Gianni Alemanno dovrà restare in carcere

Per scontare una pena di 1 anno e 10 mesi: il tribunale di sorveglianza ha confermato la revoca dei domiciliari

(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
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Il tribunale di sorveglianza ha confermato la revoca degli arresti domiciliari e la detenzione in carcere per l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, che era stato incarcerato lo scorso 31 dicembre. Alemanno deve scontare una pena di 1 anno e 10 mesi per finanziamento illecito e traffico di influenze illecite, a cui era stato condannato nel 2022 nell’inchiesta nota come “Mafia Capitale”. Aveva ottenuto di poter trascorrere questo periodo in casa, e svolgendo servizi sociali in un’associazione, ma la procura di Roma ha scoperto che non rispettava queste prescrizioni: per questo a fine dicembre era stato portato in carcere.

La nuova decisione conferma quella di fine dicembre, dopo che il 24 gennaio si è tenuta un’udienza in cui Alemanno ha potuto difendere la propria posizione. Nell’udienza però ha in parte ammesso ciò di cui era accusato. I giudici hanno inoltre deciso che dovrà scontare la pena di 1 anno e 10 mesi da capo, ritenendo non validi i 4 mesi di servizi sociali che in teoria aveva già svolto. Il tribunale di sorveglianza è appunto quello che si occupa della concessione e della revoca delle misure alternative alla detenzione, come quella che era stata concessa ad Alemanno al posto del carcere. I suoi avvocati possono ancora fare ricorso in Cassazione.

I giudici del tribunale di sorveglianza hanno motivato la revoca della detenzione domiciliare parlando di «sostanziale fallimento del beneficio», secondo l’agenzia Ansa. Alemanno infatti violava sistematicamente i suoi obblighi, girando piuttosto liberamente in varie parti d’Italia per partecipare a incontri del suo partito, il Movimento Indipendenza, di cui è segretario dal 2023. Per farlo, dice il tribunale di sorveglianza, avrebbe più volte prodotto documenti falsi per giustificare le sue assenze dai servizi sociali, seguendo quella che i giudici hanno definito una «condotta arrogante, sprezzante, espressione di una personalità callida [furba, ndr], pervicace e priva di scrupoli».

Le violazioni sono state scoperte durante una nuova inchiesta per riciclaggio in cui Alemanno è indagato, e attraverso le intercettazioni al suo telefono legate a questo caso. La notizia che Alemanno fosse indagato per riciclaggio non era nota prima della sua incarcerazione a fine dicembre, e al momento su questa indagine non ci sono molte informazioni.

Alemanno ha 66 anni, è stato sindaco di Roma dal 2008 al 2013 e prima ancora ministro dell’Agricoltura in uno dei governi di Silvio Berlusconi. Nel 2023 ha fondato Movimento Indipendenza, che si definisce identitario e a favore del sovranismo. In passato fece parte per molti anni del Movimento Sociale Italiano (MSI), il partito di destra nato nel Secondo dopoguerra da reduci del fascismo e della Repubblica Sociale Italiana. Quando l’MSI confluì in Alleanza Nazionale, fondato nel 1995, lui fece lo stesso. In anni più recenti e fino al 2022 aveva fatto parte di Fratelli d’Italia.