Questo vomito ha 66 milioni di anni
È un fossile trovato su una scogliera danese, che contiene resti di gigli di mare ingeriti da un pesce
![Vomito fossile trovato in Danimarca (Sten Lennart Jakobsen, Østsjællands Museum)](https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2025/01/29/1738137878-vomito_fossile.jpeg)
Quasi qualunque genere di resti biologici può essere conservato sotto forma di fossile, se si verificano le condizioni giuste. Anche il vomito. Lo scorso novembre ne è stata trovata una incrostazione risalente a 66 milioni di anni fa sulla scogliera di Stevns, lungo la costa orientale della Selandia, in Danimarca. Al suo interno si riconoscono dei pezzi di gigli di mare, animali imparentati con i ricci di mare e le stelle marine. Secondo Jesper Milàn, curatore del Museo geologico di Faxe, potrebbero essere stati rigurgitati da uno squalo o un altro tipo di pesce.
La scogliera di Stevns è fatta di una roccia calcarea formatasi con l’accumulo di sedimenti su un antico fondale marino. Tra questi sedimenti c’erano anche molti resti di organismi marini, per cui la roccia è piena di fossili: per questo peraltro è stata inserita nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco, visto il suo valore scientifico.
Il vomito fossile è stato trovato da Peter Bennicke, un appassionato di fossili che stava visitando la scogliera proprio in cerca di resti di antichi esseri viventi. Sarà conservato dalla Danimarca come un reperto importante perché dà delle informazioni su quali animali ne mangiavano altri decine di milioni di anni fa. Non è comunque il più antico grumo di vomito che sia arrivato fino a noi: nel 2018 nello Utah ne è stato trovato uno di circa 150 milioni di anni, ad esempio. In quel caso conteneva delle ossa di piccoli anfibi mangiati probabilmente da un pesce.
La fotografia del vomito fossile trovato in Selandia ha ricevuto molte attenzioni sui media internazionali. Parlandone con il New York Times Milàn ha detto: «I giornalisti sono dei bambinoni, amano le storie sul vomito».