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  • Martedì 21 gennaio 2025

Contro l’immigrazione Trump sarà ancora più duro

Con le sue prime misure ha di fatto bloccato le richieste d'asilo, e sta cercando di annullare lo “ius soli” per i figli degli immigrati irregolari

Donald Trump il giorno del suo insediamento, 20 gennaio 2025
Donald Trump il giorno del suo insediamento, 20 gennaio 2025 (AP Photo/Rod Lamkey, Jr.)
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Tra le decine di ordini esecutivi che il nuovo presidente americano Donald Trump ha firmato nel giorno del suo insediamento, alcuni dei più importanti riguardano l’immigrazione. Trump aveva fatto dell’immigrazione uno dei temi principali della sua campagna elettorale, e nel suo secondo mandato potrebbe mettere in atto misure ancora più dure rispetto al primo.

Da tempo negli Stati Uniti sia Repubblicani che Democratici sostengono che l’immigrazione sia un’emergenza, e nei primi anni dell’amministrazione di Joe Biden i numeri delle persone che entravano illegalmente nel paese erano stati molto alti: in media due milioni l’anno. Nel 2024 l’amministrazione Biden aveva limitato con estrema durezza gli ingressi irregolari nel paese (di circa l’80 per cento), fornendo però in alternativa delle vie controllate per l’immigrazione legale. Trump vuole invece «sigillare il confine», come ha detto in più di un’occasione, e mettere in atto enormi espulsioni di immigrati irregolari.

L’ordine esecutivo più simbolico, e probabilmente anche il più estremo, è quello che cerca di annullare il diritto di cittadinanza per i figli di immigrati irregolari o per chi soggiorna temporaneamente nel paese. Negli Stati Uniti da sempre vige uno “ius soli” praticamente assoluto, tale per cui chiunque nasca nel territorio del paese ne diventa cittadino. Trump, con un ordine esecutivo firmato lunedì, sta cercando di eliminare questo diritto per le persone che nasceranno da immigrati senza permesso di soggiorno permanente.

Trump e i suoi sostenitori dicono da tempo che troppe persone straniere entrano negli Stati Uniti soltanto per fare figli che poi diventano automaticamente cittadini. Non ci sono numeri chiari su quante siano queste persone: nel 2022 secondo una stima del centro statistico Pew Research Center negli Stati Uniti c’erano all’incirca 4,4 milioni di minori e 1,4 milioni di adulti nati nel paese e con almeno un genitore senza permesso di soggiorno.

Secondo l’ordine esecutivo di Trump, che entrerà in vigore tra 30 giorni, il dipartimento di Stato dovrà smettere di consegnare passaporti alle persone nate negli Stati Uniti da immigrati irregolari, e le istituzioni dello stato americano dovranno smettere di riconoscere questi neonati.

Già martedì sono stati presentati i primi ricorsi giudiziari per far annullare l’ordine: uno da parte dei procuratori generali di 18 stati e due città statunitensi, l’altro da vari gruppi per i diritti delle persone migranti. È probabile che la questione finisca davanti alla Corte suprema, anche perché l’ordine esecutivo sembra smentire direttamente il 14esimo emendamento della Costituzione americana, secondo cui «Tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e sottoposte alla relativa giurisdizione sono cittadine degli Stati Uniti».

Migranti disperati al confine tra Stati Uniti e Messico dopo che il loro appuntamento per richiedere asilo è stato annullato

Migranti disperati al confine tra Stati Uniti e Messico dopo che il loro appuntamento per richiedere asilo è stato annullato (AP Photo/Christian Chavez)

Trump ha poi firmato altre misure che riguardano più direttamente la questione migratoria. Ha dichiarato un’«emergenza nazionale» al confine con il Messico, cosa che gli permette di mobilitare fondi speciali e di usare l’esercito in sostegno della polizia di frontiera. Trump aveva dichiarato l’emergenza anche durante il suo primo mandato, ma questa volta è andato oltre, e in un ordine esecutivo ulteriore ha dato all’esercito degli Stati Uniti la facoltà, tra le altre cose, di arrestare i migranti. Questo potrebbe violare le strette regole che limitano l’azione dell’esercito americano sul territorio nazionale.

Le misure che hanno avuto e avranno gli effetti più immediati riguardano però i richiedenti asilo.

Nei minuti successivi all’inaugurazione di Trump il governo americano ha annullato tutti gli appuntamenti che erano stati presi tramite l’app CBP One, che era stata usata dall’amministrazione di Joe Biden per fornire ai richiedenti asilo appuntamenti per presentare la propria richiesta ai funzionari americani direttamente al confine con il Messico. L’app metteva a disposizione 1.450 appuntamenti al giorno, ed era di fatto l’unico modo per un richiedente asilo di entrare legalmente nel paese. Per ottenere un appuntamento l’attesa poteva durare anche mesi, e decine di migliaia di persone attendevano il proprio turno in Messico.

L'avviso sull'app CBP One

L’avviso sull’app CBP One (AP Photo/Eric Gay)

Lunedì mattina gli appuntamenti sono cominciati come sempre, ma subito dopo l’insediamento di Trump l’app ha mostrato un nuovo avviso: «Gli appuntamenti già presi non sono più validi». I giornalisti che si trovavano ai varchi di frontiera hanno intervistato e fotografato decine di persone disperate, che avevano atteso mesi per entrare negli Stati Uniti e all’ultimo si sono viste il loro appuntamento negato. «L’eliminazione degli appuntamenti sull’app CBP One implica che al momento non c’è nessun modo per chiedere asilo alla frontiera», ha detto a NBC News Lee Gelernt, un avvocato dell’organizzazione per i diritti civili ACLU.

Trump ha poi firmato altri ordini esecutivi relativi all’immigrazione, come uno che dichiara gruppi terroristici i cartelli del narcotraffico messicano, e uno che annulla un programma dell’amministrazione Biden che aveva consentito l’ingresso negli Stati Uniti a centinaia di migliaia di rifugiati provenienti da paesi pericolosi o in guerra. Trump ha anche annunciato la riattivazione di un piano che obbliga i richiedenti asilo che hanno già fatto richiesta ad aspettare l’esame delle proprie pratiche fuori dagli Stati Uniti, in Messico. Il governo messicano però al momento non ha dato la propria autorizzazione a questo programma.

Queste misure dovrebbero poi condurre all’obiettivo finale delle politiche migratorie di Trump, cioè a espulsioni di massa di immigrati irregolari. Trump ha promesso che rimuoverà dal paese «milioni e milioni» di persone senza cittadinanza o permesso di soggiorno, ma queste espulsioni andranno incontro a grossi ostacoli legali. Si stima che nel paese gli immigrati irregolari siano circa 11 milioni, molti dei quali sono fondamentali per l’economia degli Stati Uniti. Prima di essere espulsi, poi, la maggioranza di questi immigrati avrà diritto a fare ricorso presso un tribunale statunitense. Axios ha stimato che se i tribunali americani dovessero valutare i ricorsi di tutti gli 11 milioni di immigrati, al ritmo attuale terminerebbero nel 2040.

In realtà non è ancora chiaro come si svolgeranno le espulsioni, né quanto saranno davvero ampie. L’amministrazione Trump ha fatto sapere che si concentrerà al momento sugli immigrati irregolari che hanno commesso crimini o hanno precedenti penali.