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  • Giovedì 30 gennaio 2025

Come sta l’albero più grande d’Europa

Ha passato quasi indenne le ultime due torride estati di Palermo e anche se è enorme deve essere protetto dal calpestìo dei turisti

Il ficus magnolioide dll'orto botanico di Palermo
Il ficus magnolioide dell'orto botanico di Palermo (Isaia Invernizzi/Il Post)
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Da vicino si fa una certa fatica a capire dove inizia e dove finisce l’enorme ficus magnolioide dell’orto botanico di Palermo: è imponente, alto circa 30 metri, ha 44 fusti e una chioma estesa per 2.900 metri quadrati, le radici aeree che scendono fino a terra, trasformate in colonne. È l’albero con la chioma più grande d’Europa e nel tempo ha mantenuto il record perché continua a crescere a una velocità impressionante, «come quella dei fagioli magici dei cartoni animati», dice sorridendo il direttore dell’orto botanico, Rosario Schicchi. Il ficus, insomma, sta molto bene anche se perfino per un albero così grande le temperature eccezionali delle ultime estati sono un problema.

Quest’albero così caratteristico per la sua maestosità ha 179 anni. Il ficus magnolioide (Ficus macrophylla f. columnaris) è originario degli stati australiani del Queensland e del Nuovo Galles del Sud, e fu piantato nell’orto botanico nel 1845. È il capostipite di tutti i ficus cresciuti in Sicilia e in generale nell’Italia meridionale. Anche uno dei due grandi ficus di piazza Marina, con cui si gioca il primato di albero più grande d’Europa, è cresciuto da una talea fatta con un suo ramo, quindi è una sorta di figlio. Entrambi sono stati inseriti nell’elenco degli alberi monumentali italiani arricchito ogni anno dal ministero delle Politiche agricole.

– Leggi anche: Dove sono gli alberi monumentali in Italia

Questo ficus non ha bisogno di irrigazione. Durante la pulizia di uno dei due pozzi dell’orto botanico i tecnici scoprirono un groviglio di radici che si erano allungate di circa sessanta metri per pescare l’acqua direttamente nel punto più vicino alla falda acquifera. Questo accorgimento ha permesso al ficus di affrontare lunghi periodi di siccità e le ultime torride estati di Palermo, quando le temperature hanno raggiunto picchi di oltre 40 gradi.

Una parte della chioma dell'albero più grande d'Europa

Una parte della chioma dell’albero più grande d’Europa (Isaia Invernizzi/Il Post)

Proprio la scorsa estate un grande ramo ha ceduto e si è schiantato a terra, probabilmente a causa dello squilibrio idrico legato alle variazioni di temperatura e umidità. È un fenomeno a cui i ficus sono piuttosto esposti: sono a rischio soprattutto i rami non sostenuti dai fusti supplementari costituiti dalle radici aeree trasformate in colonne. Lo schianto è avvenuto alle prime ore del mattino, quando l’orto botanico non era ancora aperto, dunque senza conseguenze per i visitatori. La manutenzione serve per individuare le parti compromesse o secche. La potatura è quasi inesistente perché la pianta non riesce a cicatrizzare le ferite quando il diametro del ramo tagliato supera gli otto centimetri.

Le radici aeree trasformati in fusti supplementari

Le radici aeree trasformate in fusti supplementari (Isaia Invernizzi/Il Post)

Per proteggerlo si cerca di tenere a una certa distanza turisti e visitatori. Un cordino di protezione impedisce l’accesso all’area dove si allungano le radici: in questo modo il calpestio non danneggia il terreno, che deve essere pronto a favorire l’allungamento delle radici aeree. Le radici hanno la capacità di captare l’umidità e riconoscere il terreno adatto a radicare. Evitando il calpestio, la crescita delle radici aeree è più veloce: una volta raggiunto il terreno, inizia il processo di consolidamento e trasformazione in fusti supplementari. Più fusti si sviluppano e più il ficus sarà resistente.

«Abbiamo due possibilità per prevenire le cadute improvvise», spiega il direttore dell’orto botanico. «O impediamo il passaggio dei turisti, oppure tagliamo i rami. Se tagliamo i rami perdiamo la monumentalità della pianta, quindi cerchiamo di chiudere i passaggi per stimolare la crescita delle radici». Il vialetto che passava alle spalle del ficus è già stato chiuso in attesa di rimuovere il vecchio selciato.

Il vialetto chiuso per evitare di danneggiare l'albero

Il vialetto chiuso per evitare di danneggiare l’albero (Isaia Invernizzi/Il Post)

Lo scorso novembre è caduto anche un grande ramo laterale lungo oltre 10 metri di uno dei due ficus di piazza Marina, vicino al centro storico. Anche in questo caso non ci sono state persone ferite o danni. Il metodo per riforzarlo è stato lo stesso seguìto all’orto botanico. Oltre a ridefinire l’area di protezione intorno all’albero sono state protette due grandi radici aeree pronte ad ancorarsi al di fuori della cancellata del parco al centro della piazza.