fatto che De Wever diventerà con ogni probabilità il prossimo primo ministro del Belgio è una notizia importante. In origine la Nuova Alleanza Fiamminga teorizzava la secessione delle Fiandre dal resto del Belgio, ma negli ultimi anni si era spostata su posizioni più moderate, chiedendo più autonomia per tutte le regioni dal governo centrale. Questo, insieme ai risultati delle elezioni, aveva convinto il re Philippe ad assegnare a De Wever il compito di formare il nuovo governo, cosa impensabile fino a qualche anno fa: venerdì intorno alle 22 De Wever è stato ricevuto dal re.
Come prova del suo cambiamento De Wever si era rifiutato negli scorsi mesi di avere colloqui con Vlaams Belang, il partito fiammingo di estrema destra che propone che le Fiandre dichiarino unilateralmente la loro indipendenza, e si era rivolto a partiti più moderati, fino a coinvolgere anche Vooruit, il principale partito di centrosinistra della Fiandre.
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In questi mesi le trattative si erano bloccate più volte a causa di opinioni discordanti fra i partiti, in particolare su come ridurre il deficit di bilancio del Belgio: queste differenze sono state però risolte venerdì, dopo due giorni e mezzo di discussioni.
Non è la prima volta che il Belgio ci mette così tanto a formare un governo: la politica belga è estremamente frammentata e i processi decisionali sono resi farraginosi dai numerosi malfunzionamenti del sistema amministrativo e di governo – organizzato su sei livelli – e dalle enormi difficoltà nel far convivere comunità e partiti molto lontani fra loro. L’ultimo governo con pieni poteri era entrato in carica a fine 2020, più di 650 giorni dopo le dimissioni del governo precedente (per circa metà del tempo, inclusa la prima fase della pandemia, il paese era stato gestito da un governo ad interim).
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