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  • Mercoledì 29 gennaio 2025

Il caos per il blocco dei finanziamenti federali negli Stati Uniti

La sospensione era stata decisa dall’amministrazione Trump ma è stata fermata ancora prima di entrare in vigore, creando confusione per milioni di persone

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump mentre mostra uno degli ordini esecutivi firmati il 23 gennaio 2025 (AP Photo/Ben Curtis)
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump mentre mostra uno degli ordini esecutivi firmati il 23 gennaio 2025 (AP Photo/Ben Curtis)
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Aggiornamento delle 19:30: alla fine l’amministrazione di Donald Trump ha deciso di revocare il blocco dei finanziamenti federali

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Lunedì 27 gennaio l’amministrazione statunitense di Donald Trump ha chiesto alle agenzie governative di sospendere l’erogazione dei finanziamenti federali a tutti i programmi e le iniziative che li ricevono, salvo pochissime eccezioni, mentre veniva eseguito un controllo su quali di questi non fossero in linea con i molti ordini esecutivi emessi da Trump in seguito al suo insediamento. È una questione enorme, che avrebbe riguardato centinaia di miliardi di dollari: il blocco però non è mai entrato in vigore, perché è stato sospeso martedì da una giudice federale.

È una questione complicata che riguarda i poteri del governo federale, il Congresso, i tribunali e migliaia di organizzazioni che si occupano di cose diversissime fra loro, dalla ricerca scientifica alla cultura, fino ai programmi di consegna del cibo alle persone con difficoltà economiche. L’annuncio dell’imminente sospensione (che poi non si è concretizzata) ha creato molta confusione anche a causa della comunicazione poco chiara da parte dell’amministrazione di Trump, che non aveva specificato esattamente le conseguenze del blocco dei fondi né quali organizzazioni e uffici sarebbero stati coinvolti nello specifico. Facciamo un po’ di ordine.

Alcuni fra le decine di ordini esecutivi firmati da Donald Trump nel primo giorno del suo secondo mandato da presidente, il 20 gennaio 2025 (AP Photo/Evan Vucci)

La giudice Loren AliKhan ha deciso di sospendere il blocco sulla base di una causa presentata dall’organizzazione non profit Democracy Forward: il gruppo sostiene che il blocco all’erogazione dei fondi federali violi il primo emendamento della Costituzione statunitense e l’Administrative Procedure Act, una legge che regola le competenze del ramo esecutivo. La sospensione durerà fino a lunedì 3 febbraio, quando AliKhan si esprimerà con una decisione più definitiva in merito.

Contemporaneamente anche i procuratori generali di 22 stati e del Distretto di Columbia, tutti Democratici, hanno fatto causa contro la misura. Sostengono che il blocco dei finanziamenti vada oltre i poteri legittimi di un presidente, dato che lo stanziamento dei fondi federali è un compito che la Costituzione assegna al ramo legislativo, ossia al Congresso, e che il potere esecutivo si deve limitare ad attuare.

– Leggi anche: Le moltissime decisioni prese da Trump nel suo primo giorno da presidente

Ogni anno il governo federale distribuisce moltissimi fondi nella forma di sovvenzioni e prestiti sia a persone singole, come per esempio i prestiti agli studenti o i programmi per l’assistenza sanitaria, sia a organizzazioni pubbliche e private che possono erogare servizi, fare ricerca scientifica od occuparsi di programmi per l’inserimento lavorativo di alcune fasce della popolazione.

Nelle intenzioni dell’amministrazione, la sospensione doveva servire a togliere fondi a programmi e organizzazioni che non rispettano la linea politica e ideologica del presidente. Nella lettera con cui annunciava la misura, il direttore ad interim dell’Ufficio per la gestione e il bilancio del governo degli Stati Uniti, Matthew J. Vaeth, aveva scritto  che «l’uso delle risorse federali per promuovere l’equità marxista, il transgenderismo e le politiche di ingegneria sociale del Green New Deal è uno spreco di denaro dei contribuenti».

Aveva citato fra gli enti interessati dalla sospensione le organizzazioni non governative, senza specificare quali; le attività che hanno a che fare con i programmi D.E.I., ossia per la promozione di diversità, equità e inclusione; e quelle che sostengono «l’ideologia del gender», un’espressione dispregiativa usata negli ambienti più conservatori per riferirsi all’insieme di studi e politiche che riguardano la comunità LGBTQ+, spesso travisandoli e attribuendo loro degli obiettivi di trasformazione sociale con effetti negativi. Negli ultimi anni l’opposizione alle iniziative politiche e sociali a favore delle persone omosessuali e trans è aumentata anche tra chi ha idee più moderate.

– Leggi anche: Trump sta smantellando tutti i programmi governativi su inclusione e diversità

La fine della seduta congiunta fra il Congresso e il Senato in cui è stata certificata la vittoria elettorale di Donald Trump, il 6 gennaio 2025 (AP Photo/Matt Rourke)

Nel piano del governo durante il periodo di sospensione dei fondi si sarebbe dovuta fare una revisione dei programmi che li ricevevano, per vedere quali non fossero in linea con gli ordini esecutivi di Trump.

Associated Press ha scritto di aver visto il foglio di calcolo di 51 pagine che l’Ufficio di gestione e del bilancio ha inviato a tutte le agenzie federali per fare la revisione: ogni riga rappresentava una diversa iniziativa e ai funzionari veniva chiesto di rispondere per ognuna a una serie di domande, fra cui: «Questo programma promuove l’ideologia di genere?» o «Questo programma promuove o sostiene in qualche modo l’aborto?». Nella sua lettera Vaeth ha detto che le risposte al questionario dovranno essere inviate entro il 10 febbraio, dopodiché il suo ufficio valuterà caso per caso e deciderà se riattivare o meno i fondi.

Nella giornata di martedì diversi funzionari dell’amministrazione di Trump avevano detto che la sospensione dei fondi non avrebbe riguardato i programmi che forniscono assistenza individuale, tra cui la copertura sanitaria federale per gli anziani (Medicare) o i prestiti studenteschi. Ci sono però molte iniziative che non rientrano in questa definizione o che potrebbero essere fatte rientrare in quella data da Vaeth, cosa che ha creato grande confusione.

Moltissime organizzazioni hanno sospeso volontariamente le loro attività, in attesa di capire cosa succederà. La dottoressa Theresa Cullen, direttrice del Dipartimento di Salute della Contea di Pima a Tucson, in Arizona, ha detto al New York Times che i finanziamenti federali rappresentano metà dei fondi della sua organizzazione e che per questo ha temporaneamente smesso di comprare del materiale necessario per erogare molti servizi, fra cui quelli di screening per il cancro al seno, per paura poi di non poterli pagare.

Un altro problema riguarda quei programmi e quegli enti che probabilmente non finiranno per essere cancellati, ma che comunque potrebbero essere interessati dal blocco temporaneo dei fondi in attesa della conclusione della revisione. Esiste per esempio un programma pubblico istituito decenni fa che dà prestiti agricoli alle donne, alle minoranze e ai nativi americani e che potrebbe essere fatto rientrare nella definizione di Vaeth dei programmi che promuovono la diversità e la “wokeness”.