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  • Mercoledì 29 gennaio 2025

In Germania la campagna elettorale è diventata un dibattito sull’immigrazione

Se ne sta parlando parecchio, e in parlamento per la prima volta l'estrema destra di AfD ha votato con il centrodestra su due mozioni restrittive

Fiori e candele che commemorano le due persone uccise ad Aschaffenburg, in Baviera, e sullo sfondo manifesti elettorali, il 26 gennaio
Fiori e candele che commemorano le due persone uccise ad Aschaffenburg, in Baviera, e sullo sfondo manifesti elettorali, il 26 gennaio (EPA/RONALD WITTEK)
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In Germania la campagna elettorale per le elezioni del prossimo 23 febbraio si sta concentrando sul tema dell’immigrazione: entrambi i maggiori partiti, i Socialdemocratici (SPD) di centrosinistra e l’Unione Cristiano-Democratica (CDU) di centrodestra, propongono di irrigidire le attuali leggi sull’accoglienza. Mercoledì per la prima volta la CDU e il partito di estrema desta AfD hanno votato insieme su due mozioni non vincolanti che proponevano misure molto restrittive sul tema.

Le mozioni erano state presentate da Friedrich Merz, il leader della CDU che con ogni probabilità sarà il prossimo cancelliere tedesco, visto il netto vantaggio del suo partito nei sondaggi. Proponevano la dichiarazione dello stato d’emergenza, respingimenti e controlli permanenti alle frontiere. Quest’ultimo punto non è compatibile con le regole dell’area Schengen (la zona di libera circolazione di merci e persone che coinvolge quasi tutti i paesi dell’Unione Europea più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera), che permette controlli solo temporanei, per una durata massima di due anni. Negli ultimi mesi però sempre più paesi europei hanno ristabilito i controlli, vanificando di fatto il diritto alla libera circolazione.

Il leader della CDU, Friedrich Merz, a Berlino il 27 gennaio

Il leader della CDU, Friedrich Merz, a Berlino il 27 gennaio (© Future-Image via ZUMA Press)

La prima di queste due mozioni, quella che conteneva la richiesta di respingimenti e controlli ai confini, è stata approvata con 348 voti a favore, 345 contro e 10 astensioni. Invece non ha raggiunto la maggioranza la seconda mozione, che tra le altre cose proponeva di rafforzare i poteri delle forze di sicurezza e la possibilità di arrestare le persone migranti espulse che non lascino il paese. Il risultato della votazione di mercoledì non è vincolante per il governo, ma l’approvazione di anche solo una delle due ha comunque una forte rilevanza simbolica e politica.

I parlamentari dei Verdi e dell’SPD avevano già detto che consideravano le proposte troppo estreme, nonché anticostituzionali, e quindi hanno votato contro. I Liberali hanno votato a favore della mozione che è stata approvata, mentre la sinistra sovranista dell’Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW) si è astenuta.

Il partito di estrema destra AfD non era stato ufficialmente invitato a sostenere le proposte, ma ha detto di ritenerle compatibili con le proprie, e alla fine ha votato a favore di entrambe. I suoi deputati hanno esultato quando è stato letto il risultato della prima votazione: senza i voti di AfD, la CDU non avrebbe avuto i numeri per farla approvare. La collaborazione con AfD però è problematica per la CDU perché rompe di fatto l’isolamento istituzionale dell’estrema destra, il cosiddetto “cordone sanitario”.

SPD e Verdi avevano già contestato a Merz di fare il gioco di AfD, insistendo con le mozioni nonostante questo rischio. Lui ha contrattaccato chiedendo loro di votarle per evitare che passassero solo grazie ad AfD, e mercoledì in aula ha detto di aver provato per più di due anni a concordare nuove misure sull’immigrazione con i partiti centristi e progressisti, ma di non aver ottenuto la loro collaborazione.

Il cancelliere Olaf Scholz, dell’SPD, ha definito «un errore imperdonabile» il comportamento di Merz, accusandolo di avere votato per ragioni di consenso insieme a una forza politica «che combatte la nostra democrazia e disprezza l’Europa unita», cioè AfD.

Merz invece ha difeso la sua decisione di presentare la mozione, pur sapendo che sarebbe stata sostenuta dall’estrema destra. Durante il dibattito in parlamento ha detto che i voti di AfD servivano per far approvare una misura «necessaria», aggiungendo: «Dobbiamo scegliere tra continuare a guardare senza fare niente mentre le persone nel nostro paese sono minacciate, ferite e uccise, oppure alzarci e fare quello che è indiscutibilmente necessario», riferendosi all’introduzione di politiche più dure contro i migranti. Ha chiarito però di non aspirare ad «altre maggioranze che non siano quella centrista e democratica» in parlamento.

Venerdì è previsto un altro voto al Bundestag, stavolta su una proposta di legge sempre della CDU, per modificare la legge che regola le richieste d’asilo. A differenza della mozione approvata mercoledì, dunque, sarebbe più vincolante per il governo. AfD ha detto che potrebbe votare a favore anche venerdì.

– Leggi anche: Olaf Scholz non è così noioso, o almeno ci prova

Da quando è diventato leader della CDU, nel 2022, Merz ha spostato il partito più a destra. Allo stesso tempo però ha sempre escluso qualsiasi alleanza con AfD: lo ha fatto lo scorso anno prima delle elezioni statali in Sassonia e Turingia, e recentemente ha ribadito che non governerebbe mai con loro.

Il posizionamento di Merz è comunque piuttosto nuovo per la CDU, almeno in campagna elettorale. In queste settimane ha apertamente rinnegato la linea pro-accoglienza di Angela Merkel, storica leader del partito e cancelliera dal 2005 al 2021. Merz si è spinto fino a confutare la frase più iconica di Merkel, quando nel 2015 decise che la Germania avrebbe accolto un milione di rifugiati siriani: ha capovolto il Wir schaffen das, cioè “ce la possiamo fare”, di Merkel in un Das werden wir nicht schaffen, “non ce la potremo fare”, riferendosi all’arrivo di altre persone migranti in Germania.

Agenti al mercatino di natale di Magdeburgo, chiuso dopo l'attacco, lo scorso 22 dicembre

Agenti al mercatino di Natale di Magdeburgo, chiuso dopo l’attacco, lo scorso 22 dicembre (AP Photo/Michael Probst)

L’immigrazione era una questione che inizialmente non aveva avuto molto spazio nella campagna elettorale, ma è diventata centrale in seguito ad alcuni episodi violenti, tra cui l’accoltellamento compiuto la settimana scorsa ad Aschaffenburg, in Baviera, da un richiedente asilo afghano.  È stato il terzo degli episodi violenti avvenuti negli ultimi mesi in Germania, di cui i media hanno parlato molto: gli altri erano stati il 20 dicembre al mercatino di Natale a Magdeburgo, nella Sassonia-Anhalt, quando un uomo originario dell’Arabia Saudita aveva investito e ucciso sei persone; e l’accoltellamento dello scorso agosto a Solingen, in Nord Reno-Westfalia, in cui un uomo siriano aveva ucciso tre persone.

Finora erano stati il centrodestra e AfD a collegare in modo diretto gli attacchi e l’immigrazione, ma dopo Aschaffenburg ha cambiato retorica anche Scholz, dell’SPD, dicendosi «stufo di questi crimini violenti ogni poche settimane, perpetrati da persone che vengono da noi cercando protezione». Già dopo l’attacco di Solingen, peraltro, il governo di Scholz aveva approvato nuove misure di sicurezza.

Merz ha presentato le mozioni poco dopo l’accoltellamento di Aschaffenburg, ma intanto anche altri partiti hanno fatto proposte restrittive: la ministra dell’Interno Nancy Faeser, dell’SPD, aveva già annunciato che verrà riesaminato lo status dei rifugiati siriani dopo la fine del regime di Bashar al Assad. Ora anche i Verdi hanno dovuto chiarire le proposte in materia d’immigrazione del loro programma, nonostante fosse un tema che tendevano a evitare in campagna elettorale.

La discussione riflette i risultati dei sondaggi, e viceversa. Nell’ultimo sondaggio mensile per la tv pubblica Ard l’immigrazione è diventata la prima preoccupazione degli elettori intervistati (la indica così il 37 per cento di loro). È notevole che abbia superato la situazione economica, che era stata a lungo al primo posto.

La manifestazione contro l'estrema destra alla Porta di Brandenburgo di Berlino, il 25 gennaio

La manifestazione contro l’estrema destra alla Porta di Brandeburgo di Berlino, il 25 gennaio (AP Photo/Ebrahim Noroozi)