La BCE ha deciso la quinta riduzione consecutiva dei tassi di interesse

La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato un’ulteriore riduzione di 0,25 punti percentuali dei tre tassi di interesse di riferimento, che scenderanno così a un intervallo compreso tra il 2,75 e il 3,15 per cento. I tassi di interesse sono lo strumento con cui le banche centrali tengono sotto controllo l’andamento dei prezzi: questa è la quinta riduzione consecutiva che la BCE decide, dopo un periodo di quasi due anni in cui aveva prima aumentato i tassi di interesse in modo molto rapido e li aveva poi tenuti alti per fermare l’inflazione, cioè la crescita dei prezzi che si era innescata a seguito della pandemia e della guerra in Ucraina. Questa nuova riduzione farà scendere ancora i tassi di interesse sui mutui e sui prestiti alle imprese, come del resto stanno facendo già da tempo.
Nel comunicato stampa in cui ha spiegato la decisione la BCE ha detto che ormai «il processo disinflazionistico è ben avviato», anche se permangono alcune resistenze a un calo più deciso dell’inflazione, perlopiù a causa del ritardo con cui gli stipendi stanno generalmente aumentando per adeguarsi al più alto costo della vita. Da ottobre l’inflazione è poi tornata leggermente a salire, fino a che a dicembre ha raggiunto il 2,4 per cento nei paesi dell’area dell’euro: è ancora assai più bassa dei momenti di massimo picco del 2022, quando raggiunse anche il 10 per cento, ma ha superato di nuovo la soglia del 2 per cento, quella generalmente ritenuta adeguata per un’economia sana e anche l’obiettivo che la BCE è impegnata a mantenere secondo il suo statuto.